mercoledì 19 marzo 2008

1999 Paola Tognon

















L’Ultimo degli Sciuscià


























Link. Buio, aria ancora fredda, attesa di "qualcosa" che deve avvenire, una birra nella mano, persone che si guardano, altre che si muovono, alcune che raccontano le visioni multiple di una giornata fieristica. Metto a fuoco una bambina che partecipa ad un’azione discreta a pochi metri dalla mia linea d’ombra. Sta vicina ad un tavolo, si sposta sotto la sua piattaforma di sicurezza nella penombra di una lampadina che si allunga sotto un filo volante. Ne considero lo sguardo attento, l’orgoglio che traspare nei movimenti: sta aiutando l’Ultimo Degli Sciuscià. Mi avvicino incuriosita, pensando ai bambini come filosofi senza tregua: domande, azioni e riflessioni a ritmo continuo. Pino Boresta sta lucidando le scarpe di G. R.; la sua perforrmance è in corso, la scatola dei lucidi colorati accanto, spazzola e stracci di lato, sgabello e poltrona sono occupati. Aria seria e composta, niente scalpore, luce pendula. L’impressione è quella di una situazione usuale – sai, le solite cose dietro l’angolo; ogni giorno sotto casa mia; all’ingresso della metropolitana; accanto all’edicola…-






















Ma.
C’è quella bambina che, prima di cascare addormentata su doppia fila di sedie accostate, osserva orgogliosamente questo padre-attore-artista performatico. Nell’aria l’imbarazzo degli astanti misurabile sul numero di sguardi alle proprie scarpe (speriamo non siano troppo sporche). L’avvicinamento sciolto di conoscenti e amici preferibilmente quando la sedia dell’Ultimo Sciuscià è occupata. Il nostro sguardo curioso che segue timbri e bolli sul certificato rilasciato da Pino Boresta a chi spontaneamente si è fatto pulire le scarpe. 
E.
L’incongruità evidente e silenziosamente spiazzante della performance. Realizzazione di un’azione di passata ri-memoria in un locale notturno "alternativo" con un paesaggio comune (che sta per abitudinario) mescolato a quello "dell’arte nazionale un poco ufficiale" che viene sottoposto ad un’azione discreta e continua -senza inizio e senza fine- in grado di riproporre alla nostra mente reliquie di film da cineteca. Un poco imbarazzante. Questa performance non ci stupisce con effetti speciali. Semplicemente si inserisce nella nostra riflessione. Metafora di previsione?

Paola Tognon



















Scritto a seguito della performance tenutasi a Link di Bologna nel gennaio 1999 e pubblicato su "Incursioni" edizioni zero nel maggio 2005.

















p.s.
Qui in foto un momento della stessa performance realizzata nel 1995 al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Mentre lustrando le scarpe al critico romano Massimo Carboni molti dei presenti hanno trovato la situazione particolarmente divertente e curiosa io invece mi sono interrogato cercando di capire, se nel caso specifico si raffigura lo stereotipo dell’artista che pulisce le scarpe al critico oppure al contrario di quello che fa le scarpe al critico che? Voi che dite?


(Riflessione di Pino Boresta)





In foto; alcuni momenti della performance Ultimo Degli Sciuscià, io con mia figlia Soele.

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