mercoledì 11 maggio 2011

Tanto fumo e tanto arrosto







FUMO

Pino Boresta Cesare Pietroiusti Paolo Residori

a cura di Claudia Colasanti

FUMO è una mostra a tre - un confronto fra autori di area concettuale - che si configura come un dialogo su un tema scomodo, a prima vista non centrale e non del tutto ‘estetico’ e piacevole. Il fumo, anche e soprattutto quello emesso dal tabacco contenuto nelle sigarette, è per taluni un vizio, un’abitudine, ma può diventare una compulsione, un tic, una gestualità perversa, una vera e propria malattia.




Per Paolo Residori, cui si deve l’intuizione della mostra, la sigaretta (e il suo residuo, il mozzicone) rappresenta un assillo quotidiano, diventato con il tempo un tappeto visivo deformato. La sua ossessione si è mutata nella consapevolezza di voler identificare un colpevole definitivo nel corpo di quel frammento maleodorante. La ‘cicca’ diventa, nella grande installazione realizzata appositamente per gli spazi della galleria e negli scatti fotografici (composti e organizzati grazie ad una paziente raccolta di scarti inquinanti), la testimonianza di un delitto, l’emblema del male, della dipendenza, di gran parte dell’inquinamento globale del pianeta.




Sigarette consumate e mozziconi sono al centro anche del prelievo di Pino Boresta, che anni fa realizzò il R.A.U. (Ritrovamenti Arteologici Urbani), intervento che consisteva nel recupero di reperti fra i microrifiuti urbani delle strade di Roma. Boresta, che è un non-fumatore, in mostra attenderà che i visitatori fumatori gli consegnino il loro ultimo mozzicone e fornirà loro un certificato autografato, con la scritta “..SOLO PER FUMATORI… QUESTA NON è LA MIA ULTIMA SIGARETTA”.


Un approccio distante dai precedenti, che riesce a tradurre una sostanza residua come il fumo di candela in un’astrazione poetica, è quello di Cesare Pietroiusti. Si tratta di una serie di disegni su carta (una parte di cento esemplari numerati e firmati) densi di toni fra il grigio e il marrone scuro, i cui proventi verranno interamente devoluti all’Associazione Alzheimer di Roma.




Pino Boresta è nato nel 1962 a Roma, dove vive e lavora. Il suo lavoro è incessante e capillare, urbanamente onnipresente: il suo viso deformato da smorfie è impresso su muri, cartelloni pubblicitari, insegne stradali, pali della luce, semafori. Il ritratto di Pino Boresta è ovunque nelle città, per ricordarci l’esistenza di sé e della sua irrequietezza artistica ed esistenziale: ci invita a reagire, a rispondere, ad insultare, se necessario. Boresta agisce da provocatore e da raccoglitore: è un catalogatore umano di oggetti, scarti, tracce, idee e persino residui umani e spazzatura. Un lavoro costante che si sviluppa proprio in direzione dell’ossessione: verso l’identità, il lavoro e i gesti quotidiani.



La ricerca artistica di Cesare Pietroiusti (Roma, 1955) esprime interesse per le situazioni paradossali o problematiche nascoste nelle pieghe della ordinarietà dell'esistenza - pensieri che vengono in mente senza un motivo apparente, piccole preoccupazioni, quasi-ossessioni considerate troppo insignificanti per diventare motivo di analisi, o di auto-rappresentazione.
Tutto ciò lo ha portato ad esplorare scelte e intenzioni formulate da altri, nonché a cercare di fare proprie tali scelte altrui. Negli ultimi anni il suo lavoro si è concentrato soprattutto sul tema dello scambio e sui paradossi che possono crearsi nelle pieghe dei sistemi e degli ordinamenti economici. A partire dal 2004 ha distribuito gratuitamente decine di migliaia di disegni individualmente prodotti e firmati; venduto storie; ingerito banconote al termine di un’asta per poi restituirle al legittimo proprietario dopo l’evacuazione; organizzato ristoranti in cui al termine del pasto, invece di pagare, si ricevono i soldi del prezzo del cibo scritto sul menu, allestito mostre in cui le opere sono in vendita non in cambio di denaro, ma delle idee o delle proposte dei visitatori.




Paolo Residori è nato a Roma nel 1953, città dove vive e lavora. La sua visione geometrica del mondo deriva dalla grafica editoriale, che lo impegna sul versante lavorativo. Dopo il 2000 la sua pittura si sposta dalla struttura del ritmo scandito a nuove modalità espressive. Una produzione da cui emerge anche una tendenza meditativa, sempre più collegata a soggetti sociali: le grandi forme astratte sono rappresentazioni di un reale contraddittorio e sfaccettato. Un atteggiamento quasi spregiudicato nell’ignorare mode e tendenze, che gli ha permesso di guardare con interesse in tante direzioni per poi imboccare esclusivamente la strada dell’istinto. Lo stesso motivo che lo spinge, in questo periodo, a misurarsi con nuove forme installative: come nella pittura non ha mai smesso di rinnovarsi, ora l’urgenza di esprimere un’emergenza sociale non più trascurabile crea un sorprendente incontro con la tridimensionalità. Nata da uno stato di irrequietezza mentale nei confronti del crescente degrado ambientale, Residori ora crea metafore visive di grande impatto, che si esplicitano in un’incisiva critica ideologica nei confronti del consumismo. Una scelta rilevante, che lo induce a presentare materiali tra i più imprevedibili, e che sancisce il delicato passaggio che intercorre tra l'idea e la sua realizzazione.



R.A.U. (Ritrovamenti ARTEologici Urbani)

Ho realizzato il mio primo R.A.U. (Ritrovamenti ARTEologici Urbani) il 5 e il 10 luglio 1995, partendo dalla fontana della Barcaccia in piazza di Spagna (alle ore 18,30) e in tutta la zona del tridente nelle vie sotto elencate. Un intervento che consisteva nel recupero di reperti fra i microrifiuti urbani delle strade di Roma. Gli oggetti trovati sono stati in un primo tempo riuniti in vari sacchetti a seconda del luogo di ritrovamento (piazza o via) e in seguito assemblati e incollati su vari cartoncini (anch’essi di recupero) sempre divisi secondo il luogo del ritrovamento. Fra essi sono state rinvenute numerose cicche di sigaretta.

Le vie e le piazze interessate sono state le seguenti:

piazza di Spagna, via delle Carrozze
via del Babuino, via della Croce
via Margutta, piazza del Popolo
via del Corso, via Vittoria
piazza Augusto Imperatore, via dei Greci
via di Ripetta, via di S. Giacomo
via Condotti, via Gesù e Maria
via Borgognona, via Laurina
via Frattina, via della Fontanella
via della Vite, via della Mercede

Pino Boresta
Roma, gennaio 2011


Pino Boresta
Biografia

Nato nel 1962 a Roma, vive e lavora a Segni. Dopo una formazione essenzialmente da autodidatta, che lo ha portato ad avere esperienze anche nel campo della moda, comincia la sua attività propriamente artistica alla metà degli anni '90, a Roma.
La sua opera si caratterizza per la sua capacità di affrontare temi che, pur nella loro complessità, si riferiscono e si rispecchiano nella quotidianità di ciascuno di noi. Intento dichiarato dell'arte di Boresta è infatti proprio quello di comunicare, interessare e coinvolgere il maggior numero di persone possibili, nel tentativo di realizzare delle operazioni artistiche che escano dal circuito chiuso all'interno del quale vive l'arte contemporanea, per rivolgersi ad un pubblico più ampio, non necessariamente preparato ed interessato all'arte. Il suo ambito privilegiato di intervento è la vita di tutti i giorni di tutti gli uomini e le donne non illustri: l'obbiettivo è quello di scardinare luoghi comuni, abitudini e convenzioni sociali, per inserire una piccola crepa nel tessuto delle nostre azioni quotidiane, ormai ripetute e meccaniche, e pertanto non più pensate. La maggior parte degli interventi di Boresta ha luogo all'interno dello spazio urbano, dove più evidenti si fanno i meccanismi coercitivi del quotidiano: con la sua opera Boresta ci sprona a sperimentare interazioni sociali differenti, a modificare la nostra percezione dello spazio urbano, a vivere diversamente la città. Per questo Boresta punta in ogni suo intervento a coinvolgere il maggior numero possibile di persone, perché da spettatori e fruitori passivi dell'arte possano diventarne protagonisti, riscoprendo così che l'arte contemporanea non è qualcosa solo per gli addetto ai lavori, ma che anzi può e deve comunicare con il maggior numero di persone possibile.



Procurandosi l’apposita scheda “Partecipa al RAU” da me distribuita potrai anche tu fermare l’attimo evidenziando e conservando un micro rifiuto come testimonianza futura del contemporaneo. Intendendo con il seguente intervento ottenere dal fruitore un interesse attivo alla proposta artistica. Chiedendo un impegno e una collaborazione che coinvolga in prima persona la gente nella realizzazione dell’opera compiuta. Tentando con la seguente operazione artistica di stimolare l’intervento attivo di coloro che, in genere sono costretti a subire il lavoro artistico. Volendo stimolare una rinnovata volontà da parte di coloro che generalmente guardano all’arte contemporanea con curiosità e interesse. Precisando che la mia preoccupazione maggiore non è sicuramente quella di premiare i più attenti e svegli fornendogli la possibilità di ottenere un’opera con quello che poco prima era un semplice rifiuto urbano. Confermando l’importanza del fruitore in questo progetto dove la complicità con l’artista non solo è richiesta ma addirittura ritenuta indispensabile per il buon esito dell’intervento medesimo. Credendo nell’obiettivo di organizzare produrre e gestire l’arte in maniera diversa fuori dai soliti schemi ordinari e stantii e proponendo una contaminazione attiva delle azioni quotidiane con quelle artistiche.


In foto: Invito della mostra, bottiglie con cicche di sigarette di Paolo Residori, RAU di cicche di sigarette di Pino Boresta, opere fatte con fumo di candela di Cesare Pietroiusti,scheda solo per fumatori di Pino Boresta, i tre artisti P. Residori – C. Pietroiusti – P. Boresta, cicche di Residori, opere RAU di Boresta, Claudia Colasanti curatrice della mostra.

domenica 8 maggio 2011

Londra: "Hey!...


Hey!... My friend what's the matter?





















HEY!… MY FRIEND WHAT'S THE MATTER?

TORNARE a casa verso l'ora di pranzo.
APRIRE la porta.
SALIRE le scale ed andare in camera.
NOTARE sul tetto di fronte un uomo.
GURDARE con più attenzione ed accorgersi che è un ragazzo.
IMAGGINARE che si voglia uccidere.
RIFIUTARE l'idea di assistere ad un suicidio.
CREDERE che stia facendo qualcosa con qualcuno giù in basso.
AVERE l'idea di scattargli due foto.
SCENDERE in cucina e preparare il pranzo.
DARE un occhiata ogni tanto sul tetto di fronte.
CREDERE che qualcuno prima o poi lo veda oltre me.
CONSTATARE che lui è sempre lì fermo…immobile.
SCATTARE una foto anche dalla cucina.
ACCENDERE la televisione mentre lui è lì.
APPARECCHIARE mentre lui è lì.
INCOMINCIARE a mangiare mentre lui è lì.
FINIRE di mangiare mentre lui è lì.
ESSERE sicuro che qualche vicino lo abbia visto.
ASPETTARE che qualcuno avverta la polizia.
OSSERVARE mentre raccoglie le spalle avvicinando la testa al petto.
VINCERE la paura…chissà di cosa?
DECIDERE di chiamarlo.
ASSISTERE mentre si inchina in avanti piegando la schiena.
TENTARE di…
VEDERE che si getta nel vuoto.
PENSARE: "è colpa mia perché non ho aperto la finestra e non ho urlato:
"HEY!… MY FRIEND WHAT'S THE MATTER?
HEY!… MY FRIEND WHAT'S THE MATTER?" .

Pino Boresta




Istruzioni per l’uso

A) Leggere il testo che racconta un evento realmente accaduto, come potrete verificare nel documento del tribunale riportato alla fine di queste istruzioni.

B) Osservare bene le tre foto.

C) Riflettere se considerare COLPEVOLE od INNOCENTE l’osservatore del fatto, per non avere aperto la finestra strillando “Hey!… My friend what’s the matter?”.

D) Quindi spedite un messaggio nel quale riportate il vostro insindacabile giudizio, scrivendo semplicemente COLPEVOLE od INNOCENTE. Se vi fa piacere potrete aggiungere nel messaggio le motivazioni che hanno determinato il vostro verdetto.

E) Saranno inoltre ben accetti anche riflessioni, pensieri e racconti legati ed ispirati da questo fatto. Tutte le vostre comunicazioni saranno in ogni caso riportate e visibili sul sito.

N.B. Per messaggi personali usa questa e-mail: salepepe9598@yahoo.it


COMMENTI:

01/07/2004

Guidasicilia


Pino Boresta sei un artista, che si potrebbe così definire: folle, eccentrico, geniale, dadaista, situazionista, concettuale… Oppure così: buffo, cialtrone, imbroglione, immorale, millantatore, simpatico, disarmante, disarmato… Oppure no... Pino Boresta, in una delle sue ultime "situazioni artistiche" sul web chiede, all’utenteosservatorefruitore di completare l'opera con un giudizio… Colpevole o innocente? "Il dramma di un suicida che si tuffa nel vuoto, il dramma di un testimone che nell'incertezza del momento lo osserva, lo fotografa e lo lascia morire, il dramma di una giuria che deve emettere il verdetto finale: colpevole o innocente? Il lavoro di Pino Boresta offre all'utente quest'ultimo ruolo, scomodo come gli altri perchè come gli altri impone una scelta, costringe a macchiarsi di una nuova colpa: l'assoluzione di un colpevole, la condanna di un innocente. Scelta difficile, che spinge molti a cercare una via d'uscita, che è poi lo stesso crimine che sono invitati a giudicare: l'omissione di soccorso, il rifiuto di un giudizio che, anche se negativo, darebbe sollievo ad un angosciante ed irrisolto senso di colpa." (Domenico Quaranta) Pino Boresta chiede agli utenti di leggere il testo che racconta un evento realmente accaduto, di osservare bene le tre foto, e di riflettere se considerare COLPEVOLE od INNOCENTE l’osservatore del fatto, per non avere aperto la finestra strillando "Hey!… My friend what’s the matter?" A Pino Boresta si potrebbe chiedere: "Hey!… My friend what’s the matter?". E io potrei farlo così rispondere: "La mia è un' operazione estremamente reale, appunto perchè operazione mentale e recupero intelletuale di materiale che è già "scaduto" perchè incalzato da altro ancora più ansioso di andare verso la morte". Oppure no. E' un attegiamento colpevole o innocente quello di aprire, salire, notare, guardare, rifiutare, credere, avere, scendere, dare, constatare, scattare, accendere, apparecchiare, incominciare, finire, essere, aspettare, vincere, decidere, assistere, tentare, vedere, dire?



30/06/2004 amstudio roma

http://www.amstudioroma.com/editoriale/arte/artisti/Boresta%20Pino/Boresta%22Hey!.html

Pino Boresta è nato Roma dove vive e lavora. Le sue opere sono variamente pubblicate in internet. La sua è un' arte immaterica fatta di sassi gettati in uno stagno e delle conseguenti reazioni di chi casualmente le incontra. Riportiamo un suo lavoro che abbiamo trovato particolarrmente interessante, per vederlo clicca sotto: http://www.amstudioroma.com/editoriale/arte/artisti/Boresta%20Pino/Boresta%22Hey!.html



11/06/2004

Stefania pagano

E' una stupidata e non è nemmeno un buon pesso di scrittura, ma mi ha regalato un'emozione e per questo ti ringrazio. stefania pagano Colpevole o innocente ? Si tornava da una pizza. C’era chi aveva bevuto un po’ più del solito e cantava a scuarciagola come se fosse stato mezzogiorno. Maria aveva bevuto, ma bere le metteva malinconia e voglia di piangere. Mentre si allungavano verso casa guardando la luna piena in cielo fu proprio Maria che cacciò un urlo strozzato. Non fu subito compreso, ma il suo sguardo rivolto verso l’alto guidò gli altri. Un uomo sul tetto. Un uomo con le spalle piegate, un uomo che se si fosse sporto di più, sarebbe precipitato. Loro, sotto, con le bocche spalancate, si chiedevano cosa fare cercandosi con lo sguardo ora verso l’uno, ora verso l’altro. Fu Maria che credette di vedere un movimento verso il vuoto che ad un tratto urlò, con tutta l’aria che aveva in corpo : "Ma che fai lì, stronzo !" L’urlo squarciò la notte e smosse l’aria immobile. Ancora adesso Maria si chiede : se non avesse urlato ci sarebbere state le foto sul quotidiano del corpo spiacciacato sull’asfalto ? Da allora non sa più cosa significa dormire. Stefania Pagano



10/06/2004

D[o]S, nowherelasciamo stare chi lascia stare



08/04/2004

Pino

LO BRUTTO
http://chatmail.cc/calogero-lo-bue-foto.html
:random:: ... boresta.htm www.arteutile.net Ciao Pino, complimenti per ... commenti che ti stanno arrivando, se lo hai gia ... 2003 Michele Comuzzi partecipo di brutto bellissimo ti ...



08/04/2004

Fabio De Propris 26/12/2002

Fabio De Propris Potevi salvarlo e non lo hai fatto. Eri dietro di lui, a pochi metri. Lui non si è accorto di te. Non l'hai salvato. Sappiamo tutto. Abbiamo visto tutto. Eravamo all'ultimo piano del Palazzo. Eravamo troppo lontani. Gli abbiamo gridato di non buttarsi giù. Ti abbiamo gridato di bloccarlo. Eravamo veramente troppo lontani. Non ci avete sentito. Ma il nostro Palazzo adesso è nella tua foto e noi giudici non possiamo più parlare.



06/03/2004

Federico Modica

Gentile Sig. Boresta, sono venuto a conoscenza della sua opera (?) l'altra settimana. Mi è subito piaciuta (??)... e ho riflettuto sulla Colpevolezza e sull'Innocenza per un numero di ore ragguardevole per tutti questi giorni.... Ho pubblicato "HEY!… MY FRIEND WHAT’S THE MATTER?" come rubrica "invito alla riflessione", sul portale per il quale lavoro http://www.guidasicilia.it, all'indirizzo http://www.guidasicilia.it/ita/main/rubriche/index.jsp?IDRubrica=1061 Solitamente concludo la mia corrispondenza con questa formula: Sicuri di averVi fatto cosa gradita, e disponibili a future collaborazioni, cogliamo l'occasione per porgere distinti saluti ed augurarVi Buon Lavoro. A lei vorrei dire: "HEY!… MY FRIEND WHAT’S THE MATTER?" ...Saluti... Federico Modica Responsabile Area Redazionale http://www.guidasicilia.it/



03/02/2004

sergio sarritzu, italia/roma

Colpevole di omissione di soccorso: sopratutto nei confronti di se stesso. In fondo l'altro siamo sempre noi! Ciao, Sergio
P.S.siamo condannati alla libertà.
25/01/2004giorgia, roma Meno di un mese fa sono stata a pochi minuti dall'assestere al suicidio di quello che era il mio ragazzo.. Mentre correvo verso casa sua in autostrada mi preannunciava quello che avrebbe fatto.. Non era la prima volta. Anzi qualche giorno prima era successa la stessa scena, con l'unica differenza che non potevo muovermi dal mio letto, e cercavo di convincerlo a non farlo.. Non è semplice trovare motivi..Non è semplice convincere una persona che sa di essere malata, ad aspettare la morte invece di cercarla. Quando ero li con lui.. stringendo le sue mani, e lui rabbioso diceva di lascairlo stare di non toccarlo. Avevo paura. Diceva di avere un arma, minacciava di usarla. Avevo paura uccidesse anche me. Non so con quale coraggio ho preso tutte quelle medicine che aveva preparato e le ho buttate dalla finestra. Aveva gli occhi indiavolati. Era furioso. Ero spaventata. Io sapevo di non poter fare molto soprattutto quando mi ha chiuso fuori casa. L'unica mia salvezza è stato il telefono cellulare. Con il quale nel giro di mezz'ora ho chiamato il 112 la polizia i vigili del fuoco e un'ambulanza. Ancora più sppaventoso era cercare le parole giuste.. il modo in cui dalla strada cercavo di convincerlo a farsi vedere, ad affacciarsi, a non fare gesti di cui avevo l'estremo terrore. Sapevo di non essere abbastanza forte per tutti e due. Sapevo anche che mi stava chiedendo aiuto. Per fortuna l'ho convinto.. e lo hanno portato in ospedale. Sono andata con lui. E li ho scoperto che la malattia che aveva, avrebbe potuto compromettere anche la mia salute. Quella è stata l'ultima volta in cui l'ho visto. La paura ha vinto sulla mia moralità.. Io non mi sento in colpa. Ho fatto fin quando ho potuto, tutto quello che ho potuto fare. Secondo me chi ha assistito a questa scena non ha nemmeno provato a fare qualcosa.. Ma non serviranno provvedimenti legali, ci penserà la sua coscenza a punirlo.




22/01/2004

Elena

caro Pino, grazie per avermi scritto, ho visitato il tuo sito/lavoro del giovane suicida, ti dico senza mezzi termini e senza volerti lusingare (e perchè, poi????..) che è bellissimo, molto poetico e nello stesso tempo sociale, cioè immerso nella realtà e nella contemporaneità...mi piace, e vi farò un intervento appena ho un attimo di tempo (non è una scusa, sono davvero incasinata), ma ti anticipo che per me il verdetto è: innocente, anche se ci sono molte sfaccettature, e per prima cosa mi è venuto da pensare ad una poesia del poeta russo Evtuscenko, che parla di un giovane suicida che si getta dal 10mo piano di un palazzo, e nel volo travolge ed uccide a sua volta un povero piccione che passava di lì...ed il poeta mostra il doppio volto di un giovane sensibilissimo, che si uccide per non essere a sua volta violento e far parte dell'ingranaggio, che però senza volere UCCIDE un'altro essere vivente che non ha nessuna colpa, ed è ancora più debole e fragile di lui...e lancia il terribile messaggio che suona più o meno così: SIAMO TUTTI COLPEVOLI, che nella sostanza è quello che penso anch'io, ed è per questo che assolvo e dico: INNOCENTE!!! Vabbè, caro Pino, spero di non averti annoiato troppo... e spero anche che tu lavori ancora così bene come hai dimostrato di saper fare, e spero infine che diventeremo amici. a presto.
Elena



08/01/2004

Luciano Damiani

Caro Pino, Rispondo turbato pensando al "fatto tragico" che ti è realmente accaduto. Posso solo dirti che non ho un'opinione certa, traggo qualche considerazione dalla mia esperienza, il senso di colpa a volte si attenua scrivendo e rendendo pubblica la tragica esperienza. Che puoi fare per portare aiuto a un suicida che si butta in acqua... hai in mano una macchina fotografica, e non sai, nuotare?... un altro si butta nel vuoto dal balcone ... se corri giù per le scale non fai in tempo a fermarlo. Lo trovi sul marciapiede morto come lo soccorri?... chiami l'ambulanza? Le pantofole che ha nei piedi il suicida le fotografi nella tua mente che rimane a lungo prima di sbiadire, l'imprevedibile circostanza che ti fa scattare una fotografia del volo del suicida non è un fatto da giudicare se è colpevole o no, non ... l'hai tu spinto nel vuoto. Forse la tua testimonianza del disperato gesto suicida può darci una mano a portare aiuto a chi cerca la morte sempre che si "sappia nuotare"... cioè che tu sappia realmente cosa fare per non diventare a tua volta suicida, allora forse se sei onesto e capace puoi documentare.
ciao L.D.



17/12/2003

Domenico

Suicidio? Chi siamo noi per giudicare gli altri!?! Io sicuramente avrei agito e non avrei fatto delle foto, mi parebbe l’ennesima banalizzazione di una tragedia, con un fine di un’autogratificazione “artistica”. Più significativa forse negli anni 70, le lezioni della Abramovic, Pane etc.. forse erano delle punte estreme. Dopo forse sarebbe stato interessante creare un’opera con il mancato “suicida…” Ma forse oggi in un sistema sociale/visivo passivo, come il nostro, qualcuno si; attivi ancora a fare azioni concrete? Meglio fare le foto e poi guadagnarci qualche dindino per comprare la propria corda…
Domenico Olivero



03/11/2003

Francesco Mandrinohttp://francesco.mandrino.literary.it/autori/dati/mandrino_francesco/mandrino_francesco.htmlSe siamo artisti (o nonartisti) significa che non siamo persone comuni, da statistica, dunque dovremmo andare al fondo delle cose. Qui il quesito non è sulla colpevolezza o meno dell'eventuale astante (e poi quale giudizio, di quello civile o sociale se ne occupano leggi che hanno fondamenta antiche, quello morale dunque, ma non serve al suicida, quello etico allora, ma è difficile trovare un'etica nella negazione di una eventuale etica altrui), la questione effettivamente in ballo è se considerare o meno lecito il gesto. I più sbrigativi non sono quelli che non intervengono per evitare rogne ma quelli che se la cavano bollando il gesto come quello di un depresso il crisi di sconforto o addirittura di un folle. VITE Bisogna amarla ancora la vita amarla ancora tanto per gettarvisi contro con l’ultime forze rimaste ma chi l’accartoccia come un kleanex usato e ogni giorno la butta invece è perché la disprezza Francesco Mandrino



28/10/2003

liberati.orgSINGLE PROJECT: di p.boresta + altre informazioni a rigurdo http://www.liberarti.org/view.php?action=view_item&item=1033724941 altri progetti http://www.liberarti.org/view.php?action=start_date



28/10/2003

anonimo

Commenti Forse l'unica cosa che rispetto è il suicidio. E sempre quando corro di qua e di là mi sorridono dietro e mi dicono: non ti preoccupare, tanto alla fine ti suiciderai solo tu. Io non voglio più leggere, ma purtroppo ho letto. E mi sento in colpa per tutti gli uomini del pianeta. anonimo (http://www.mariemarion.com) alle 01:29 del 23 ottobre, 2003



28/10/2003

anonimo

colpevole... temo anonimo (http://echiamargine.splinder.it) alle 21:16 del 22 ottobre, 2003



28/10/2003

PannaAcida

Agghiacciante... PannaAcida (http://acidume.splinder.it) alle 19:17 del 22 ottobre, 2003




28/10/2003

rentsincredibile.. rents (http://rents.splinder.it) alle 11:14 del 22 ottobre, 2003



28/10/2003

Clio

Ma come fai a trovare queste storie?! Clio (http://endor.splinder.it) alle 10:34 del 22 ottobre, 2003




28/10/2003

Clio

Domanda difficile. Come se esistessero domande facili. Se uno decide di farlo, se ha questo vuoto dentro di se che lo divora prima o poi lo fa. O lo farà. Certo una telefonata per avvisare, che ne so, pompieri o polizia, almeno quella. Se gli avesse urlato subito qualcosa magari si sarebbe buttato prima. Difficile sapere comportarsi nel modo giusto quando una persona ha deciso di fare la cosa (a nostro punto di vista) meno giusta. Clio (http://endor.splinder.it) alle 08:50 del 22 ottobre, 2003




28/10/2003

amabethnon è la mia storia.. è una storia trovata in rete amabeth (http://emeth.splinder.it) alle 07:44 del 22 ottobre, 2003



28/10/2003

odiliati abbraccio.... odilia (http://infinitodilia.splinder.it) alle 00:23 del 22 ottobre, 2003



28/10/2003

AElfwinefa male come se ne avessimo anche noi la colpa, fa male per i ricordi che genera, fa male ...basterebbe una voce, si, forse solo una voce, un singolo modulare di suoni AElfwine (http://aelfwine.splinder.it) alle 23:29 del 21 ottobre, 2003




25/10/2003

amabeth http://emeth.splinder.it/1066764459#780908

COLPEVOLE di indifferenza, come se fosse un film, tanto qualcuno lo farà al posto mio. Colpevole... forse sarebbe servito o forse no. Qui ulteriori commenti a questa storia trovata in rete http://emeth.splinder.it/



25/10/2003

amabeth

http://emeth.splinder.it/1066764459#780908

Qui ulteriori commenti a questa storia trovata in rete



25/10/2003

cristina

colpevole.



20/09/2003

francesca

perchè hai bisogno della mia interazione?




15/07/2003

elblabla

COLPEVOLE. colpevole di aver fatto una scelta - quella che dallo scatto ha portato alla pagina che ora ho di fronte - e decidendo quindi di metterla "in mostra" agli occhi di qualunque utente, ma lodando e lodandosi (a Roma si dice "sbrodolandosi") solo dei giudizi positivi. Tacciando o, nel caso più eclatante di , aggredendo con osteggiata saccenza, che si sa cade spesso nel banale, i giudizi "eccessivamente" negativi. Colpevole. Colpevole di immaturità




14/07/2003

Guido Cataldo

Alcuni fotografi sono co-protagonisti in omicidi ed eccidi incredibili: ti ricordi l'immagine del soldato turco che ostenta le due teste di kurdi uccisi? Mi risulta che le due teste siano state mozzate per fare le foto! La fotografia non è soltanto questa merda. Coraggio! Cerchiamo anche di trovare aspetti positivi nella vita, altrimenti la tua, la mia saranno soltanto delle seghe: se dobiamo comunicare dei concetti, lo dobbiamo fare attraversando i media della comunicazione e, in coscienza, oggi, vedere ulteriori scene truculente e di violenza, non interessa più quasi a nessuno, per il semplice fatto che la società in cui viviamo è sempre più violenta, sempre più ingiusta ed ha assunto come unico valore l'accumulazione, lo spreco, la ricchezza. Oggi nessuno ti chiede più chi sei e cosa pensi: La domanda è quanto guadagni! Renditi conto, viviamo in un mondo abbastanza di merda. G.C.



14/07/2003

fabrizia mutti, milano

caro pino non mi sono buttato era una mia un'installazione! mi spiace che tu ti sia dato tanta pena.



02/07/2003

Roberto

http://www.arteutile.net/boresta/boresta.htmwww.arteutile.net

Ciao Pino, complimenti per la tua idea, sta` riscutendo molto successo, e devo dire che anche con i miei amici ne abbiamo discusso a lungo. Come avevi detto sarebbe interessante pubblicare i vari commenti che ti stanno arrivando, se lo hai gia` fatto fammi sapere l'indirizzo internet. Se vuoi pubblicare qualche altra idea fammelo sapere.
ciao a presto



17/06/2003

Michele Comuzzi

partecipo di brutto bellissimo ti meriti 30 anni di carcere con la condizionata fa un caldo...



24/04/2003

pino boresta

Io non devo certo difendermi dalle tue banali considerazioni, i lettori sono capaci di giudicare da soli per le stronzate che sostieni. Se cito il lavoro di qualche altro artista lo faccio solo a tuo beneficio nel tentativo di informarti su alcune realtà dell’arte contemporanea, come per esempio il bellissimo video di Bill Viola “Vita e Morte” dove due proiezioni simultanee affiancate raccontano la nascita e la morte reali di due esseri umani. Ti informo che dopo questa nuova lezione sull’arte contemporanea non ho più nessuna intenzione di risponderti a meno che tu non decida di sostenere le spese per eventuali lezioni private. Inoltre cerca d’essere coerente con quello che dici, in quanto non sono certo io quello che si nasconde dietro niente né nessuno giacché io il mio lavoro lo firmo e lo rivendico, mentre tu non hai neanche il coraggio di sostenere a viso aperto le tue dichiarazioni e ti nascondi vigliaccamente, come un essere di paglia, dietro un puerile pseudonimo. E se è vero che io cerco in qualche modo di uscire dalla mediocrità è altrettanto vero che tu la rappresenti in pieno. Se poi ottengo dei risultati… io lo devo soltanto al mio lavoro che guarda caso lascia spazio anche alle tue legittime critiche. Hai poi ragione quando dici che il mio non è un lavoro in quanto trattasi di una vera e propria opera d’arte aperta che provoca diverse riflessioni e sentimenti contrastanti come avrai potuto constatare di persona leggendo gli interventi precedenti. Per quanto riguarda l’ipotetica possibilità che persone care del ragazzo suicida incontrino su web questo documento che non riporta nel testo scritto (quello eventualmente valido per una ricerca su Internet che nessuno a motivo di fare) né nomi né luoghi di un fatto accaduto 13 anni fa, risulta talmente improbabile che sono pronto a scommettere 1000 neuroni del mio cervello contro uno solo dei 10 che a te sono rimasti. In secondo luogo i recenti fatti televisivi riguardanti, la guerra e la polemica concernente la necessità della libertà di cronaca (della quale parla anche Mimi Mollica in un suo commento) dovrebbe farti riflettere sul fatto che io non ho fatto altro che aprire una nuova finestra su dibattito ampiamente diffuso da tempo e ritornato prepotentemente d’attualità dopo l’ultima guerra, alla quale abbiamo assistito quasi in diretta televisiva. Pertanto credo e trovo giusto che anche gli artisti che hanno si una sensibilità, ma sicuramente più complessa ed articolata di quella stile principe azzurro della favola di Biancaneve che tu descrivi, facciano qualcosa per far riflettere ed io penso di esserci riuscito, anche detta di molti. Concludo ricordandoti come ti ho già detto che non risponderò alla tua eventuale replica perché trovo che a questo punto la discussione e diventata sterile e corra solo il rischio di diventare più aspra varcando quei limiti della decenza che ritengo giusto tenere in uno scambio di opinioni. Sappi soltanto che preferisco di gran lungo essere uno sciacallo che vede lontano e corre libero nelle praterie piuttosto che una talpa che vive sotto terra e non vede più lontano del suo naso.
pino boresta




25/02/2003

Indignata.. e ti prego non chiamarlo Lavoro! E' un insulto!



25/02/2003

Indignata Non parlo di Morale, ma di SCIACALLAGGIO! Inutile citare altri artisti per difendere le proprie posizioni. Non sarà certo la dotta critica a rendere meno schifoso il tuo atto. Cercavi forse un modo per uscire dalla mediocrità? Fortunatamente l'Arte richiede Artisti colmi di una sensibilità ed un amore per l'essere umano di cui, evidentemente, non hai neppure un briciolo nella tua "testolina .. ....". Posso solo immaginare il dolore di quelle persone (che davvero soffrono per la morte di quel ragazzo) veder girare sul web le foto di un mascalzone che si fa vanto di quelle fotarelle scadenti per uscire dalla propria MEDIOCRITA'. Ed il fatto di felicitarsi per l'indignazione e la profonda sfiducia nell'uomo che sei manifestata da un qualunque fruitore di internet (qual sono io), non fa che confermare il disprezzo che nutro nei confronti del tuo atto. Lascia l'Arte agli Artisti. Sciacallagio è il titolo della tua "opera".



25/02/2003

Pino Boresta

MEGLIO INDIGNATA CHE INDIFFERENTE.... Cara indignata sono contento, quasi felice di aver procurato una tua reazione, positiva o negativa che questa sia, perche questo e ciò che cerco di fare quasi sempre con il mio lavoro. Voglio coinvolgere lo spettatore non solo emotivamente ma se possibbile sempre più fattivamente al'interno di un opera progetto. Ti consiglierei poi di aggiornare nella tua testolina il file addetto alla morale, se ti informi un po troverai centinaioa se non migliaglia di lavori di artisti che hanno fatto lavori sul genere da me proposto. A differenza dei quadri sugli incidenti autostradali di Andy Warhol questo di cui io parlo è un fatto relmente accaduto che rigurda me, e pertanto parte integrante della mia esistenza. Sono quindi io che mi metto in gioco senza aver procurato dolore ne fatto del male a nessuno se non a me stesso.... ma questa è una mia scelta. Se fossi in te cercherei di riservare la tua indignazione anche per fatti ben più importanti e visto come vanno le cose in questi ultimi tempi, nel nostro paese e non solo, le occasioni per indignarti veramente ed a ragione non dovrebbero di certo mancare......




22/02/2003


Simone Crespi, Roma

Se davvero questa incredibile vicenda è accaduta,mi sembra paradigmatica e fa riflettere.L'idea del possibile suicidio è stata una delle prime;perchè hai respinto questa sensazione?Il problema del dubbio;un si o un no per crederci,un si o un no perintervenire,togliersi la curiosità,gridare:"hey,what's the matter?".L'evento può essere di quelli che segnano una vita,un perno del subconscio.Rivivere quei momenti infinite volte,chiedersi:"e se io......?".Potevi realmente fare qualcosa?Forse è stato un messaggio personale di Dio nei tuoi confronti,qualcosa con cui confrontarti,dentro di te.Non mi sento di giudicare,solo te sai se sei COLPEVOLE o INNOCENTE. S.Crespi



13/02/2003

Indignata COLPEVOLE: SCIACALLO! L'omissione di soccorso può essere una scelta discutibile o meno ... ma le fotografie e lo sfruttamento mediatico delle stesse, del dramma silenzioso di un essere umano è semplicemente vergognoso. Non amo l'arte fatta sulla pelle degli altri. No al narcisismo di parole poetiche e messaggi pseudo-profondi affiancate ad un atto, quello di Pino Boresta, che ha ben poco di artistico. Non è arte, è sciacallaggio!




12/01/2003

Alessio Larocchi, MONZA MI

Ruota la foto di 180°, fallo cadere: il cielo è ora sotto Berlino o Londra... umana ubiquità per dono innocente e colpevole.




07/01/2003


rosanna boraso, Italia http://www.rosannaboraso.it/


COLPEVOLE! di non aver colto la fortuita occasione di prendere una boccata d'aria insieme a qualcuno che aveva conquistato una postazione privilegiata per osservare il mondo. INNOCENTE! della scelta compiuta da quel qualcuno.



16/12/2002

Guglielmo Gigliotti, Roma, Italia

Cosa porta al suicidio? Cosa porta a non intervenire per fermare un suicidio? Forse per entrambi è una radicata sfiducia nella possibilità di vivere con intensità quello che ci capita, di sconfiggere la sofferenza. Pino, si può essere colpevole di aver "suicidato" per un attimo in se stessi la fiducia di poter urlare:"Vivi! Devi vivere! Farò di tutto perché tu possa continuare a vivere!!!" Non sei colplevole di nulla, Pino. Hai fatto una bellissima opera di net-art (merita una mostra), hai avuto coraggio a pubblicare una tua angoscia, che è l'angoscia di tanti, e sei un uomo. Ma ti prego, tutti assieme, impariamo a vivere.
Guglielmo




14/12/2002

Elisa, Castiglione della Pescaiacaro

pino, il giudiziodegli altri ti serve forse a dare una giustificazione al tuo comportamento? secondo me è così; in fondo il senso di colpa è uno dei sentimenti che una volta nati nell' anima è difficile estirpare; d' altra parte nessuno può pretendere di dire "io avrei fatto diversamente" perché non erano lì, non erano te. credo che il giudizio su te stesso te lo sia già dato e con questo ci passerai tutta la vita; quello degli altri passa in secondo piano. un' ultimaq cosa: ammiro comunque il coraggio che hai avuto di rendere pubblica questa tua esperienza.
ciao




12/12/2002

dlsan, www.http://hrrp//www.dlsan.org

Suicidio : reato contro la persona - la legge condanna. Omissione di soccorso : reato - la legge condanna. Cambiare la legge? - Eversione o Riforma?



10/12/2002

Marco Orecchia, Italia

COLPEVOLE, COLPEVOLe, COLPEVOle, COLPEVole, COLPEvole, COLPevole, COLpevole, COlpevole, Colpevole, colpevole.



28/11/2002

Ivano, Modena

http://www.newatlantide.too.it/

colpevole o innocente? e chi siamo noi per giudicare? il libero arbitrio è il risultato di tante troppe azioni, ciò che davanti agli occhi di qualcuno può essere il bene più assoluto per altri può sembrare la più terribile delle atrocità... dammi un'unità di misura valida e assoluta e ti darò il verdetto



20/11/2002

Nicola, MODENA

colpevole



11/11/2002

Pino Boresta

Grazie nico!... hai ragione, beato chi riesce ad non esserlo mai......



07/11/2002

nico

COGLIONE!



07/11/2002

Pino Boresta

Ciao Michele ti ringrazio per i tuoi complimenti sei veramente molto gentile, ed anche se mi capita spesso di ricevere diversi complimenti per i miei progetti, ma poi purtroppo tutto finisce lì!.. ti volevo dire che è sopratutto grazie a persone sincere e disinteressate come te che trovo la forza di andare avanti in questo modo dell'arte troppo fazioso. Volevo poi ringraziare anche te caro Domenico Nardone per la tua bella citazione.



30/10/2002

Domenico Nardone, Roma

http://www.aliceealtrilavoriincorso.it/

COLPEVOLE: Quando vennero a prendere i socialisti io non dissi niente perchè non ero socialista Quando vennero a prendere gli omosessuali io non dissi niente perchè non ero omosessuale Quando vennero a prendere gli ebrei io non dissi niente perchè non ero ebreo Quando vennero a prendere me nessuno disse niente perchè non c'era più nessuno che potesse parlare.



04/10/2002

Michele Giovine, Piemonte Libero - Torino http://www.forza-italia.it/

Ottimo. Veramente un ottimo lavoro, sai? Originalissimo, e, oserei dire, quasi geniale. Non entro nella questio; ammiro l'idea. Da un azzurro doc: complimenti!



03/10/2002

galletta@libero.it

Data: Tue, 24 Sep 2002 03:13:25 +0200 Oggetto: brrr Da: "galletta@libero.it" Che freddo, eh? E' arrivato l'autunno. E come in tutti gli autunni cadono le foglie. E quando cadono le foglie si resta nudi. E quando si resta nudi si prova vergogna, si provoca riprovazione. E quando si provoca riprovazione, si sta male, si viene messi al bando dalla comunità. Talvolta ci si può anche suicidare. Brrr.



13/09/2002

pola23/08/2002 11:19 pola.arch

COLPEVOLE GIURIDICAMENTE!!! INNOCENTE NELLO SGUARDO.....



13/09/2002

Mimì



30/04/2002 15:46

Scrivo da Londra, Comunque anche se ti sono grato per il complimento, penso che sia piuttosto la tua storia a sollecitare forti emozioni. Non ti nascondo che stemane mi sono svegliato pensando a questa storia, e mi sono rattristito parecchio riflettendo su quel pomeriggio grigio senza futuro. Ho pensato quindi che per te dev'essere dura avere assistito a tale tragedia. L'interrogativo rimane ma non credo sia il caso di porla sul piano della colpevolezza o innocenza che sia; penso differentemente, che forse dobbiamo porci l'interrogativo di un impegno, in generale, che tutti noi dobbiamo sentire nei confronti di una società che molte volte, anzi troppe, lascia allo sbando persone dedoli o in difficoltà. La vita può a volte sembrare un vicolo cieco ma ciò che dobbiamo abbattere é quel muro che rende quel vicolo, cieco. Dietro l'angolo chissà cosa ci sarà!, forse una lunga strada, poi una piazza, poi ancora un giardino o alrto; senza dubbio però ben più ampio di un vicolo cieco. Aspendando il sole, ti saluto, amico mio.
Mimì Mollica



13/09/2002

Pino Boresta 30/04/2002 12:12

Grazie Mimi della risposta, tu da queste poche righe sembri una persona piuttosto sensibile... Da dove scrivi?
pino



13/09/2002

Mimi Mollica

Data: 30/04/2002 00:59 Da: mimi mollica A: salepepe9598@libero.it Oggetto: innocent? Innocente? Senti un pò, E' difficile giudicarti, é difficile perché tu eri lì con i tuoi cazzi . Chissà se non é pure possibile pensare che cose succedono nella vita che non ci appartengono ma che sono comunque "vicino" a noi. Che si fà? Io sono un photogiornalista, testimone di fatti ma mai giudice di loro. Non posso avere il potere di cambiare le cose lì per lì, posso adoperarmi per contribuire ad un cambiamento. Tu mi hai cambiato. E' abbastanza!



13/09/2002

Enzo Lipari Data: 28/04/2002 22:24 Da: Enzo Lipari

Oggetto: colpevole...



13/09/2002

Vincenza Casaluce Data: Sun, 18 Aug 2002 15:35:15 +0200

hallo Pino! che coincidenza! il tuo lavoro mi ha fatto ricordare... un mio intervento - per una mostra didattica - nel periodo in cui frequentavo l'istituto d'arte... il tema era Lecce vista dai tetti: alcuni di noi avevano simulato un ipotetico diario - di uno di quei tipici terrazzi del sud italia...una volta pieni di vita, consuetudini, rituali... te lo riporto così com'è. oggi forse , lo imposterei in modo diverso... ad esempio avrei più dubbi sul sul senso di colpa... ( mamma mia com'ero poetico - esistenzialista! ) un abbraccio " E' uno di quei giorni in cui mille domande non trovano risposta. Silvia ad appena vent'anni si è tolta la vita. Apparentemente è un fatto di cronaca come un altro; ma non è così, perchè io povero ed impotente terrazzo ho assistito a questa utodistruzione. L'ho vista arrivare ieri pomeriggio ed ho subito notato che i suoi grandi occhi erano gonfi di pianto. Ha cominciato a camminare nervosamente mentre consumava con rabbia il pacchetto di sigarette. Poi di colpo s'è fermata. Nei suoi occhi si leggevano tanti sentimenti e pensieri contrastanti. In pochi attimi la sua immagine è scomparsa. Un breve urlo, poi ...il Vuoto...il nulla... Mi sento un po' in colpa. Se non fossi stato uno stupido ed inutile terrazzo avrei potuto far qualcosa. Quanti altri oggi con sgomento provano come me ( o dovrebbero) un senso d'impotenza o di colpa! ( ? )." Vincenza Casaluce( Geiger ) 1981- Lecce vista dai tetti - Museo Provinciale di Lecce.




13/09/2002

Antonella Mazzoni rimembri@libero.it ha scritto

COLPEVOLE La borghese indifferenza travestita da "vivi e lascia vivere" nasconde l'incapacità di prendere una posizione critica. Ignorare l'esplicito problema che hai di fronte agli occhi, assume il significato di non voler dar senso alla tua stessa esistenza perchè essa è motivata solo dal confronto con l'esistenza degli altri. ************************ Antonella Mazzoni rimembri@libero.it



13/09/2002

Antonio Sassu Antonio Sassu

ha scritto: ciao Pino .................qualcosa ti rode dentro ? NON COLPEVOLE
Gruppo Sinestetico



19/08/2002

Gianni, Bassano del Grappa (VI)

D'accordo con Saverio.... ma non è il caso forse di riflettere un po' sull'indifferenza che, ammettiamolo, tutti abbiamo nei confronti di chi sta peggio (chi di Voi vedendo un barbone evita di guardarlo negli occhi? Credo più o meno tutti).



16/08/2002

Saverio, Bologna

Assolutamente: INNOCENTE! Non dobbiamo pretendere nella nostra onnipotenza di "dovere" o "potere" influire sulle libere scelte altrui, pensiamo piuttosto di effettuare le NOSTRE libere scelte,e di attuarle costantemente! Ciao, Saverio




venerdì 6 maggio 2011

London: "Hey!...

HEY!… MY FRIEND WHAT'S THE MATTER?















HEY!... MY FRIEND WHAT'S THE MATTER?

RETURN home just in time to have lunch.
OPEN the door.
CLIMB the staircase and go in to the room.
NOTICE a man on the front roof.
LOOK with more attention and notice that is a boy.
REFUSE to be witness to a suicide.
BELIEVE he was doing something with somebody down in the garden.
HAVE the idea of snapping two photos.
GO DOWN to the kitchen to prepare lunch.
GIVE a glance from time to time at the front roof.
BELIEVE that somebody else sooner or later will see him.
VERIFY that he is always there, motionless.
SHOOT another photo also from kitchen.
SWITCH ON the television while he is there.
SET the table while he is there.
START to eat while he is there.
FINISH to eating while he is there
BE SURE that some neighbour saw him.
WAIT for somebody to notify the police.
OBSERVE him shrugging his shoulder and putting his head on his chest.
OVERCOME you fear...of what?
DECIDE to call him.
WATCH while he bends forward.
TRY to...
SEE him fall down.
SAY “It’s my fault because I didn’t open the window and shout”
HEY!... MY FRIEND WHAT'S THE MATTER?
HEY!... MY FRIEND WHAT'S THE MATTER?.






Instructions for use

A) Read the text which tells an event that really happened, as you can verify in the document of the court.

B) Observe the three photos carefully.

C) Think about whether to consider GUILTY or INNOCENT the observer of the fact, because he didn’t open the window and shout; "Hey!…My friend, what's the matter?"

D) Therefore send a message telling me your incontrovertible judgement by writing down a simple word, GUILTY or INNOCENT. Moreover, if you want, you can add a message explaining the reason that determined your verdict.

E) Also any considerations, comments, stories inspired from the fact are very well accepted.


All the communication will be published on web site in space following the project.

N.B. For personal message use this e-mail: salepepe9598@yahoo.it






COMMENTS:

27/03/2004
pino boresta, roma

Net Art Competition New Radio and Performing Arts, Inc. is pleased to announce that with the support of the Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, 5 net.art projects will be commissioned for the Turbulence web site in a juried international (open to non-Americans) competition. http://turbulence.org/comp_04/guidelines.htm (A) Your name, email address, country, and web site URL (if you have one). My application (A) Your name, email address, country, and web site URL (if you have one). Pino Boresta, via Garibaldi n.55 00037 Segni (Roma) Italy, salepepe_99@yahoo.it www.piziarte.net/boresta.htm - 46k http://www.piziarte.net/boresta.htm (B) A description of the project's core concept (500 words maximum). This is my project experiment with New forms of interdisciplinary like eletronic poster, the display pannels like that one there is in Piccadilly Circus in London ed every where in New York. This is my Project I have decided to contact you, to present a project I firmly believe could result deeply interesting for the Net Art and New Media My work as an artist, has always been focused on interventions that take place inside urban settlements, considered more as crossing points of different existences than as architectural or urbanistic spaces. The aim of my artistic work is to force people to reflection, upsetting their habits and social conventions, to insert the of doubt in the strict/tight texture of our everyday life. Those are exactly the reasons for which I have chosen the urban context, where the coactive mechanisms of everyday life become more evident: through my art I wish to urge people to experiment new ways of social interactions, to modify their perception of urban spaces, to live the town in a different way. On the web site “...”, is actually hosted one of my projects, entitled “Hey my friend, what’s the matter?”, in which I try to transform a dramatic and private experience into an invitation to reflection, urging visitors to express their opinion on the exposed facts. I think that “Hey my friends what’s the matter” is a strongly significant project, which, presented in the right manner, can involve a great number of people, .......to invade the city streets and their inhabitants’ houses. The idea I’d like to expose you is quite simple, and I wish it could be realized in more country Find a sponsoring firm interested in buying ad spaces on billboards or pages on newspaper and magazines and other wireless devices, on which should be published and see the starting image of the project, (YOU CAN SEE UP) with no other indication than the web site address of the sponsoring firm itself. The web site should then be linked, with a banner or a pop-up window, to the remaining pages of the project, so that the surfer will be able to visit the entire project and to express his/her personal opinion. It seems obvious to me that, by this way, the sponsoring firm could receive a great advantage, since every person who, after seeing the billboards or the pages on newspaper, wants to know more about it, is force to surf through the sponsoring firm web site. I am actually trying to realize this same project in Italy, and specifically in Rome, but, since “Hey my friend” was thought from the beginning as an international project, I wish it could be presented at least in different country. I hope that this idea can interest for the net art competition waiting for your answer, I send you my best regards, (c) Details of how the project will be realized, including what software/programming will be used. Specs for the Turbulence server are available here. You may request additional software but we cannot guarantee it. http://www............................................. (D)additional software but we cannot guarantee it. not additional software JDK(J2EE) 1.3.1_04 JDK(J2SE) 1.4.2_02 HERE THE LINK WHERE IS VISIBLE THE PROJECT ON WEB http://random.exibart.com/NotiziaStandard.asp?IDNotizia=8996&IDCategoria=3214 (E)Names of collaborators, their areas of expertise, and their specific roles in the project. Only me, (for the moment) (F) A project budget, including other funding sources for this project. 10000 euro (not other funding a the moment) (G) Your résumé/CV and one for each of your collaborators. My Cv here; http://www.chartusia-projects.it/2003/borestabiblio.htm no collaborators (for the moment) (G) Up to five examples of prior work accessible on the web. Here web-art project www.arteutile.net/boresta/boresta2.htm -
http://www.pinoboresta.com/boresta_eng.htm
http://www.pinoboresta.com/no_logo/no_logo_e.htm


05/11/2003
Angeloni

Well, good luck with your projects dear Boresta. Cheers, F/ Angeloni


02/07/2003
Marianna Andersson

Hej! Jag har semester, återkommer 10/6. Hälsningar Marianna


02/07/2003
Wierzbicka Elisabeth

good luck, wela


27/06/2003
from- tamara lai-
URBANGS http://users.skynet.be/tamara.lai/URBANGS/urbangs.htm

link Web Biennial 2003- tamara lai- URBANGS -


27/06/2003
he didn’http://www.liberarti.org/view.php?action=start_date

Thursday 12th December 2002 Project: "Hey!...My friend, what’s the matter?" Artist: Pino Boresta Think about whether to consider GUILTY or INNOCENT the observer of the fact, because he didn’t open the window and shout; "Hey!…My friend, what's the matter?"


27/06/2003
Murphy

http://x-arn.org/hub/liste.php3?n=3&body=85
date: Thu, 08 May 2003 18:32:13 -0400 subject: [thingist] FW:

Gulty or Innocent'? Pino Boresta from: Murphy to: Thingist An ethical dilemma as art? Well, maybe. But what caught my attention was the salutation "Hey my friend ..." because I hear it often at work from my European and Cuban co-workers. An American would never address another that way. A Quaker might address you as "Friend" but not "my friend". Where did this particular salutation come from and does it denote an ethical difference between American and other cultures? Or is it simply a matter of translation? murph offshoreonline


30/04/2003
rael, netherlandsreminds

me of the story of Odile Redon. He was ashamed to look to the nude swimmer who was drowning, and turned his head. Terrible dilemma's. But I believe you can't actually save a human's live on that sort of circumstances. There is a game-element in the situatiuon where you ever loose. Got to do with (in)dependancy / autonomy. Imposant pictures.


01/03/2003
Anca,

Romanianthe man climbed on top of the chimney to be seen, he wanted someone to stop him, he was looking for hope (as its in our nature). he is in a suburban middle class neighborhood,im sure whatever bugged him was fixable. its not a silver bullet because he is bored, and doesnt know what else to do with the beans. this man found out his wife was cheating on him and he probably works too damn hard to enjoy life. Verdict is guilty u uncompassionate slobwho is more interested in his dinner than a human life.


01/03/2003
Christopher,

USIf you were placed in that situation as a witness, then you have to ask yourself if there are any coincidences. If you don't think so, then you have an obligation to act. Even if your interference in this man's action still caused his death, by fright or surprise, then at least you acted, you took part in the situation rather than being a fearful jellyfish retreating into your comforts. Then again, the man went to such an effort, climbing the roof, the chimney, and waited so long to do it, not taking himself out in a quick manner, maybe he wanted the element of performance and drama for his final end, and needed an audience. So you were meant to be there as an observer. In the end, guilty of fear, which is an easy judgement for an armchair jockey to make.


28/02/2003
Rebecca Hackemann,
British/German http://www.rebecca-h.net/

GUILTY You should not have shouted out of the window, because that may have given him a fright and he would have fallen off the chimney. But you should have called the police to let them know. Then THEY would have shouted up and given him such a fright that he would have fallen off.


18/02/2003 Tamara Laï, Liege / Belgiumhttp://tellamouse.be.tf/

Colpevole! Guilty ! Coupable! Inacceptable que cet homme, pendant tout ce temps, n'ait eu à aucun moment ne serait-ce que la curiosité de lui demander 'tout va bien ?' 'vous cherchez quelque chose ?'...


18/02/2003
Tamara Laï

Colpevole! Guilty ! Coupable! Inacceptable que cet homme, pendant tout ce temps, n'ait eu à aucun moment ne serait-ce que la curiosité de lui demander 'tout va bien ?' 'vous cherchez quelque chose ?'...
Tamara Laï


22/01/2003
LaurenOdman

I would see him in my mind every beautiful day....my heart would hurt each time I saw a full moon. I wonder if he cried...


08/01/2003
Randy, Texas,
USAINNOCENT of the person's death. GUILTY of caring. Randy Texas, USA
14/09/2002marianneMy gut feeling is to say ignorance more than guilt is to blame. Anonimity in big towns is very overwhelming. En francais, c'est peut-etre plus proche de l'italien: ma reaction est de dire que l'ignorance est a blamer plus que la culpabilite. L'anonymite des grandes villes est ecrasante. j'espere que ce message vous sera utile Marianne


13/09/2002
Guido Vermeulen

28/05/2002 22:31
Da: Guido Vermeulen INNOCENT ! 1) If you had opened the window and shouted "HEY! What's the matter?" maybe that would have frighted the man so much he could have fallen down, so instead of helping him you would have killed him 2) On the possible suicide of the person ... Are you the police or a social worker or the pope that does not allow suicide? If a man wants to say goodbye to life, that's his decision, sorry ...


13/09/2002
Albertina PianarosaAt 12:06 PM 5/7/02 +0200, you wrote:

Colpevole. Dobbiamo parlarci. I meant that people should talk more to one another like in old small towns. ap Albertina Pianarosa Information Centre Assistant Association of Universities and Colleges of Canada apianaro@aucc.ca


13/09/2002
Guido Vermeulen
28/05/2002 22:31

Guido Vermeulen INNOCENT ! 1) If you had opened the window and shouted "HEY! What's the matter?" maybe that would have frighted the man so much he could have fallen down, so instead of helping him you would have killed him 2) On the possible suicide of the person ... Are you the police or a social worker or the pope that does not allow suicide? If a man wants to say goodbye to life, that's his decision, sorry ...


13/09/2002
Rosalie White

Hi! I felt this both important and proper to you giving my response. I do not feel you are either guilty nor innocent, for this is not the issue as I see it. Rather the television has created a particular desensitizing, not particular to you, but all. So the beautiful world of true life suffers MANY trajedies while individuals give their priorities to T.V. I am sorry you felt estranged from your most vital present; instead giving a box your precious senses. The sadness is immense for all forms of indifference for reality giving the breath you breathe. The media cannot do this. Much love and true light for you and the male being giving choice to suffering. I am an artist on arteutile. I thank you for this opportunity of communication. My sadness is that it has arisen at the cost of life responsible enough to choose. Rosalie White


13/09/2002
Rob One of the grants ha scritto:

Innocent. Yes you may have had an effect on the situation BUT What if the person was playing with someone below, not intending suicide and your call frightened him and he then fell... Would not your guilt be greater? If you were late home for lunch and missed seeing him before the fall would you feel any responsibility?. Would you give the event a second thought, other than it happened in your neighbourhood? Why do we continually judge ourselves and others? regards rob


15/08/2002
Gustavo, Stockholm/Swedenhttp://www.fa-art.pp.se/

Why did you wait so long to open the window?? You are off course not guilty, but pathetic. ...you know that young lads can feel suicidal for the most stupid reason... Not guilty - sad story but why did you wait so long?


1/09/2012
Brendan Smart

GUILTY
i am running towards a burning car on a two-lane highway somewhere in texas, and a fellow is standing there with a video-camera, he spins around to film me approaching, watching a miniature version of myself on a swiveled-out viewfinder. i ask him if there are any casualties, any survivors-- he says he doesn't know, still gazing down into his camera. i ask him if he has called 911-- no, he says, surprised that i would even mention him, suggest that he should have any part in this other than recording, to what end i do not know. for a moment we make eye contact-- perhaps i glare at him.


no bodies on the pavement, no signs of blood. black smoke is billowing out of the car's cabin, and i can't make-out if anybody's inside. i tell the man with the camera that he should step back a bit, because you never know if the gas-tank might blow, like in the movies-- in retrospect, i am unsure if i made this statement out of genuine concern for the man, or out of contempt.

he is still standing there when i jog away, back to my own car which is pulled-offed to the side of the road. my sister is in the front passenger seat, and is slightly hysterical-- she didn't want me to go anywhere near the burning car, because this happened only a few months after the WTC attacks in Manhattan, which she had witnessed from a distance of 1.6 miles away; don't get out of the car, she had shouted at me, I've been in this situation before and there's nothing you can do.

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i am being driven down a highway in saudi arabia-- this is many years later-- and i spot a white bundle, sprawled-out in the middle of a lane-- is it a body? am i looking at another body?

highway deaths are a regular feature of life here-- bodies slumped thru broken windshields, or else catapulted off the highway's edge into the desert sand, where they die of shock and exposure, waiting for an ambulance will only arrive much later, after the fact. the young men tell me that they occasionally speed thru red-lights, because "--everything is in the hands of Allah".

at first it shocks you, and then you grow numb.

but this is something different-- a body, a human being, abandoned to his fate on the concrete, without anybody even stopping to check on him? all of the cars are just... swerving around, not even slowing.

surely i must be mistaken-- surely it must be something other than a body-- just a cloth sack, easily mistaken for a man in the reddish brown dust that is always blowing out of the desert-- surely if it were a man somebody would have stopped, already-- surely i am mistaken--

these thoughts continue for another fifteen minutes or so, as our car turns off the highway,and proceeds along a two-lane road bordered by

bull-dozed desert, featureless except for the random bits of trash and concrete rubble that have been dumped there.

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i say GUILTY because we are all guilty of turning a blind eye to another person's suffering, at one time or another-- there are so many ways of turning our eyes blind, yes?

blinded by cameras; blinded by distance, class and culture; blinded by fear, and occasionally self-preservation; blinded by the moment's confusion; blinded by the dust that blows off of the desert, blinded by the gasoline smoke of burning wreck, blinded by words like "guilty" and "innocent".