lunedì 27 gennaio 2025

FAVELLI - BORESTA

10/04/2021

FAVELLI - BORESTA - FAI LA TUA DOMANDA!





Siamo felici di annunciare l'arrivo da Bologna del grande Flavio Favelli, che sarà ospite al Micro dal 15 aprile con quattro opere, nell'ambito della mostra IL BORESTA CHE NON TI ASPETTI.

Una “mostra nella mostra”, occasione per scoprire i quattro fazzoletti realizzati appositamente dall’artista bolognese, opere inedite e site-specific che dialogheranno con i tovaglioli “fronte retro” di Pino Boresta, all’insegna di una nuova forma di partecipazione con il pubblico, che prenderà parte all'opera stessa. Saranno infatti previsti degli incontri performativi, azioni artistiche dal titolo “FAI LA TUA DOMANDA” dove il visitatore avrà la possibilità di sedersi davanti ai due artisti - uno alla volta e per la durata di un minuto - e porre loro una domanda in una sorta di grande intervista collettiva. Sarà inoltre omaggiato al pubblico un tovagliolo, che verrà poi firmato dagli artisti a testimonianza dell’azione Boresta Favelli. Tutto l'evento potrà essere seguito anche in diretta Facebook. Vi aspettiamo! Venite a fare le vostre domande...giovedì 15 aprile dalle ore 17. Ingressi contingentati.

È consigliata la prenotazione

Paola Valori


Pubblicato sul sito di MICRO Arti Visive

Qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=O7L6HH2Himw

Artisti Di-spiegati

 19/04/2021










Artisti Di-spiegati al Micro Arti Visive


Sulla patera d’argento firmano il tovagliolo e lo condividono.

Siamo al tavolo con Pino Boresta e Flavio Favelli, i due artisti che al Micro Arti visive di Roma hanno realizzato la performance “Fai la tua domanda” con un pubblico ancora contingentato, e prenotato, per intervenire con una domanda agli autori sul fondo delle loro opere. Quelle di Favelli, 4 inedite, nell’ambito della mostra e performance d’arte contemporanea Il Boresta che non ti aspetti – curata da Raffaele Gavarro, su progetto della gallerista Paola Valori. Boresta con le sue innumerevoli opere realizzate su tovaglioli di tessuto, Favelli aggregando nel suo stile artistico quelli in carta già stampigliati.

Nel contesto inusuale della performance il gesto del tovagliolo firmato e donato durante la consultazione colloca l’astante all’interno dell’opera. Anzi nello spazio in cui osserva più opere mentre l’artista offre simbolicamente quel supporto d’arte e al contempo feticcio d’artista; così che nella comunicazione estemporanea – non è una vera e propria intervista e dura solo un minuto – le parole formulano un nuovo livello di comprensione, il dis-piegamento della sconnessione dall’arte, quella priva della veracità dell’autore. Il lembo di tessuto si macchia di confessioni, mentre l’arte è servita: “Serve! Boresta” – per ricapitolare i primi appuntamenti apparecchiati all’interno della galleria e Boresta cameriere di un menu ad arte.

L ’happening è confacente.

In questo momento, totalmente esclusi gli eventi, l’arte più che deperire nell’attesa ha bisogno di escogitare, discutere ancora. In questo l’idea di Paola Valori è geniale, invita non solo la ricercatezza di un quesito ma all’arte di relazione. Ricorre non a caso il centenario di Joseph Beuys, il suo plasmare l’opera uomo. Serve dunque as-servire l’arte che non sia anche un progetto consapevole? O che non risvegli, come crea il vivace outsider Boresta con l’amico artista Favelli, il senso del gran dono dell’arte, nel gesto.

Come ad interpellare un oracolo. Alla parola Libagione, evocata, piuttosto che una domanda – una parola arcaica lontana da me che tra mille non avrei mai pensato, e un passato che non passa mai nemmeno per il paese, fermo al passato, dice Favelli; e la vocazione all’arte, oggi più che sacrificale,  ribatte Boresta – tu dici libagione io dico selvaggina, non resta che la constatazione che la deposizione dell’inchiostro a firma sparso sulla salvietta è libazione e poi cibo/nutrimento; frantuma l’arte in una epitome di larga divulgazione. Invoca .

Dizzly







Opere di Flavio Favelli






















Pubblicato su Blog.libero

Qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=4wJnqhnIaeQ

Boresta dà i numeri

 13/05/2021

Riffa Boresta

I vincitori










Pino Boresta dà i numeri

Firma dei gettoni numerati

Roma – Giovedì 13 maggio 2021 presso gli spazi della galleria Micro Arti Visive nell’ambito della mostra “Il Boresta che non ti aspetti” curata da Raffaele Gavarro, si terrà “Riffa Boresta”. Un’opportunità rara concessa dall’artista al pubblico di collezionisti, estimatori, e appassionati di arte contemporanea, che potranno aggiudicarsi un’opera di Pino Boresta. L’evento consiste nella messa in palio di tre pezzi unici realizzati dall’artista tra 1995 e il 2015 con tecnica mista: fotocopie di disegni e pastello a olio, sui quali l’artista è intervenuto manualmente.

Firma dei numeri della Riffa

A partire già dagli anni Sessanta è Bruno Munari uno dei primi artisti a utilizzare la macchina fotocopiatrice in maniera totalmente sperimentale. È proprio dagli anni ’70 che la copy art conosce una grande diffusione anche in ambiente europeo. Boresta negli anni ’90 sperimenta liberamente le varie procedure del medium, ribaltando il fine stesso della macchina fotocopiatrice, ovvero quello di riprodurre copie tutte uguali, cercando di ottenere nuove forme di espressività, e creando pezzi unici. Boresta pone l’accento sulle possibilità creative che offre, così come fece Man Ray negli anni Venti con i rayogrammi.

I gettoni numerati

Come Munari stesso ha dichiarato durante la XXXV Biennale di Venezia del luglio 1970, davanti al Padiglione Centrale in cui era installata una Rank Xerox di cui il pubblico poteva fruire: “Le possibilità tecnologiche del nostro tempo permettono a tutti qualche genere di attività, e permettono a chiunque di produrre oggetti di valore estetico. Rendono possibile a tutti di superare i propri complessi di inferiorità artistica per esercitare il proprio istinto creativo a lungo umiliato. Uno dei compiti dell’operatore visivo deve essere quello di sperimentare, di cercare gli strumenti adatti per il loro uso generale e di andare oltre a questo, con tutti i “segreti del mestiere” che facilitano il loro funzionamento. La macchina Rank Xerox può aiutare chiunque ad esprimere sé stesso. Inventata per riprodurre immagini, oggi le si possono produrre”.

I premi in palio

L’evento aprirà al pubblico alle ore 18:00. Ogni partecipante verrà fornito di un gettone numerato e firmato dall’artista che resterà ai singoli partecipanti a memoria dell’occasione. A gettoni esauriti, Pino Boresta darà inizio all’estrazione dei numeri vincenti. Nel caso in cui venga superato il numero previsto di partecipanti, l’artista omaggerà il suo pubblico mettendo in palio altre opere della stessa serie.

La partecipazione all’evento è contingentata, pertanto è necessaria la prenotazione.

Paola Valori

Consegna del gettone numerato

Pubblicato su Wordpress

 Qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=oQsgrIgGff0

Il corpo di Boresta

 27/05/2021

graphic Paola Valori
























Il corpo di Boresta













Da giovedì 27 maggio 2021 nello spazio Micro Arti Visive prende il via la mostra “Il corpo di Boresta” secondo episodio di un lungo progetto di sei mesi – “Il Boresta che non ti aspetti” – dedicato all’outsider Pino Boresta.

Installazione





L’evento, che inaugura alle ore 18,00, segna da un lato, la continuità espositiva e la forza dirompente della galleria di Paola Valori da tempo attiva sul territorio, e dall’altro, rappresenta l’ennesima provocazione di Pino Boresta, artista che ancora una volta porta in scena una dimensione fuori dalle righe del suo linguaggio artistico, con l’esposizione dei propri “residui” corporei: sperma, unghie, capelli, sangue. 

Sperma su tessuto 1995















Scioccante e volutamente “sconveniente”, il lavoro di Pino Boresta (classe 1962) che aveva già scandalizzato la Bologna degli anni ‘90 nel contesto della galleria Il Graffio – allora con il testo critico di un giovanissimo Bartolomeo Pietromarchi – oggi, continua a far parlare di sé esponendo anche i profilattici usati e incollati, all’interno di un allestimento white cube minimale composto da teli, pannelli, stoffe e tovaglioli bianchi, diversi oggetti, recipienti e barattoli che ricalcano lo stile di un laboratorio, con provette e contenitori, superfici con chiazze di sangue, tutto per documentare quasi con piglio ossessivo, lo scorrere del tempo, del suo tempo.

Sperma su tessuto 1995 - 1996













Rispetto ad altri lavori, il senso della ricerca di Boresta sta nella “raccolta del tempo”, lo sottolinea il curatore Raffaele Gavarro, contestualizzando Boresta nell’alveo delle esperienze degli anni ’70:

“Se guardando i Residui corporei di Boresta inevitabilmente viene in mente Manzoni, Acconci, o quanti nella storia dell’arte hanno usato materiale biologico per dare forma all’opera, o anche solo per ‘condirla’, aggiungerei un altro aspetto che è il tempo. Le tracce di sperma, i peli, le unghie e annessi vari, sono infatti un vero e proprio autoritratto di Boresta nel tempo. Meglio, un autoritratto essenziale, informe e disturbante, come del resto è tutto il suo lavoro”


Sperma su tessuto 1999











Allora, se rispetto agli artisti di quegli anni, il senso del suo linguaggio vuole essere certificare la propria presenza, sono le testimonianze che lascia come traccia a documentarne l’essenza; documenti “scomodi”, maleodoranti e sudici di una realtà sempre in dissolvenza che è quella umana e anche la sua. Non è un caso, quindi, se il prossimo episodio del progetto, per un totale di sei passaggi in galleria (no a dicembre 2021), sarà dedicato al tema del “Testamento di Boresta”, e non è accidentale se nella performance della vernice di giovedì 27 maggio, l’artista, sulla falsariga delle “sculture viventi” di Manzoni, rilascerà ironicamente un certificato scritto a chi dei partecipanti alla serata vorrà, a sua volta, lasciare una traccia di sé donando una ciocca di capelli, pronta ad essere incorniciata e inserita nell’archivio del Progetto R.C. – residui corporei dell’artista, veri e propri “reperti” di tracce umane.

Sperma su tessuto 1997 - 2000








Per l’occasione l’artista ribadisce il suo interesse per l’Arte Relazionale, è così che il “barbiere” Boresta farà accomodare i visitatori su un trono, una elegante poltrona in sky rosso vintage anni ’70, e dall’alto di quella posizione, opererà un taglio, raccogliendo così anche il tempo e la traccia dei capelli altrui: un’operazione questa, che per certi versi ha anche il sapore di un’arte partecipata. Il giorno del finissage si assisterà alla performance nella quale saranno invece il curatore e la gallerista a tagliare tutti i capelli all’artista. 

Sperma + relitti su tessuto









Diversamente da ciò che accadde nel 1998 in occasione della mostra a Bologna. Questo quello che scrisse Bartolomeo  Pietromarchi:

 “Con questa serie di lavori, Boresta sospende il lavoro “relazionale” per esporsi direttamente ponendoci di fronte alla sua sfera più personale, siamo introdotti nella sua sfera privata, violandone quelli che sono considerati i limiti oltre i quali non è permesso introdursi. Attraverso questa operazione veniamo trasformati in voyeurismi non di una singola azione ma di una intera esistenza, posti di fronte ad una cruda rappresentazione documentaria delle azioni e ad uno spoglio feticismo del residuo”.

 

Sperma + relitti su tessuto 1999 -2005










Dopo Bologna, quindi, è la volta di Roma, una città dove il dibattito artistico e critico è spesso infuocato e dove siamo pronti anche a reazioni forti e di turbamento. Misurando la temperatura di Roma, la mostra farà ancora una volta discutere? Dividerà la città tra le critiche degli esperti e quelle dell’opinione pubblica, come già è successo con il provocatorio grido “Io vivrò” di Boresta durante la conferenza stampa della Biennale di Venezia nell’edizione del 2013? Cosa vuole dirci ancora Boresta?

Sperma + relitti su tessuto















È ancora l’arte l’unico mezzo in grado di destare le coscienze? Sono esattamente questi gli interrogativi che si propone un’operazione come questa, e tutti stanno al centro dell’indagine della galleria Micro Arti Visive, uno spazio romano ormai forte della sua esperienza di lungo corso che non soltanto non si tira indietro ma anzi, spinge avanti la ricerca di Boresta: così come è successo nella prima esposizione con i pranzi in galleria performativi, invitando curatori, critici e giornalisti serviti dallo stesso artista, che anche questa volta rompe gli schemi.

Paola Valori












Comunicato stampa pubblicato su Arte-news.it e sul sito della galleria Micro Arti Visive e varie altre testate online.

Attraverso il corpo

26/05/2021

Attraverso il corpo

Pino Boresta torna a far parlare di sé, attraverso il corpo e i suoi residui con il secondo episodio del progetto “Il Boresta che non ti aspetti”. Da domani, giovedì 27 maggio 2021 nello spazio Micro Arti Visive prende il via  la mostra “Il corpo di Boresta” secondo episodio di un lungo progetto di sei mesi – “Il Boresta che non ti aspetti” – dedicato all’outsider Pino Boresta. 











L’evento, che inaugura alle ore 18,00, segna da un lato, la continuità espositiva e la forza dirompente della galleria di Paola Valori da tempo attiva sul territorio, e dall’altro, rappresenta l’ennesima provocazione di Pino Boresta, artista che ancora una volta porta in scena una dimensione fuori dalle righe del suo linguaggio artistico, con l’esposizione dei propri “residui” corporei: sperma, unghie, capelli, sangue. 

Scioccante e volutamente “sconveniente”, il lavoro di Pino Boresta (classe 1962) che aveva già scandalizzato la Bologna degli anni ‘90 nel contesto della galleria Il Graffio – allora con il testo critico di un giovanissimo Bartolomeo Pietromarchi – oggi, continua a far parlare di sé esponendo anche profilattici usati e incollati, all’interno di un allestimento white cube minimale composto da teli, pannelli, stoffe e tovaglioli bianchi, diversi oggetti, recipienti e barattoli che ricalcano lo stile di un laboratorio, con provette e contenitori, superfici con chiazze di sangue, tutto per documentare quasi con piglio ossessivo, lo scorrere del tempo, del suo tempo. 













Rispetto ad altri lavori, il senso della ricerca di Boresta sta nella “raccolta del tempo”, lo sottolinea il curatore Raffaele Gavarro, contestualizzando Boresta nell’alveo delle esperienze degli anni ‘70: “Se guardando i Residui corporeidi Boresta inevitabilmente viene in mente Manzoni, Acconci, o quanti nella storia dell’arte hanno usato materiale biologico per dare forma all’opera, o anche solo per ‘co irla’, aggiungerei un altro aspetto che è il tempo. Le tracce di sperma, i peli, le unghie e annessi vari, sono infatti un vero e proprio autoritratto di Boresta nel tempo. Meglio, un autoritratto essenziale, informe e disturbante, come del resto è tutto il suo lavoro”. 

Allora, se rispetto agli artisti di quegli anni, il senso del suo linguaggio vuole essere certificare la propria presenza, sono le testimonianze che lascia come traccia a documentarne l’essenza, documenti “scomodi”, maleodoranti e sudici di una realtà sempre in dissolvenza che è quella umana e anche la sua. Non è un caso, quindi, se il prossimo episodio del progetto, per un totale di sei passaggi in galleria (fino a dicembre 2021), sarà dedicato al tema del “Testamento di Boresta” e non è accidentale se nella performance della vernice di giovedì 27 maggio, l’artista, sulla falsariga delle “sculture viventi” di Manzoni, rilascerà ironicamente un certificato scritto a chi dei partecipanti alla serata vorrà, a sua volta, lasciare una traccia donando una ciocca di capelli, pronta ad essere incorniciata e inserita nell’archivio del Progetto R.C. – residui corporei dell’artista, veri e propri “reperti” di tracce umane. 


Per l’occasione, il “barbiere” Boresta farà accomodare i visitatori su un trono, una elegante poltrona in sky rosso vintage anni ’70, e dall’alto di quella posizione, opererà un taglio, raccogliendo così anche il tempo e la traccia dei capelli altrui: un’operazione questa, che per certi versi ha anche il sapore di un’arte partecipata. Il giorno del finissage si assisterà alla performance nella quale saranno invece il curatore e la gallerista a tagliare tutti i capelli all’artista. 

Come scrisse Pietromarchi nel 1998 in occasione della mostra a Bologna “Con questa serie di lavori, Boresta sospende il lavoro “relazionale” per esporsi direttamente ponendoci di fronte alla sua sfera più personale. siamo introdotti nella sua sfera privata, violandone quelli che sono considerati i limiti oltre i quali non è permesso introdursi. Attraverso questa operazione veniamo trasformati in voyeurismi non di una singola azione ma di una intera esistenza, posti di fronte ad una cruda rappresentazione documentaria delle azioni e ad uno spoglio feticismo del residuo”. 


Dopo Bologna, quindi, è la volta di Roma, una città dove il dibattito artistico e critico è spesso infuocato e dove ci si aspetta anche reazioni forti e di turbamento. Misurando la temperatura di Roma, la mostra farà ancora una volta discutere? Dividerà la città tra le critiche degli esperti e quelle dell’opinione pubblica, come già è successo con il provocatorio grido “Io vivrò” di Boresta durante la conferenza stampa della Biennale di Venezia nell’edizione del 2013? Cosa vuole dirci ancora Boresta? 











È ancora l’arte l’unico mezzo in grado di destare le coscienze? Sono esattamente questi gli interrogativi che si propone un’operazione come questa, e tutti stanno al centro dell’indagine della galleria Micro Arti Visive, uno spazio romano ormai forte della sua esperienza di lungo corso che non soltanto non si tira indietro ma anzi, spinge avanti la ricerca di Boresta così come è successo nella prima esposizione con i pranzi in galleria performativi, invitando curatori, critici e giornalisti serviti dallo stesso artista, che anche questa volta rompe gli schemi

Leonardo Rossi*

* Tratto dal comunicato stampa e pubblicato su Binrome.com

Hanno partecipato alla performance donando una ciocca di capelli:
Paola Valori
Raffaele Gavarro
Francesca Bisogni
Florence Bechu
Sara Verrecchia
Natascia Orelli
Giancarlino Benedetti Corcos
Carolina Righi
Sabrina Mammarella

Messaggio visivo

 01/06/2021

Messaggio visivo

Il corpo di Boresta

Secondo episodio del progetto “Il Boresta che non ti aspetti”

Pino e Titti



















Giovedì  27  maggio 2021, nello spazio espositivo Micro Arti Visive a Roma in viale Mazzini 1, è stata inaugurata la mostra “Il corpo di Boresta”, secondo episodio nell’ambito di un progetto della durata di sei mesi dal titolo “Il Boresta che non ti aspetti”, dedicato all’outsider Pino Boresta.

Sperma datato su tessuto 1999














L’artista continua a portare in scena la sua dimensione fuori dagli schemi, con l’esposizione dei propri “residui corporei”: unghie, capelli, sperma e sangue. Con tale lavoro il Boresta aveva già “volutamente” scioccato e scandalizzato la Bologna degli anni ’90, nel contesto della Galleria Il Graffio.

Sperma su tessuto 1995



















Nell’attuale contesto romano, dove il dibattito critico nel mondo dell’arte è spesso piuttosto cruento, la mostra è stata quindi allestita, nella continuità espositiva della galleria di Paola Valori, con la consapevolezza di probabili forti reazioni e turbamento, considerato che, tra questi documenti “scomodi” sono stati esposti anche profilattici usati e incollati all’interno di un allestimento white cube minimale composto da teli, pannelli, stoffe, tovaglioli, recipienti, barattoli e provette, quasi a ricalcare uno stile da laboratorio.

Sperma + relitti su tessuto



















Come sottolinea il curatore della mostra Raffaele Gavarro: “Se guardando i Residui Corporei di Boresta inevitabilmente viene in mente Manzoni, Acconci, o quanti nella storia dell’arte hanno usato materiale biologico per dare forma all’opera, o anche solo per ‘condirla’, aggiungerei un altro aspetto che è il tempo. Le tracce di sperma, i peli, le unghie e annessi vari, sono infatti un vero e proprio autoritratto di Boresta nel tempo. Meglio, un autoritratto essenziale, informe e disturbante, come del resto è tutto il suo lavoro.”

Sperma datati + relitti


















Ed è proprio il suo messaggio visivo “informe e disturbante” il punto di forza di questo artista che pone sé stesso come “materia prima” alla base di molte delle sue creazioni. 

Nella cornice dell’evento inaugurativo, Pino Boresta, sulla falsariga delle “sculture viventi” di Piero Manzoni, ha effettuato un taglio di ciocche di capelli e rilasciato ironicamente un certificato scritto e da lui firmato a chi, tra i partecipanti alla serata ha voluto lasciare una personale traccia da inserire nel “Progetto R.C.”, archivio di residui corporei dell’artista, veri e propri “reperti” di tracce umane. 


Per l’occasione, i visitatori sono stati fatti accomodare su un’elegante poltrona in sky rosso vintage anni ’70, dando per certi versi il senso di un’arte partecipata. Il giorno della chiusura della mostra, si assisterà invece alla performance nella quale saranno il curatore e la gallerista a tagliare tutti i capelli a Pino Boresta.

Lanugine di ombelico

La mostra è aperta al pubblico con ingresso libero, ma contingentato secondo le vigenti norme anti Covid.

Sabrina Mammarella Tosè *

Allestimento mostra

 















Tratto dal comunicato stampa e pubblicato su Palcovisioni.com


sabato 27 luglio 2024

SAMRO

Il SAMRO - Sticker Art Museum of ROme














Ecco cosa dice in una intervista  Mirko Vignozzi alias Stelleconfuse:

Il SAMRO è un luogo fisico, ma è soprattutto la concretizzazione di un pensiero: gli sticker meritano una loro esposizione museale. Il museo è autoprodotto insieme all’artista Pino Volpino, la prima esperienza è avvenuta riqualificando una cabina telefonica abbandonata a Roma nel luglio 2022. A causa di un episodio vandalico, dopo poco più di due mesi, abbiamo chiuso questo primo capitolo museale.
Nel marzo 2023, il SAMRO è stato riaperto, riqualificando uno spazio, all’interno del MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz – Città Meticcia), sempre a Roma. Un “museo matrioska”, poiché si trova dentro un altro museo, con gli sticker di più di 200 artisti da tutto il mondo.
L’idea alla base del SAMRO è quella di dare importanza a questa forma d’arte e farla conoscere a un pubblico sempre più vasto. Il momento più emozionante da quando sono Condirettore del SAMRO è stato quello di partecipare a una tavola rotonda su musei “self-made” durante il Festival delle Periferie di Roma.


In foto: Mirko Vignozzi, Pino Boresta, Pino Volpino


 

Gli Artisti del SAMRO

AUSTRALIA: Girl Loves, Graffiti Tweet.

AUSTRIA: Meta Boile, Nusskadsenmafia, Tantz die Orange.

BELGIUM: Cha Cha 80, Jesse Jessser, Kidzuko, Sanne, Van Wanzeele, Super Gang, Zozo Dajo.

BRASIL: Faccao In-Versa, Garde Naipe, Tira Irreverente.

BULGARIA: Mustartplus.

CANADA: Exquisitables, Freq, Marilyn, Mayer Propaganda, Project Rbn, Mutant, Sean F’N Gammon, Zombie, Art Squad.

CROATIA: Leon Gsk, Yo.Pecador.

CUBA: Claudio Sotolongo.

FINLAND: Ableonez, Bardopapa, Tsupukka.

FRANCE: 2Zirp, 901 Crew, A.I. Tony, Amsterdam Stickers, Ariane Pasco, Ass. Faire Ma P’Art, Bw2f, Coralie Lr, Dub Lbe, Edlt/Zdf, Goku Manickoh, Hentitan, Hopem Story, Jakeitori, Kally Crown, Karelcrea, Knives Outz, Culkeeen, Madame S, Mr. Popcorn, RafaL., Repk, Sancko.

GERMANY: Bakos B., Rotone, Cainer Vice, Codestruktur, Diego Manchego, Edlinger Did It, Flor76. Fluctibus. Fragile Waste, Graffiti Spotting Worlwide, Greentaxonomy, Haevy Styles, Hallo Karlo, Hassdub Industries, Hatch, Hudefaktor, Jum Jum, Katsukai, Keevisual, Labil Bleiben, Lacuna, Lembo, Likestyler, Look, Liebezurfarbe Rise, Mezy, Michaphonem, Mr. Nice Shice, Noise Armada, Noms, Not Pinky, Penguin, Problemchen, Puttfarken, Psyco Zrcs, Salzwassertinte, Sladge Konjak, Slap, So Schoen Immer Wieder, Spam, Spielmannskiste, Stek, Stickermaidberlin, Soft Eis Arts Wutal, The Lost Memory Card, Tuma, Unitedsota, Yarn Vandalette, Xz, Zucker Bande.

GREECE: Corecodile, Pro Heroes, The Exp Series.

HUNGARY: Box With Wings.

INDONESIA: Siki Pecah.

IRELAND: DZ, Eu.Psy.Ki.

ITALY: Aka Newton, Artisticalmass, Bbqueen, Ceffon, Cinema Roma, Cowione, Csom, Djix2, Er Piccio, Etruskingz, Forma, Hog Republic, Inkiostros, Jamone, Jesus Tifa Toro, Kiddo, La Cazzo di Locura, La Lupa, Liam Fontana, Little Meh, Luma, Lus57, Mabe, Mark Serigrafia, Mellu, Mr. Henk, No Adesivi Grazie, Omino 71, Padre Pedro, Piri Piri, Rab Dauber, Ri Punk, Rita Restifo, Samuele Vesuvio, StencilNoire, Stickerspams, Sumoh, Urka, Valda Gump, Whatifier.

JAPAN: Vlot.

MEXICO: Delirium Tremens.

NETHERLANDS: Dutch Polaroigirl, Hollyhock, Mind Twists, Ponk, The Unividuals.

NEW ZEALAND: Larnf Roleaf.

PORTUGAL: Bimi Monsters.

PUERTO RICO: Aslan Caotic, Merk2g.

ROMANIA: Omul Span, Safiticuminti.

RUSSIA: Grib O4ek, Pnulo Planshet, Froz5.

SLOVAKIA: Eduard Dinic, My Sticker Wall.

SPAIN: Lem, Podenco Potemkin, Rubi, Siempreviva.

SWEDEN: Abstract Graffiti Mag., Ollio.

SWITZERLAND: Bampam, Brainfart, Creagiovane, Elf, Essegeefra, Nihl, Oimrt, Pierre Chevalley, Taina.

TRINIDAD and TOBAGO: Bloody Republic,

U.K.: Gekko, Ian Walker, Mr. Tractor Inspector, Paul Insect, Wedad A.

U.S.A.: @rtist317717 , 14Bolt, Aerosol Scrawls, Alycia Baragno, Blodbath, Christopher Priority, Daruth the Human Dpc, Erasol, Francisco Gomez, Free, Frye, Gage Coleman, Gloopy Goblin, Greatboxers, I Will Not, Jamingus, Kibie, Kitchensink, Lucky Gnome, Lulz, Majic Monsters, MCA, Montross Zero, Noxin, Praise Dobler, Pull Trig, Sanchez McGrath, Slap n Go, Sophia Gasparian, Starheadboy, Strive, Text From Orwell, Third Eye Wook, Vinny Raffa, Wheremyeyesland.

VENEZUELA: Funkdamental Force.

... e molti altri!

 

DIREZIONE ARTISTICA: PinoVolpino & Stelleconfuse.

PRESIDENTE ONORARIO: Pino Boresta.


Il SAMRO è su Instagram: 

https://www.instagram.com/samro_stickerartmuseumrome/