giovedì 26 marzo 2015

“One Years Performance” di Pino Boresta


Matti o artisti? di Pino Boresta
















Bisogna essere matti per fare gli artisti o si diventa matti facendo gli artisti? Durante un convegno ho ascoltato con interesse e attenzione tutto quello che si è detto al riguardo del lavoro alienato e alienante di certi malati mentali che a detta di alcuni studiosi dovrebbe essere considerato come un vero e proprio lavoro artistico, evitando etichette e riserve costituite per relegare l’interesse a una visione esclusivamente antropologica. Avvolte, riflettendo sul mio lavoro, mi è capitato di chiedermi quale sia il confine tra arte e pazzia.














Come non parlare allora di uno degli artisti considerato tra i più folli del secolo precedente Tehching Hsieh: un artista nato a Taiwan, poi trasferitosi a New York dove in vent’anni (1978-1999) esegue 5 performance della durata di un anno intero dal titolo, per l’appunto, “One Years Performance”. La prima consistette nel rinchiudersi in una gabbia di legno di circa 8 mq imponendosi di non fare nulla di nulla se non respirare, mangiare, defecare e urinare. Il tutto avveniva sotto il controllo di un legale che sul posto notificava il corretto svolgimento dell’evento. Durante la seconda si impose di timbrare un cartellino ad ogni ora al suono di un segnale acustico. Nella terza divenne una sorta di barbone in giro per la città di New York proibendosi di entrare in qualsiasi posto al coperto. La quarta è l’unica azione nella quale Hsieh coinvolse un’altra persona, la performer Linda Montano. I due artisti (che non si erano mai conosciuti prima) vissero come gemelli siamesi legati da una corda alla vita lunga solo 2,5 metri. Per la quinta si ripropose di evitare di creare o godere di arte in alcun modo, un azione paradossale che ci rivela che si può fare arte non facendo arte. Per giustificare poi la durata dei 20 anni di attività di Tehching Hsieh bisogna aggiungere alle cinque azioni di un anno intero sopra brevemente descritte una 6° ed ultima che durò addirittura 13 anni. Una performance incominciata ufficialmente il 31 dicembre 1986 dichiarando che ne avrebbe svelato modalità e contenuto solo al termine fissato per 31 dicembre 1999, cosa che fece poi il 1 gennaio del 2000 leggendo un documento che diceva “Io Tehching Hsieh sono sopravvissuto”. E se per Hsieh la regola della sua ultima azione fu quella di rimanere in vita per qualche altro artista potrebbe essere quella di suicidarsi.



Prima performance:



















Seconda performance:



























Terza performance:



























Quarta performance:



























Quinta performance:



























Sesta ed ultima performance:

























Pubblicato su; "Juliet" n. 162 April – May 2013


In foto; Un doppio ritratto di Tehching Hsieh, foto di Tehching Hsieh, seguono in ordine delle foto documentazioni delle sei performance di Tehching Hsieh descritte nel testo.

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