Oreste come Fluxus?
“I problemi di classificazione arrivarono più tardi, ponendo la questione di chi appartenesse a Fluxus e chi no” così afferma Wolf Vostell. La stessa cosa si può dire del gruppo Oreste che in 4 anni (1997/2001) ha realizzato, residenze estive, laboratori, pagine Web, riunioni, viaggi, convegni, incontri, discussioni, chat, libri, cene, eventi, presentazioni ed esposizioni, ma mai una mostra. Forse questo è la sua grande forza, la mossa più azzeccata, il suo maggior pregio, il vero testamento. Eppure, c’è stato un giorno in cui venne l’idea di organizzarne una, ma per motivi vari non andò a buon fine. I promotori non la presero bene e anche alcuni artisti ci rimasero male, sostenendo che si perdeva una grossa opportunità. Solo oggi capisco l’importanza di non aver fatto quella mostra.
In linea con la teoria di Nul e come direbbero Manzoni & Co. “Una mostra è utile quasi quanto nessuna mostra”. Ma allora cos’è Oreste? Come nasce? Chi è? Il progetto Oreste nasce nel luglio 1997 su iniziativa dell'associazione Zerynthia e dell’allora sindaco di Paliano (FR) Peppe Alveti che mise a disposizione la foresteria di Palianello per una residenza estiva di artisti visivi e non solo. Dora e Mario Pieroni (dell’associazione Zerynthia) chiamarono Cesare Pietroiusti, che a sua volta invitò vari artisti alla realizzazione del progetto.

(I libri di Oreste sono:“Come faccio a spiegare a mia madre che ciò che faccio serve a qualcosa”; “Oreste uno”; “Oreste at the Venice Biennale”.

Pubblicato su; “Juliet” n. 136 February – March 2008
In foto; Opera di Ben Vautier, Wolf Vostell, Piero Manzoni, e i libri di Oreste.
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