martedì 13 dicembre 2022

Introduzione + Indice

 

Introduzione + indice











Introduzione + indice

Cosa sono quelle io chiamo le mie litanie?

Ho sempre pensato che fossero solo una specie di appunti pretenziosamente poetici che si avvalevano di una costruzione il più delle volte composta da catene anaforiche. Scritti messi giù sull’onda di un’emozione, di una commozione, di una rivelazione, di uno sconforto, di una epifania, di una pietà, di una incazzatura, di una delusione, di verità personali scoperte qui e lì e niente di più.

Scritti che servivano più a me per superare alcune scoraggianti e sconsolanti circostanze, che di monito, per coloro a cui direttamente o indirettamente erano indirizzate, sicuro che se ne fregavano e se ne fregano. Né tanto meno composizioni necessarie per coloro che accidentalmente con queste si scontrano, considerandole per lo più, una sorta di valvola di sfogo personale di frustrazioni e sensazioni di impotenza. Ecco ho sempre pensato questo, e molto probabilmente è così, ma forse la poesia è anche questo, anzi, qualcuno sostiene che è soprattutto questo. Quando ho poi scoperto che anche Pier Paolo Pasolini o Dacia Maraini e molti altri si avvalevano di tale struttura per sintetizzare in qualche modo il loro pensiero, ho rivalutato queste mie esternazioni, e per questo ho deciso di pubblicarne qualcuna qui sul mio sito.


Litanie

 

1. Manifesto della Boresta.

2. Io chi sono?

3. Silenzio è morto.

4. C’è troppo silenzio nei musei.

5. Io sono autoreferenziale.

6. Sono io proprio io.

7. Il vero artista.

8. Io amo l’arte.

9. Ho continuato.

10. Io 096 AP.

11. Ho visto.

12. Silenzi.

13. Vita ora.

14. Lo scopo.

15. Forse.

16. Io urlo.

17. Io inutile.

18. Io Obliato.

19. La domanda.

20. Tutto relativo.

21. Dio alla sbarra.

22. !esroF.

23. Governo 2018, fatto!

24. Se un padre.

25. Mix objets trouvés.

26. Micro is better.

27. Many tanks.

 

 


 

 

 

 

 














In foto:
Io a Venezia durante la Biennale del 2019 curata da Daniel Birnbaum e un testo di Pier Paolo Pasolini e Dacia Maraini.

Litania 1°

        Manifesto della Boresta






Mi presento sono Pino Boresta Artista, Artista. Artista! Artista? "Artista" Artista; Artista:

Manifesto della Boresta

BORESTA ha mille attitudini e mille idee.
BORESTA ha molti difetti qualche virtù ma in sostanza è un fregnone.
BORESTA ha torto ma nessuno lo scrive.
BORESTA ha ragione ma nessuno lo ammetterà mai.
BORESTA racconta, afferma, dice sempre il vero.
BORESTA commenta tutto nel bene e nel male.
BORESTA sbaglia e fa la cosa giusta allo stesso tempo.
BORESTA dicono sia inattuale e lui lo trova esaltante.
BORESTA è un idiota ma dicono che fa il furbo.
BORESTA è intelligente o è uno stolto? Questo non l’ha capito, neanche lui.
BORESTA è cattivo, antipatico, scontroso, irascibile e urla sempre.
BORESTA è arrabbiato ma riflette molto.
BORESTA è permaloso ma non molla mai.
BORESTA è copiato, seguito, usato, fintamente ignorato e fin troppo studiato.
BORESTA è odiato e amato ma questo è il destino dei giusti.
BORESTA è un artista di merda.
BORESTA è un morto di fame e tale deve rimanere, perché è così che serve, è così che ci serve, è così che si serve.
BORESTA è uno stupido perché non sa fare il finto umile.
BORESTA è uno stupido perché non sa stare zitto.
BORESTA è uno stupido perché per una battuta venderebbe il suo regno, ma Boresta non ha regno ma solo buffi, tre figli, una moglie, tanti quadri, tanti progetti, tanti documenti, tanti reperti, tanti lavori che probabilmente nessuno vedrà mai.
BORESTA un giorno brucerà tutto questo, ma forse no! Perché questo è il più grande dispetto che può fare a tutti coloro che lo detestano.
BORESTA nessuno lo vuole perché Boresta non ha un protettore né un procuratore e tanto meno un forte sostenitore.
BORESTA vogliono relegarlo nell’oblio, ma Boresta farà di tutto perché questo non avvenga.
BORESTA un giorno morirà.
BORESTA è già morto.
BORESTA vivrà per sempre, è per questo che sta lavorando, è per questo che costruisce da solo (senza schiavi) la propria piramide, ma se non ci riuscirà chi se frega, peggio per voi, peggio per loro, peggio per me, meglio per me.
BORESTA è autoreferenziale ma se né vanta.
BORESTA è presuntuoso ma lui crede in quello che fa.
BORESTA è ostinato ma è colpa di quel grido che ha dentro, e che avvolte evade.
BORESTA è incoerente e contraddittorio ma è fatto così.
BORESTA non è un narciso, a Boresta non piace fare finta di parlare di altro e di altri per poi in realtà parlare di se, questo è quello che fanno tutti gli artisti in un modo o nell’altro, Boresta lo dice e lo fa.
BORESTA va sempre dritto al punto e non gira intorno alle cose, non gira intorno ai problemi e ai non problemi.
BORESTA alla fine non avrà rimpianti, ma quanto ha pianto…


pino boresta

Litania 2°

Io chi sono?




Io chi sono?

E io chi sono un fantasma?
E io in tutto questo dove sono?
E io in tutto questo chi sono?
E io e miei 30 anni di Street Art?
E io e che sono 30 anni che ci metto la faccia?
E io che non mi nascondo?
E io che non mi sono mai nascosto?
Io sono vivo!
Io vivrò!
Io!
La mia smorfia e viva!
La Street Art è viva!
L'arte è viva!
L'arte è ribellione!
La Street Art è ribellione!
La mia smorfia è ribellione!
Qualcuno lo avrà capito?
Io sono vivo!
Io vivrò!
Io!
E io che sono una Tag? Evviva le Tag!
E io che sono la Street Art? Evviva la Street Art!
E io che sono fuori ma dentro?
E io che sono dentro e contro?
E io che sono sempre controvento?
E io che non ho mai avuto il vento in poppa?
Io avrò diritto di dire la mia?
Io avrò diritto di rivendicare la mia libertà?
Io avrò diritto di urlare la mia verità?
Forse l'ho fatto, e non me ne pento.

pino boresta

Litania 3°


Silenzio è morto 


Silenzio è morto 

Ma purtroppo nessuno ha scritto niente semplicemente perché nessuno lo ha mai saputo, del resto nessuno sapeva che era vissuto, come nessuno sapeva dove abitava.
Si pensi che addirittura nessuno sapeva bene cosa Silenzio avesse mai fatto o scritto, come nessuno sapeva neanche cosa avesse mai detto, del resto il povero Silenzio era talmente silenzioso che nessuno si era mai accorto di lui. Silenzio era taciturno al punto tale che esiste ancora qualcuno che dubita sia mai esistito, ma io e pochi altri sappiamo bene quale siano i fatti.
Il fatto è, che Silenzio era cosi silenzioso, così silente che è semplicemente morto, è morto e basta, è morto in silenzio, talmente in silenzio che nessuno se né accorto, del resto questo era il suo stile, e nessuno avrebbe potuto accorgersi della sua partenza proprio come nessuno si era mai accorto della sua venuta e tanto meno della sua presenza.
Caro Silenzio spero tu stia ora riposando finalmente in pace e in silenzio, lì nel tuo elemento preferito e per te naturale, lì dove tutto tace, lì dove nessuno grida, lì dove nessuno protesta, lì dove nessuno parla, del resto devo confessarti che sono anche un po’ contento perché quei tuoi silenzi erano cosi assordanti e fastidiosi che qui siamo tutti più sollevati che tu non ci sia più.
Fattelo dire amico mio Silenzio la terra dei morti ti s’addice molto di più e lascia a noi, che silenziosi non siamo vivere, vivere, vivere facendolo sapere agli altri, ma sopratutto facendolo sapere a noi stessi.
Condoglianze sincere a tutti i parenti e amici di Silenzio.
Ho scritto questo in memoria di Silenzio.

pino boresta

Litania 4°

      C’è troppo silenzio nei musei






C’è troppo silenzio nei musei

Sciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Al Museo non si urla ma Nel museo forse si…. e poi qui siamo al Teatro pertanto:
AhooooooooooooooooooooooooooooooooooooOOOooo!

Il silenzio degli artisti nuoce gravemente all’arte contemporanea e uccide anche te digli di smettere.

Il silenzio è mafioso.

Il silenzio è spesso sopravvalutato.

VELODICO: “Scoprire è importante ma capire è ancora più importante”

VELODICO: Intendo con il mio intervento creare uno spazio di riflessione che metta in discussione la natura dell’arte e dell’artista tentando di aggiungere se fosse possibile ancora più disorientamento.

Ma Sciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Non fatelo sapere in giro qualcuno potrebbe aver paura.
Paura di quello che non si conosce.
Paura di quello che non si capisce.
Paura di chi è diverso.
Ma chi ha paura muore tutti i giorni mentre chi non ha paura muore una volta sola.

PERTANTO!

Io sono PIU sereno, perché non devo PIU dimostrare niente, non devo PIU raggiungere nessun obbiettivo, non mi aspetto PIU niente da nessuno, non voglio PIU ascoltare chi è contro di me, ma devo solo continuare di PIU a fare quello che so fare perché so di farlo bene, PIU di molti altri, tutto il resto non conta PIU e non mi interessa PIU, ho imparato ancora di PIU a godere di tutto quello che faccio senza piangere PIU, senza rimpiangere PIU tutto ciò che non arriverà PIU, se qualcosa in PIU arriverà quando arriverà bene, se non arriva non importa PIU, voglio vivere con PIU gioia quello che faccio ogni giorno di PIU, e tutto il resto non conta PIU, e non ho PIU nulla da dire.

MA TUTTO QUESTO NON È VERO

PER QUESTO

Per esempio adesso odio tutti gli artisti odio tutte le stelle del mondo e questa pioggia di mostre
Per esempio adesso odio tutti gli artisti odio tutto l’amore del mondo e questa pioggia di esposizioni…. quando mi guardate così.
Quanti sogni diventano grandi…. elevarsi e cadere è tutto uguale, tutto il resto è rumore, disordine.
Qual è il peso della tua libertà? io conosco il mio.
Per esempio adesso odio tutti gli artisti odio tutto l’amore del mondo e questa pioggia di rassegne.
Per esempio adesso odio tutti gli artisti odio tutte le stelle del mondo e questa pioggia di vetrine… quando mi guardi così, quando mi guardi così.

MA ANCHE QUESTO NON È VERO

Aria nuova:
Gramsci “Posso dire che se è vero che un vecchio ordine sta morendo è altrettanto vero che un nuovo ordine non è ancora nato, questo è il momento in cui possono apparire dei mostri.”

Sciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!SottovoceSottovoceSottovoce

Cari ragazzi mi dispiace deludervi ma non è vero che chi l’ha dura la vince, non è vero che se hai tenacia e costanza prima o poi avrai successo, se sei fortunato forse con queste caratteristiche potrai raggiungere qualche tappa intermedia, ma quello che è indispensabile più di ogni altra cosa per riuscire nei propri intenti è un eccezionale proposta artistica. Per riuscire, il valore della propria opera deve essere alto, molto alto, ma sappiate che avvolte anche essendo altissimo potreste non riuscire nei vostri propositi in quello che vi siete prefissati e solo se riuscirete a mettere in conto anche questo nei vostri piani allora potrete affrontare con più serenità il vostro percorso senza dare credito a tutti quei coglioni che vi dicono che bisogna solo essere caparbi e ostinati ed il resto verrà da se.

Un coglione…. io:
I veri artisti sono coloro che si ostinano a fare delle cose anche quando nessuno le capisce, quando nessuno ne comprende il valore…. e se a decidere la carriera di un artista continuerà ad essere la politica interna all’arte secondo criteri di appartenenza e conoscenza piuttosto che la capacità e meriti acquisiti sul campo, presto nessuno avrà più voglia di impegnarsi per dare il meglio di sé al reale dibattito artistico, e le cose andranno sempre peggio.

E se avesse ragione Fiume? (il fiume in piena) che ha detto:
“Io credo che si deve prendere in particolare considerazione chi viene denigrato, diffamato e ostacolato perché è assai probabile che si tratti di un genio.”

È successo a Venezia
È successo alla Biennale
È successo durante la conferenza
È successo mentre parlavano
È successo in maniera rapida
È successo che………….
Ma è successo, questo è importante.

Il successo postumo di Vincent Van Gogh non è quello di uno sfigato a cui ha detto culo, ma quello di uno sfigato ultraiellato.

La prima cosa che imparano tutti i nuovi avventori dell’arte e frequentatori dei vernissage è quello di non salutare mai per primi, anzi possibilmente non salutare proprio, ma aspettare sempre che siano gli altri a salutare per primi o quanto meno ad accennare un saluto. È come se fosse in atto una sorta di duello dove ognuno dei due pensa cosi di valutare la stronsaggine di chi ha fronte, in quanto si tende a pensare che quanto più uno sia stronzo tanto più sia un personaggio importante

In “Cosmogonia e cosmologia” Philip K. Dick sostiene che forse noi tutti siamo degli artefatti (probabilmente un po’ stronzi aggiungo io) visto che teniamo all’oscuro il nostro artefice, (Urgrund) che ci aveva creato prima che se ne dimenticasse, ai fini della comprensione di sé. Insomma in buona sostanza e come dire che non siamo nella merda ma siamo la merda.

Noblesse oblige
Noblesse oblige
Noblesse oblige
Noblesse oblige
Noblesse oblige insomma sta cosa significa:
Espressione francese che significa "la nobiltà obbliga", e che significa che chi ha un determinato rango è costretto a mantenere un atteggiamento adeguato. Viene spesso usata in modo ironico.

Vecchioni
Non si può dire ad una persona si te stesso perché spesso ciò non è possibile per molteplici motivi ma più giustamente bisognerebbe dire
“Si correttamente simile a te stesso”

Cooper
…. ma se da una parte manca il bersaglio fa centro dall’altra, perché anche le parole sono pietre, pietre di altro tipo, scagliate, indietro nel tempo fino al ricordo del dolore oppure in avanti, fino al momento della nostra lettura, e più lontano ancora, nel futuro delle letture a venire.

I’am a real artist

I don’t give up
I don’t give up
I don’t give up
I don’t give up
I don’t give up
I don’t give up
I don’t give up
I don’t give up

I’am a real artist

I do not give up
I do not give up
I do not give up
I do not give up
I do not give up
I do not give up
I do not give up
I do not give up

Ma ora i miei 10 minuti di notorietà sono finiti quindi vi ringrazio e vi saluto cosi!....

“Sono un eroe perché lotto tutte le ore”
Caparezza

“E un'altra possibilità io la voglio, non posso farne a meno”
La Cruz

“E l’ho pagata cara la mia presunzione ma io volevo solo essere il migliore”
Venditti

“Cosa si prende cosa si da quando si muore davvero”
Ruggeri

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua nel paese delle mezze verità
Fibra

“Quante volte io dovrò morire per sentirmi ancora vivo?”
Masini

Si! “Sono solo canzonette” dice Eduardo Bennato, ma se avesse ragione
Philip K. Dick che in “Valis” sostiene che il senso della rivelazione di molte verità potrebbe essere contenuto proprio tra queste?
Io non voglio correre il rischio di perdere questa possibilità, e voi?

FINALE - THE END

Ninetto
“A papà me sa che la vita è niente”

Totò
“E certo! La morte è tanto…”

Accattone
Scena finale
“Ecco! mo’ sto bene”


pino boresta

Litania 5°

         Io sono autoreferenziale

Io sono autoreferenziale

- Io sono autoreferenziale e me ne vanto. - Io sono autoreferenziale perché io so e ho le prove che non sono un ipocrita come la maggior parte di quegli artisti che sfruttano i problemi sociali a titolo strumentale solo per raggiungere i propri obbiettivi. - Io sono autoreferenziale perché io so e ho le prove di come vanno le cose nel mondo dell'arte. - Io sono autoreferenziale perché io so e ho le prove che bisogna partire da se stessi se si vuole imparare a conoscere gli altri. - Io sono autoreferenziale perché io so e ho le prove di quale sia la differenza tra essere egoista, egocentrico, megalomane, presuntuoso e l'essere autoreferenziale. - Io sono autoreferenziale perché io so e ho le prove di quello che sono disposti a fare e fanno gli artisti che non sono autoreferenziali pur di aver successo. - Io sono autoreferenziale perché io so e ho le prove che a volte si può essere più utile agli altri così, che diversamente. - Io sono autoreferenziale perché io so e ho le prove che quello che faccio è necessario, indispensabile e urgente. - Io sono autoreferenziale perché io so e ho le prove di non essere un terrorista ma un artista che fa valere le proprie ragioni con il suo lavoro. - Io sono autoreferenziale perché io so e ho le prove di avere sbagliato a rivolgermi a tutti coloro a cui era inutile rivolgersi. - Io sono autoreferenziale perché io so e ho le prove di continuare a sbagliare. - Io sono autoreferenziale perché io so e ho le prove che a causa di tutto questo ho perso tutto ciò che avevo da perdere. - Tutto questo io lo so e ho le prove. - Per questo fino a quando avrò un alito di vita non smetterò di combattere la mia battaglia contro tutto, contro tutti e contro me stesso, non perché sono un vero artista, ma perché sono, sono uno, uno e basta. - Uno lì dove l'ipocrisia è imperante, e questo è tutto. pino boresta ps Dedicato a tutti gli autoreferenziali

Litania 6°

      So io proprio io


So io proprio io

C’era una volta una classifica: la classifica del “#Talentshow – Il Talent Show condotto da Luca Rossi con 101 partecipanti”, (si proprio come quelli della carica) e io non solo ero in classifica ma addirittura in seconda posizione solo dopo Stefano Arienti.
Io, proprio io, che impazzisco per le classiche, io, io che vado matto per le graduatorie, e questo ormai lo sanno tutti come tutti sanno che la vita è tutta una graduatoria. Ma dovevo aspettarmelo, figurati, per una volta che c’ero io.
Era la classifica delle classifiche, quella fantastica, quella super, la più importante di tutte, dove io proprio io, una volta tanto ero lì, ero lì in testa a tutti, io proprio io in cima a tutta quella gente, e gli altri?
Gli altri sotto!
Sotto, sotto di me erano tutti quegli artisti (per poi non parlare di tutti quelli che non c’erano, che goduria il solo pensarci).
Non ci potevo credere io, proprio io, in vetta e più in basso la moltitudine, io, proprio io, primo (quasi primo), un uomo solo al comando (quasi solo) ed ero io, io proprio io. Ero arrivato secondo su ben 101 illustri e rispettabilissimi artisti, io proprio io là e 99 altri importanti e autorevoli artisti tutti sotto di me, e quando mi succederà più nella vita?
Non si verificherà mai, mai più, mai, mai, mai più. Io proprio io ero là all’apice e toccavo il cielo con un dito (o quasi).
Ma poi?
Poi tutto è svanito, tutto è scomparso, perché lo avete fatto?
Dove avete messo quella pagina?
Questo significa essere crudeli, questo vuol dire voler minare alla radice il povero animo di un artista già tanto frustrato di suo, questo vuol dire volere umiliare e accanirsi contro l’animo di un povero artista continuamente defraudato che quel piccolo riconoscimento gli alleggeriva l’esistenza e lo faceva sentire importante almeno per una volta nella vita.
Ridatemi indietro la mia classifica, rivoglio il mio sogno, non si rubano i sogni agli artisti in questo modo.
Perché la mia classifica non c’è più?
Perché è stata annullata? Perché questo link è sparito?
Infatti, se vi andate non troverete più nulla, Perché è stato deciso di cancellarlo?
Perché sopprimerlo, eliminando di fatto per sempre la mia classifica, e si! “La mia classifica” perché era l’unica che in 30 anni di onorata attività mi vedeva finalmente presente.
Perché abolirla per sempre? E di fatto me con lei?
Io proprio io questo inganno, questo tradimento, questa pugnalata alle spalle caro Luca proprio non me la meritavo.
Ne è faustamente e saggiamente rimasta una traccia sul lungimirante Cagliari Art Magazine qui il link: http://www.cagliariartmagazine.it/talentshow-il-talent-show-condotto-da-luca-rossi-i-101-partecipanti/
Ma non è la stessa cosa.
Per fortuna però istintivamente me l’ero già stampata, perché forse lo sapevo, o più probabilmente me lo immaginavo che andava a finire cosi, e ora che faccio?
Che faccio, la vado a recuperare li nella cartellina dove la conservo, la incornicio, e me l’attacco in bella vista allo studio, così ogni tanto la posso guardare e ripensare a quei giorni felici in cui io proprio io ero lì al vertice, io proprio io sul punto più alto, lì alla sommità, primo tra i primi, primo azzo! (la “c” mancante non è una svista ma un piccolo accorgimento per i delicati intellettualmente).
Ma ci pensate io primo?
Come?
Quasi primo?
Si lo so, ma nella vita bisogna sapersi accontentare, e io sto cercando d’imparare iniziando proprio con questi piccoli fatti, questi piccoli episodi che la vita inaspettatamente ti regala, in attesa in qualcosa di più grande e importante, che forse non arriverà mai, ma questo sogno non potrete togliermelo, non potrete cancellarlo, annullarlo, abolirlo o farlo sparire come avete fatto con quel link.
Potrete ridermi alle spalle, potrete prendermi in giro, deridere, dileggiare, ma questa speranza per quanto infame questo mondo sia non potrete togliermela, perché questa chimera è dentro di me, dentro il mio io e per toglierla da li dovete uccidermi, e forse neanche così ci riuscireste. Perché questa illusione è dentro il mio cuore di cavallo matto, dentro la mia testa dura di rinoceronte bianco, dentro la mia mente di gorilla ostinato che vi fissa negli occhi da dietro lo spesso vetro cercando di farvi con il pensiero questa semplice domanda “Perché mi state facendo questo? Perché?”.

pino boresta


Qui di seguito gli artisti della classifica con tanto di numerazione originale:

1-stefano arienti,
2-pino boresta,
3-maurizio mercuri,
4-nicola verlato,
5-roberto ago,
6-nico vascellari,
7-domenico “mimmo” di caterino,
8-rossella biscotti,
9-matteo rubbi,
10-adrian paci,
11-francesco arena,
12-giorgio andreotta calò,
13-massimo grimaldi,
14-francesco gennari,
15-giuseppe stampone,
16-luigi presicce,
17-enrico morsiani,
18-emanuele becheri,
19-marinella senatore,
20-laboratorio saccardi,
21-alberto garutti,
22-luca trevisani,
23-yuri ancarani,
24-marcello maloberti,
25-michael fliri,
26-patrick tuttofuoco,
27-paolo chiasera,
28-patrizio di massimo,
29-alberto tadiello,
30-mario airò,
31-cesare pietroiusti,
32-roberto fassone,
33-gian maria tosatti,
34-paola pivi,
35-lara favaretto,
36-giuseppe gabellone,
37-matteo fato,
38-valerio rocco orlando,
39-micol assael,
40-alis/filliol,
41-francesco barrocco,
42-valerio berruti,
43-simone berti,
44-massimo bartolini,
45-botto e bruno,
46-diego perrone,
47-roberto cuoghi,
48-rosa barba,
49-enrico david,
50-italo zuffi,
51-arcangelo sassolino,
52-vedovamazzei,
53-giulio frigo,
54-chiara fumai,
55-flavio favelli,
56-luisa lambri,
57-luca bertolo,
58-eva marisaldi,
59-andrea mastrovito,
60-sabrina mezzaqui,
61-marzia migliora,
62-andrea nacciariti,
63-giancarlo norese,
64-alek o.,
65-pennacchio argentato,
66-gabriele picco,
67-luca pozzi,
68-nicola saporì,
69-cosimo veneziano,
70-massimo bartolini
71-serena vestrucci,
72-elena mazzi,
73-filippo vasetti,
74-armin linke,
75-franco losvizzero,
76-guido airoldi,
77-davide bertocchi
78-luca vitone
79-loris cecchini
80-paola michela mineo
81-olmo
82-manfredi beninati,
83-alterazioni video
84-lia checchin,
85-thomas braida,
86-pesce chete,
87-lamberto teotino,
88-alvise bittente
89-fulvio martini
90-nicola martini
91-stefania galegati shines
92-liliana moro
93-lorenzo scotto di luzio
94-santo tolone
95-elisabetta benassi
96-piero golia
97-david casini
98-pietro roccasalva
99-alessandro pessoli
100-sissi
101-masbedo

p.s.
Un ringraziamento particolare a chi ha inventato le classifiche, e uno ancora più speciale a chi da oggi in poi mi metterà nella sua classifica, pubblica o privata, bella o brutta, vera o finta che sia non importa, possibilmente però sempre nei primi posti, meglio ancora sarebbe se primo, grazie.

Litania 7°

     Il vero artista




















Il vero artista

Il vero artista

Qual è oggi il vero artista?
Quello disposto a pagare pure di essere considerato tale?
Quello disposto a prostituirsi pur di ottenere qualcosa?
Quello disposto a farsi del male pur di catturare l’attenzione?
Quello disposto ad umiliarsi pur di conseguire un risultato?
Quello disposto a vendersi?
Quello disposto a ubbidire?
Quello disposto a rinunciare?

Forse nessuno di questi?
Oppure, più probabilmente, un misto di tutto questo?

Quali sono le caratteristiche che distinguono un artista di valore da quelli che non lo sono?

Non sarò certo io a dirvelo, ma se pensate che gli artisti più bravi e importanti 
siano quelli proposti e sostenuti solo da certe gallerie state sbagliando di grosso, 
in realtà sono semplicemente coloro che riescono ad avere più visibilità, ma niente di più.

Gli artisti migliori sono da altre parti e non hanno vita facile come sostiene qualcuno.

Pertanto i più furbi, investono il loro interesse, e non solo quello, in altre direzioni, 
lasciando gli artisti/bluff a coloro che hanno poco tempo da spendere e tanto denaro da buttare.

Non esistono modelli, regole o cliscè definitivi su come un artista possa raggiungere la notorietà, come del resto il cercatore d’oro non trova mai la pepita lì dove si aspetta che sia.

Questo per dire che sul lungo periodo non si può considerare di successo artisti che oggi sono considerati tali: che sia solo una questione di glamour?

Come dice nell’omonimo film un compaesano di Antonio Ligabue nella scena del suo funerale: 
“Io ho un suo quadro e potevo averne 100”.


pino boresta

Litania 8°

         Io Amo l’Arte





Io Amo l’Arte


Io amo l’arte e vivo per l’arte e come tutti quelli che credono fortemente in qualcosa sto male quando vedo e mi accorgo d’ingiustizie e di storture all’interno di questo sistema.

Io odio il sistema dell’arte quando il sistema dell’arte sbaglia.
Io odio il sistema dell’arte quando il sistema dell’arte è corrotto.
Io odio il sistema dell’arte quando il sistema dell’arte è cieco, sordo, muto.
Io odio il sistema dell’arte quando il sistema dell’arte dimostra di non saper amare, di non saper amare e nutrirsi di quello per il quale è nato ed esiste.
Io odio il sistema dell’arte quando il sistema cade nelle mani sbagliate, e questo aimè succede spesso, troppo spesso.

Dice una canzone “…tu parli da uomo ferito…” .

Si! È vero io sono ferito e vengo ferito ogni giorno, ma non venite a dirmi che non devo lamentarmi, questa soddisfazione io non ve la darò mai, perché io amo quello che faccio e lo faccio con amore.

Io amo il sistema dell’arte quando il sistema dell’arte funziona bene.
Io amo il sistema dell’arte quando il sistema dell’arte è giusto.
Io amo il sistema dell’arte quando il sistema dell’arte è onesto.
Io amo il sistema dell’arte quando il sistema dell’arte premia chi lo merita.

Ma non potete chiedermi di far finta di niente quando il sistema dell’arte agisce in maniera malata come il nostro sistema politico,
come il nostro sistema finanziario,
come il nostro sistema istituzionale.
Io non solo devo avere la libertà di segnalarlo, ma il dovere di denunciarlo, e se per fare questo il prezzo da pagare è il disprezzo da parte di coloro che di queste storture sono i responsabili, i beneficiari e i complici, me ne frego e vado avanti orgoglioso di quei pochi, ma sinceri che dentro e fuori il sistema dell’arte mi apprezzano, accontentandomi spesso anche solo della loro pacca sulla spalla.

Del resto nella vita ognuno fa quello che ha il coraggio e la forza di fare e ormai non biasimo più nessuno per quello che non ha fatto e poteva fare.
Credo di aver ormai imparato a riconoscere quando una persona è autentica, onestà e corretta nei miei confronti e se il prezzo pagato per aver imparato è stato alto, e se le rate da liquidare prima di estinguere questo mutuo con la vita sono ancora molte, comunque sono sicuro che alla fine ne sarà valsa la pena.


Pino Boresta

ps
Ho così risposto a chi mi ha domandato se amo o odio il sistema dell’arte.

Litania 9°

       Ho continuato




Ho continuato

Ho continuato perché credo nel mio lavoro.
Ho continuato perché gli artisti che sono più astuti di me e riescono a imporsi per vie diplomatica non hanno un lavoro migliore del mio.
Ho continuato perché non essendo abile nelle PR ho deciso di sperimentare, altre strade.
Ho continuato perché se è vero che l’artista è più utile quando perde, io sono il principe dei perdenti e non posso esimermi dal fare qualcosa di utile per gli altri.
Ho continuato perché i frutti di una buona semina si raccolgono in seguito, anche se questo non è sempre scontato.
Ho continuato perché io faccio opere e progetti non in funzione di mostre o esposizioni, ma per il piacere farlo.
Ho continuato perché nello Zen non si ha meriti per quello che si fa.
Ho continuato perché nello Zen la concezione del merito non esiste.
Ho continuato perché la concezione del merito forse non esiste, ma io esisto.
Ho continuato perché io esisto,
                        io esisto sempre, 
                        io esisto al di la dei committenti,
                        io esisto al di la della committenza, e
                        io credo che questo sia un valore che merita 
                        di essere portato  avanti.
Ho continuato perché il bello non è possedere ma il bello è desiderare.
Ho continuato perché il bello non è arrivare ma il bello è proseguire.
Ho continuato perché il bello non è trovare ma il bello è cercare.
Ho continuato perché il bello non è trovare ma il bello è cercare.
Ho continuato perché il bello non è arrivare ma il bello è proseguire.
Ho continuato perché il bello non è possedere ma il bello è desiderare.
Ho continuato perché io voglio essere compreso, io non voglio essere definito.
Ho continuato perché io voglio essere compreso, io non voglio essere capito.
Ho continuato perché io voglio essere compreso, io non voglio essere esibito.
Ho continuato perché non voglio benevolenza ma voglio imparzialità.
Ho continuato perché non voglio clemenza ma voglio serietà.
Ho continuato perché non voglio indulgenza ma voglio amicizia.
Ho continuato perché non voglio essere ricordato per le mie opere, voglio essere ricordato perché ho amato e ho odiato allo stesso tempo questo maledetto mondo dell’arte.
Ho continuato perché non si sa amare se non si è stati mai amati, ma io ho.
Ho continuato perché si impara li dove si ama, e io amo quello che ho, amo quello che faccio.
Ho continuato perché il mio lavoro non è importante per quello che rappresenta, ma è importante per quello che ci metto.
Ho continuato perché non ho paura di fallire.
Ho continuato perché so nutrirmi di false speranze.
Ho continuato perché so errare.
Ho continuato perché so sbagliare.
Ho continuato perché ho sbagliato.
Ho continuato perché, forse, sbaglio.
Ho continuato perché sbaglierò.
Ho continuato perché bisogna ricordare ieri per non ripetere oggi.
Ho continuato perché io ricordo quello che è successo ieri e non voglio che accada oggi.
Ho continuato perché ieri non sia oggi.
Ho continuato perché oggi non sia ieri.
Ho continuato perché io non sono solo un artista io sono una battaglia e non posso tirarmi indietro.
Ho continuato perché l’arte è ribellione.
Ho continuato perché l’arte è dissenso.
Ho continuato perché l’arte è opposizione.
Ho continuato perché l’arte è resistenza.
Ho continuato perché l’arte è scontro.
Ho continuato perché l’arte è lotta.
Ho continuato perché l’arte è contrapposizione.
Ho continuato perché l’arte è contraddizione.
Ho continuato perché l’arte è contraddittorio.
Ho continuato perché l’arte è confronto.
Ho continuato perché l’arte è incontro.
Ho continuato perché io Ho.
Ho continuato perché Ho.
Ho continuato Ho.
Ho Ho.
Ho.
Ho continuato perché mi piace perdermi.
Ho continuato perché mi piace perdermi dentro di me.
Ho continuato perché mi piace perdermi dentro le mie costruzioni mentali.
Ho continuato perché mi piace perdermi dentro le mie continue elucubrazioni mentali.
Ho continuato perché credo nelle pippe mentali
Ho continuato perché mi piacciono le pippe mentali.
Ho continuato perché mi piacciono le mie pippe mentali.
Ho continuato perché mi piacciono i miei pipponi zen.
Ho continuato perché non c’è niente di zen in tutto questo, o forse si.
Ho continuato e continuerò a farlo.



Pino Boresta

ps
Ho così risposto a chi mi ha chiesto perché continuo a fare l’artista nonostante tutte le mie continue critiche e lamentele al sistema dell’arte, rcon questa mia nuova litania o se preferite chiamatela pure: pippa mentale, pippone zen o come meglio credete.