martedì 13 dicembre 2022

Litania 11°

         Ho visto



Ho visto

- Ho visto a Bologna ad ArteFiera 2007
- Ho visto che succhiando succhiando si può arrivare molto in alto, ma se ci fai un video puoi arrivare fino ad ArteFiera. Cosi ha fatto Jen De Nike, dove si vede lei che succhia e si fa succhiare dalle sue amiche le dita dei piedi. Potenza della libido nell’arte o dell’arte libidinosa?
- Ho visto il solito bel sedere nudo che tenta di sedersi su sedie sempre diverse e sempre troppo piccole per le sue natiche, un’opera di Paola Pivi.
- Ho visto la bella foto di chi viene fotografato mentre lui stesso fotografa la sua dolce meta nuda sul letto (Nicola Pellegrini e Ottonella Mocellin).
- Ho visto le opere più abbottonate, ma con delle zip, di Stefano Arienti.
- Ho visto per i più piccoli la locomotiva che cammina ma non avanza, grazie a un semplice stratagemma tecnico ideato da Robert Barta.
- Ho visto l’art cube di Susid Pawel o l’Harry Potter orientale Lu Hunsheng che tenta di spiccare il volo su una scopa di saggina.
- Ho visto per la serie i burloni, l’opera di Roberto Ago con tanta voglia di ready made e le sue tapparelle in alluminio, già vendute. Niente bollino rosso invece per la sua cornice Ikea 70x100 intonsa. Una domanda sorge spontanea da dove nasce tanta pulizia? Il curriculum dice allievo di Garutti e Fabro.
- Ho visto per la sezione “macro opere” Susy Gomez che ha pensato di realizzare un enorme borsa di coccodrillo. Vita dura per gli scippatori.
- Ho visto Mario Schifano alla galleria Giò Marconi chi ne volesse comprare uno in sicurezza consiglio di farlo qui.
- Ho visto un uccellino che si gode la fiera imprigionato in un ventilatore sperando che i due creativi (Pantano, Surace) non abbiano i calori e decidano di attivare la sua gabbia. Artisti come potenziali boia? Ma quali saranno mai i delitti commessi dal pennuto? Per quel bastardo del pesce rosso consiglio il cestello della lavatrice.
- Ho visto guai in vista per i prossimi 7 anni, per Alfredo Pirri, colpa dei troppi specchi rotti? La superstizione va abolita.
- Ho visto delle domande liberamente tratte: Ma è veramente tuo marito? Ma lui dove lo hai scovato? Ma è tua sorella gemella?Ma il marito è vero? dall’opera “Un matrimonio felice”. Avrei pure io una domanda per Daniela CoscioniMa saranno pure cazzi vostri?
- Ho visto “Come premiare gli artisti?” il convegno di oggi all’art cafè. Tra i presenti Pier Luigi Sacco dice qualcosa di sensato, peccato non sia la prima volta, ma poi non cambia nulla.
- Ho visto il fenomeno, il mago, il Michelangelo del cartone vincitore del premi Cairo, Chris Gilmour. A Roma sulla via Tuscolana c’è il negozio di un artigiano del giunco che fino a poco tempo fa esponeva una splendida moto realizzata interamente con canne di bambù, ma lui a Bologna non c'era e non credo abbia vinto premi, al massimo avrà venduto la sua opera a pochi euro.
- Ho visto poi sculture di chewing gum, di cioccolata, fatte con tappi di bottiglia, con tavolette del domino, e chi sa che altro verrà fuori, ma io sono pronto a tutto, avanti stupitemi. Banalità delle banalità, le sculture più belle erano invece fatte di legno, quelle di Gerhard Demetz, pose di adolescenti catturati in attimi folgoranti.
- Ho visto poi la sgommata sul fango di Sabine Gross, bella l’idea brutta l’opera.
- Ho visto aggirarsi per la fiera Carmine Capuano con il suo cartello al collo professando il manierismo geometrico, brutta l’idea e brutto pure lui.
- Ho visto felicemente un Felice Levini in versione Pitagora.
- Ho visto i mandala in stile boettiano di Sabrina Mezzaqui.
- Ho visto gli omini di Francesco De Molfetta che giocavano a golf su un verde golf a giro collo
- Ho visto il cuore e il cervello fuori dalle scarpe di Claudio Costa.
- Ho visto le impronte digital-sentimentali di Maurizio Pellegrin.
- Ho visto le inutili scritte ma fatte con migliaia di spilli di Nicus Luca.
- Ho visto l’inaspettato astratto geometrico di Emilio Vedova intitolato “Il mondo è un reticolato”
- Ho visto uno dei malinconici personaggi seduti di Mario Sironi. Ogni volta che ne scopro uno, ho come una scossa.
- Ho visto i bozzetti di Christo che mi hanno ricordato i quadretti in rilievo di Roma vecchia. Altra cosa sono gli interventi di land art.
- Ho visto il grande Sebastian Matta, ma continua a mancare il figlio, Pablo Echaurren, chi sa perché?
- Ho visto qualcuno che sbandiera ancora quel paravento di Ronnie Cutrone.
- Ho visto 2 pezzi di Alessandro Gianvenuti, spariscono gli arti e rimane l’arte. Il puro mestiere della forma e del colore.
- Ho visto Luca Cordero di Montezemolo, in veste di consulente artistico per un amico, affascinato dagli specchi colorati di HC Berg, più per il fatto che fossero in visual vortex che dalle scritte su questi. Non posso dargli torto.
- Ho visto i bei quadri di Alberto Savinio. Mi hanno sempre detto superassero quelli del fratello di un paio di spanne.
- Ho visto alla galleria Martano le belle opere di Pinot Galizio. Vari pezzi che andavano dal 1958 al 1962.
- Ho visto il magnifico Bill Viola dedicarsi anche lui alle espressioni e smorfie del viso, realizzando un video in slow motions di sei teste riprodotte (sempre la sua) su un display al plasma. E da tempo che glielo dico: “Make a face!… You won’t solve your problems like this, but it will surely lighten your weight.”
- Ho visto da Gino Gianuizzi (galleria Neon) la famosa falsa copia della rivista di Flash Art realizzata da Maurizio Cattelan con in copertina riprodotta l’immagine di una sua installazione intitolata “strategie”. Opera composta da una piramide di vere riviste di Flash Art. Quel Flash Art che gli dedicherà in seguito più di una vera copertina.
- Ho visto con piacere un americano a Bologna. L’artista-contro che dopo tanti anni di strada trova il suo posticino nel gotha dell’arte. Parlo di Shepard Fairey detto Obey, presente alla galleria francese Magda Danysz. Non c’è spazio invece per chi in Italia negli stessi anni faceva e fa le stesse operazioni. Devi morire!.. ta..ta..ta..ta.
- Ho visto un quadro del misterioso Gino De Dominicis, anche lui contestatore radicale del sistema dell’arte. Trovo qui una delle poche possibilità di farlo visto che per sua volontà le opere non possono essere riprodotte. Non sono svenuto.
- Ho visto prima del buio totale, gli ultimi 4 cerini di Raymond Hains meglio del suo pezzo stile Mimmo Rotella.
- Ho visto il caro Mimmo finalmente fuori dai magazzini visibile alla Galleria spirale 2000 con dei bellissimi décollage, grazie a dio senza nessun Marilyn Monroe. Il pensiero cade melanconico nel ricordo di quell’unica volta che proprio ad ArteFiera ho avuto l’opportunità di conoscere il grande Mimmo Rotella poco tempo prima che morisse. Poche parole ma sufficienti per scolpirlo nella mia memoria.

Saluto tutti e mi faccio sottile sottile, ricordando che qualcuno ha detto “Di ogni opera d’arte bisogna scovare la capacità di comunicare e l’originalità della sua concezione” Ed io cosa ho fatto?

pino boresta

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