Abbiamo intervistato in
esclusiva Pino Boresta, il performer Romano che ha messo davanti la
loro futilità con una azione artistica fortemente critica "Io
vivrò" Baratta e Gioni, colpevoli di non averlo invitato a
partecipare alla loro Biennale, dopo avere annunciato la sua morte
perché omesso dalla prestigiosa panoramica ha dichiarato con forza a
Gioni che continuerà a vivere nonostante la dolorosa e dolosa
esclusione.
Duramente attaccato da Luca
Rossi risponde indirettamente dalle pagine del nostro blog, rifiuta
l'accostamento a artisti come Luca Lo Coco e Lavagetto e ci confida
che continuerà la sua azione performatica e critica nei confronti
della Biennale di Venezia.
Domenico Di Caterino
Domenico Di Caterino
L'Intervista:
Mimmo:
Pino
da cosa è stata mossa la tua azione performatica "Io vivrò"?
Ti
chiedo questo perché personaggi sintetici creati dal sistema in
maniera fintamente disfunzionale come Luca Rossi ti hanno accusato di
essere troppo estremo e quasi impresentabile, secondo lui/loro e
secondo una certa mentalità artistica, provocazioni e lavori come il
tuo hanno senso solo quando realmente inquadrati in un sistema.
Pino
Boresta:
Quale
sistema? Ci sono tanti sistemi, a me piace il mio sistema,
credo che ognuno debba utilizzare il sistema che preferisce, il
giorno in cui questo sistema non fosse più soddisfacente, cambierò
sistema, e quale sistema utilizzerò?
Probabilmente
ancora una volta un sistema di quelli non realmente inquadrati, o
forse no o forse si.
Mimmo:
Tu
ti definisci un artista di processo o di prodotto? Quando determini
una tua azione artistica pensi in termini di prodotto o t'interessa
esplorare il processo che deriva da una suggestione che diventa
processo e azione?
Pino
Boresta:
A
me interessa tutto, il prodotto, il processo, l'azione artistica, il
prodotto che nasce dall'azione artistica le esplorazioni, le
suggestioni e
tutto ciò che sorge a galla nel corso dell'azione stessa e dopo e
prima di questa.
Mimmo:
Avevi
annunciato la tua morte per poi urlare a Baratta e Gioni che vivrai,
ma pensi sul serio che a certi artisti oggi interessi partecipare
alla Biennale di Venezia? Forse realmente interessati a partecipare
alla Biennale di Venezia sono solo quelli artisti Accademici (per
carica artistica di portaborse politico e di partito) che non
riescono a risolvere la loro frustrazione con un mercato privato che
giustamente non ne ha mai riconosciuto l'attività ed il valore (il
problema l'aveva bene evidenziato Sgarbi), ma un artista come te, ben
radicato nel suo territorio e nella sua comunità che cosa ha in
comune con la fiera del mercato culturale dell'arte con una patina
d'istituzionalità?
Lo
sai che mi hai convinto? Infatti credo che questo sia il mio
ultimo tentativo di partecipare alla Biennale di Venezia, anche
perché che altro potrei inventarmi? Oddio, una ideuzza mi è venuta.
Mimmo:
Diciamo
qualcosa su Massimiliano Gioni, questo vento nuovo dell'arte
contemporanea, di cosa è figlia questa sua presunta competenza
superiore? Politi da anni sostiene su Flash Art di essere un suo
padre spirituale di formazione, suo come di Cattelan, Bonami,
Beatrice e Bellini per esempio, come mai tutte le grandi competenze
del sistema dell'arte italia sembrano obbligatoriamente passare da
Flash Art?
Pino
Boresta:
Forse
perché lo dice lui? Ma potrebbe anche essere vero, ma non credo mi
interessi molto rispondere a questa domanda comunque l'ho fatto.
Mimmo:
Ti
ritrovi nell'etichetta outsider del sistema dell'arte contemporanea?
Se accomuno il tuo nome a quello di Marco Lavagetto (l'autore della
beffa di Tirana ai danni di Politi e Flash Art e di Luca Lo Coco
(l'artista costretto a chiudere il suo sito d'arte ashart sotto
provvedimento cautelativo del tribunale di Palermo per una azione
legale di Politi e il suo studio legale) sbaglio?
Pino
Boresta:
Si!
Mimmo:
Pensi
che l'informazione artistica specializzata nell'epoca del web 2.0
abbia ancora un senso? In fondo a cosa servono ancora critici,
curatori e galleristi? In questo tempo di forte crisi economica
l'artista ha in fondo finalmente la possibilità di relazionarsi
senza filtro, col suo lavoro, al suo pubblico ed alla comunità che
lo determinano.
Pino
Boresta:
Gli
artisti sono come i bambini, che soffrono se i genitori non elogiano
quello che fanno. Lo stesso vale per tutti coloro che cascano in
depressione se non trovano nessuno che si accorge di loro.
Mimmo:
Luca
Rossi sostiene che per vivere non bisogna andarlo a urlare alla
conferenza della biennale. Sostiene che la tua operazione sia solo
critica istituzionale che mostra la tua debolezza che ha bisogno di
essere alla Biennale per vivere, dice testualmente "Boresta
dipende da ciò che critica, contraddittorio e fine a se stesso".
Ho già dichiarato pubblicamente che Luca Rossi è qualcosa che mira
a intercettare i cambiamenti in corso per capitalizzarli in futuro
attraverso il web, tu cosa vorresti rispondergli direttamente.
Pino
Boresta:
Io
rispondo che Luca Rossi ha ragione e che anche tu hai ragione su
quello che dici di lui, ma anche
io ho le mie ragioni che nessuno di voi due pero conosce.
Mimmo:
Luca
Rossi mi ha scritto di te: "Boresta è il più insider
di tutti perché per vivere deve andare alla conferenza stampa della
biennale. Neanche alla mostra. Critisca istituzionale di vecchia
data. Io vivrò???? Alla conferenza stampa? Vivrà cosa??? Ma dai, si
vive con il fare e con i contenuti. Oggi tutti possono scrivere io
vivrò sulla propria bacheca. Boresta è incagliato in vecchie
logiche sistemiche." Altra critica feroce che il web
attraverso il progetto Luca Rossi rivolge alla tua operazione, pensi
realmente di essere incastrato con le tue operazioni in vecchie
logiche di sistema?
Pino
Boresta:
No!
No!
In foto: una mia opera "Testamento Suicidio", still life della mia performance "Io Vivrò", Paolo Baratta e Massimiliano Gioni rispettivamente Presidente e Curatore della 55° Biennale di Venezia.
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