giovedì 23 febbraio 2012

3° ArtBlitz - 18/06/2008


Palazzo Esposizioni di Roma





18/06/2008 16.58
Mostre: al via Quadriennale
Da domani al 14 settembre un centinaio opere di giovani artisti
Notizia (ANSA) - ROMA, 18 GIUGNO 2008
Con un centinaio di opere realizzate da altrettanti giovani artisti, parte la 15/a edizione della Quadriennale, da domani al 14 settembre. La rassegna, che torna nella sede storica di Palazzo delle Esposizioni, ha vissuto la vernice per la stampa, movimentata dalla protesta dell’artista Pino Boresta, che ha contestato il mancato invito alla rassegna gettando volantini con la scritta ‘Basta con i soliti raccomandati’ e un invito a firmare ‘per mandare Boresta alla Biennale di Venezia 2009′.

Come in un film di Godard

Ho la gola secca e la bocca asciutta, avverto una forte sensazione di disidratazione senza avere in realtà sudato. Appena giro l’angolo decido di entrare nel primo bar che incontro chiedendo un bicchiere d’acqua. Il giovane barista nonostante la confusione è lesto, deve essersi accorto di qualcosa; bevo, ringrazio ed esco. Percorro una cinquantina metri e si ripresenta la stessa arsura, il nasone (così chiamate le fontanelle romane) di Piazza Venezia è troppo lontano decido cosi d’approfittare di un altro bar nei paraggi che a Roma non mancano. Questa volta entro con più tranquillità… esco e riprendo il cammino cercando di calmarmi. Anche questa è andata, non è stato facile ma ce l’ho fatta. Avevo calcolato tutto nei minimi particolari.
Arrivo in anticipo alla conferenza, non distribuisco i volantini e mi vado a sedere in fondo alla sala.




I primi a parlare sono il presidente della Quadriennale e le autorità, che pur se scontati risulteranno più esaustivi dei 5 curatori (Chiara Bertola, Daniela Lancioni, Lorenzo Canova, Claudio Spadoni e Bruno Corà) preoccupati ad esibirsi secondo un rigoroso ordine alfabetico invece di parlare in sostanza della mostra. Sono lì seduto e come in un film di Godard, vivo, rivivo cento volte la stessa scena. L’ho studiata a fondo ma ogni volta che la riesamino mi vengono le palpitazioni; riesco a rilassarmi solo piegando qualche volantino. Ci siamo! É arrivato il mio momento, stanno chiedono se ci sono domande da parte del pubblico, io dal fondo della sala mi alzo, agito le braccia e senza aspettare il microfono ad alta voce faccio presente che ho una domanda da fare. Catturata l’attenzione dei presenti domando “Vorrei sapere perché non mi avete invitato?”, c’è qualche risata e qualche applauso che prontamente stoppo reclamando invece più fatti. Attendo qualche istante in cui regna il silenzio e proseguo con la contro mossa studiata per tutelarmi dall’eventualità che uno dei 5 curatori tentasse con una risposta spiritosa di declassare l’evento contestatorio a farsa, e aggiungo; “Anzi! Non me ne frega niente, tanto rispondereste con le solite idiozie”. Allo stesso tempo lancio il primo gruppo di volantini che nell’attesa avevo smazzato e piegato uno si e uno no in modo che tirandoli non rimanessero appiccicati come avviene di solito.





Come da copione il tutto sarebbe dovuto finire qui gettando ancora volantini e niente più, invece il tempo da me stimato per il blitz si dilata oltre le mie aspettative cogliendomi impreparato e con gli occhi di tutta quella gente puntati su di me, per fortuna Lorenzo Canova uno dei curatori pensando di dire una cosa fica/intelligente decide di rispondere ugualmente “Perché il tuo lavoro non ci piace”. Andandogli in contro lancio altri volanti e gli domando “Perché tu che cosa sai di me? Cosa conosci del mio lavoro?”. Non risponde. Improvvisamente qualcuno grida “acchiappalo acchiappalo” ! Questo scatena il mezzo fondista che è in me e scappo all’altro lato della sala approfittando di questo extra time per gettare altri volantini che non avevo preparato, lo faccio a piccoli mucchietti per evitare il solito inconveniente. Quando voglio posso essere molto veloce quasi come Arturo Bandini, o almeno così mi sentivo. Nel frattempo i difensori della patria si organizzano e mi accerchiano, decido cosi di recuperare il mio zaino e di consegnarmi ad uno dei custodi che tento di tranquillizzare con un bacio sulla guancia, ma lui si ritrae. Raggiunto anche dall’agente in divisa della security vengo scortano a braccio fin fuori al palazzo. Nel breve tragitto il vigilante in divisa mi domanda “Ma perché fai queste cose?” Gli rispondo che forse non l’avrebbe mai compreso e non era di certo quello il momento migliore per spiegarlo, ma un giorno lo avrei fatto. Mi ritrovo così fuori dal palazzo sulla scalinata di marmo agitato ma soddisfatto, avevo fatto quello che andava fatto e John Fante sarebbe stato orgoglioso di me. Sulla strada del ritorno cerco di immaginare il resto della conferenza: Uno dei curatori prende la parola e spiega che le scelte sono sempre personali e ci sarà sempre qualcuno che verrà escluso. Allora qualcuno dal pubblico fa presente che chi è deputato a decidere ha il dovere di scegliere gli artisti migliori e non gli amici o amici degli amici, parenti, raccomandati o i primi leccapiedi che ti gironzolano intorno. Bisogna andare in giro per gli studi, informarsi e premiare chi lo merita realmente e non coloro che rientrano nella logica di convenienze personali. Se ciò fosse avvenuto sarei stato perlomeno felice di aver fatto nascere delle riflessioni in occasione di una sterile conferenza, ma non è andata così. Mi hanno invece raccontato che subito dopo che sono uscito quasi tutti hanno cominciato ad andare via senza trovare il coraggio di fare domande, uno dei curatori pensando di essere spiritoso ha detto “Questo non l’abbiamo organizzato noi” e qualcuno dal pubblico non ad alta voce ha risposto “Peccato è stata la cosa più interessante di tutta la conferenza”.




p.s.

Non mi sarei mai aspettato in seguito di ricevere attestati di stima e solidarietà non solo dalle persone presenti ma anche da chi semplicemente gli era stato raccontato ciò che era accaduto alla conferenza stampa della Quadriennale. Finanche da alcuni giornalisti che hanno sostenuto di non aver posto domande dopo la mia uscita forzata anche perché amareggiati da com’ero stato trattato per aver posto solo un’ingenua, ingenuissssima direbbe Verdone, domanda (ma tale doveva essere per avere un’efficacia performantica). Domanda dalla quale a detta di molti sarebbe potuto nascere con i curatori, se fossero stati intelligenti e pronti di spirito, un interessante dibattito, invece di farmi portare via a braccio come un criminale per aver lanciato qualche volantino. Ma ho saputo in seguito che c’e stato chi tra il pubblico a gridato “Non toccatelo! Lasciatelo stare è Pino Boresta!” so! Soddisfazioni anche queste, grazie caro Piccio.

In foto: Palazzo delle Esposizioni di Roma, foto opera composizione di Jean-Luc Godard, foto opera composizione dei 5 critici curatori della Quadriennale, foto opera composizione di John Fante.

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