Tracce di vita conservate per un tempo che non esiste.
Frammenti di tempo andato.
Intervalli di tempo scartato.
Avanzi di tempo rifiutato.
Mix Objets Trouvés che trovano una nuova ragione di esistere infilandosi di volta in volta in spiedini di tempo presente sempre diversi.
Non sono reliquie di tempo riattualizzati nel tentativo di far lievitare tempi sospesi.
Non sono indizi che hanno la presunzione di acquisire nuovo significato.
Non sono segni del tempo che guadagnano valore.
Non sono feticci di ricordi andati chi sa dove.
Non sono corpi che vogliono incarnare virtù speciali.
Non sono il corpus del Cristo.
Ma che vogliono?
Che vogliono?
Che vogliono?
Sono piuttosto…
Sono tracce di storia narrata dall’artista che racconta circostanze,
e chi sa che altro.
Sono segnali di vita, che hanno consumato sé stessi senza pretese.
Sono indici che non hanno la presunzione di acquisire nuova accezione,
né nuovo valore.
Sono oggetti che raccontano il suo demiurgo,
e per possibili analogie colui che le visita.
Non è questo quello che deve fare un’opera?
Svelare, dispiegare, rivelare.
Fare in modo che i pensieri si affastellino uno su l’altro
in colui che dall’opera sarà:
Catturato, incuriosito, affascinato.
E se ciò non avvenisse?
Se ciò non avvenisse ricordate sempre che i buoni artisti sarebbero pronti a morire in croce per un vostro elogio.
Consacrati all’arte.
Così li vuole l’Art System in una necessaria ed indispensabile vocazione al martirio.
Caro artista se la gloria tu vuoi,
è quella nell’alto dei cieli che devi ambire,
di più non puoi e non devi chiedere.
Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare.
pino boresta
ps
Dedicata ai miei R.A.U. – Reperti Arteologici Urbani ed a tutta la nuova arteologia urbana e non
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