giovedì 2 maggio 2013

Fino a me stesso









Abbiamo intervistato in esclusiva Pino Boresta, il performer Romano che ha messo davanti la loro futilità con una azione artistica fortemente critica "Io vivrò" Baratta e Gioni, colpevoli di non averlo invitato a partecipare alla loro Biennale, dopo avere annunciato la sua morte perché omesso dalla prestigiosa panoramica ha dichiarato con forza a Gioni che continuerà a vivere nonostante la dolorosa e dolosa esclusione.
Duramente attaccato da Luca Rossi risponde indirettamente dalle pagine del nostro blog, rifiuta l'accostamento a artisti come Luca Lo Coco e Lavagetto e ci confida che continuerà la sua azione performatica e critica nei confronti della Biennale di Venezia.

Domenico Di Caterino





L'Intervista:

Mimmo:
Pino da cosa è stata mossa la tua azione performatica "Io vivrò"?
Ti chiedo questo perché personaggi sintetici creati dal sistema in maniera fintamente disfunzionale come Luca Rossi ti hanno accusato di essere troppo estremo e quasi impresentabile, secondo lui/loro e secondo una certa mentalità artistica, provocazioni e lavori come il tuo hanno senso solo quando realmente inquadrati in un sistema. 

Pino Boresta:
Quale sistema? Ci sono tanti sistemi, a me piace il mio sistema, credo che ognuno debba utilizzare il sistema che preferisce, il giorno in cui questo sistema non fosse più soddisfacente, cambierò sistema, e quale sistema utilizzerò? 
Probabilmente ancora una volta un sistema di quelli non realmente inquadrati, o forse no o forse si.







Mimmo:
Tu ti definisci un artista di processo o di prodotto? Quando determini una tua azione artistica pensi in termini di prodotto o t'interessa esplorare il processo che deriva da una suggestione che diventa processo e azione? 

Pino Boresta:
A me interessa tutto, il prodotto, il processo, l'azione artistica, il prodotto che nasce dall'azione artistica le esplorazioni, le suggestioni e tutto ciò che sorge a galla nel corso dell'azione stessa e dopo e prima di questa.



Mimmo:
Avevi annunciato la tua morte per poi urlare a Baratta e Gioni che vivrai, ma pensi sul serio che a certi artisti oggi interessi partecipare alla Biennale di Venezia? Forse realmente interessati a partecipare alla Biennale di Venezia sono solo quelli artisti Accademici (per carica artistica di portaborse politico e di partito) che non riescono a risolvere la loro frustrazione con un mercato privato che giustamente non ne ha mai riconosciuto l'attività ed il valore (il problema l'aveva bene evidenziato Sgarbi), ma un artista come te, ben radicato nel suo territorio e nella sua comunità che cosa ha in comune con la fiera del mercato culturale dell'arte con una patina d'istituzionalità? 

Pino Boresta:
Lo sai che mi hai convinto? Infatti credo che questo sia il mio ultimo tentativo di partecipare alla Biennale di Venezia, anche perché che altro potrei inventarmi? Oddio, una ideuzza mi è venuta.




Mimmo:
Diciamo qualcosa su Massimiliano Gioni, questo vento nuovo dell'arte contemporanea, di cosa è figlia questa sua presunta competenza superiore? Politi da anni sostiene su Flash Art di essere un suo padre spirituale di formazione, suo come di Cattelan, Bonami, Beatrice e Bellini per esempio, come mai tutte le grandi competenze del sistema dell'arte italia sembrano obbligatoriamente passare da Flash Art?

Pino Boresta:
Forse perché lo dice lui? Ma potrebbe anche essere vero, ma non credo mi interessi molto rispondere a questa domanda comunque l'ho fatto.



Mimmo:
Ti ritrovi nell'etichetta outsider del sistema dell'arte contemporanea? Se accomuno il tuo nome a quello di Marco Lavagetto (l'autore della beffa di Tirana ai danni di Politi e Flash Art e di Luca Lo Coco (l'artista costretto a chiudere il suo sito d'arte ashart sotto provvedimento cautelativo del tribunale di Palermo per una azione legale di Politi e il suo studio legale) sbaglio?

Pino Boresta:
Si!

















Mimmo:
Pensi che l'informazione artistica specializzata nell'epoca del web 2.0 abbia ancora un senso? In fondo a cosa servono ancora critici, curatori e galleristi? In questo tempo di forte crisi economica l'artista ha in fondo finalmente la possibilità di relazionarsi senza filtro, col suo lavoro, al suo pubblico ed alla comunità che lo determinano.

Pino Boresta: 
Gli artisti sono come i bambini, che soffrono se i genitori non elogiano quello che fanno. Lo stesso vale per tutti coloro che cascano in depressione se non trovano nessuno che si accorge di loro.



Mimmo:
Luca Rossi sostiene che per vivere non bisogna andarlo a urlare alla conferenza della biennale. Sostiene che la tua operazione sia solo critica istituzionale che mostra la tua debolezza che ha bisogno di essere alla Biennale per vivere, dice testualmente "Boresta dipende da ciò che critica, contraddittorio e fine a se stesso". Ho già dichiarato pubblicamente che Luca Rossi è qualcosa che mira a intercettare i cambiamenti in corso per capitalizzarli in futuro attraverso il web, tu cosa vorresti rispondergli direttamente. 

Pino Boresta:
Io rispondo che Luca Rossi ha ragione e che anche tu hai ragione su quello che dici di lui, ma anche io ho le mie ragioni che nessuno di voi due pero conosce.



Mimmo:
Luca Rossi mi ha scritto di te: "Boresta è il più insider di tutti perché per vivere deve andare alla conferenza stampa della biennale. Neanche alla mostra. Critisca istituzionale di vecchia data. Io vivrò???? Alla conferenza stampa? Vivrà cosa??? Ma dai, si vive con il fare e con i contenuti. Oggi tutti possono scrivere io vivrò sulla propria bacheca. Boresta è incagliato in vecchie logiche sistemiche." Altra critica feroce che il web attraverso il progetto Luca Rossi rivolge alla tua operazione, pensi realmente di essere incastrato con le tue operazioni in vecchie logiche di sistema? 

Pino Boresta:
No!

In foto: una mia opera "Testamento Suicidio", still life della mia performance "Io Vivrò", Paolo Baratta e Massimiliano Gioni rispettivamente Presidente e Curatore della 55° Biennale di Venezia.