PROGETTI 16-27-17-18-19
16. L’ultimo Degli Sciuscià – U.D.S.
Last Shoe Shiner – L.S.S.
Performance, Novembre 1996.
27. Lavavetri No Profit – L.N.P.
Washer No Profit – W.N.P.
Performance, Ottobre 2001.
17. Figurine Arte – F.A.
Art Picture Card – A.P.C.
Happening, Maggio 1997.
18. Nove Domande Arte – N.D.A.
Nine Question Art – N.Q.A.
Intervento Urbano, Dicembre 1997.
19. Residui Corporei – R.C.
Residual Body – R.B.
Intervento on-life, Marzo 1998.
16° 27° Projects
U.D.S. e L.N.P. Due performances – o happenings che dir si voglia – diverse nelle modalità di esecuzione, ma simili negli intenti: nella prima Boresta veste i panni dello sciuscià e si china a pulire – gratuitamente - le scarpe dei passanti; nella seconda, invece, si improvvisa lavavetri e, senza chiedere soldi in cambio, si offre per lavare il parabrezza alle macchine ferme al semaforo (con l’assistenza di un "lavavetri professionista"). "Ultimo Degli Sciuscià" è stato presentato la prima volta nel 1996, all’interno della collettiva "Scarpe d’artista", curata da Carmine Sorrentino e Paolo De Medici, organizzata al Palazzo delle Esposizioni di Roma. In occasione dell’inaugurazione della mostra Boresta ideò una performance nella quale, armato di poltrona, lucido, spazzole e di tutto l’armamentario professionale, si offriva ai presenti come sciuscià, invitandoli a farsi pulire gratuitamente le scarpe, e rilasciando poi un certificato a testimonianza dell’avvenuta operazione. Alcuni anni dopo, nell’ottobre del 2001, la performance è stata ripetuta anche per le strade di Roma, all’interno di un ciclo di interventi urbani organizzato in collaborazione con Pablo Echaurren. In questo caso Boresta si faceva accompagnare da un giovane extracomunitario, al quale venivano poi devolute le eventuali offerte.
Nella stessa occasione Boresta eseguì anche la performance "Lavavetri No Profit": in questo caso l’artista, fermo ad un semaforo, lavava i vetri agli automobilisti in coda indossando una maglietta che lo identificava come "lavavetri a gratis". Accanto a lui un immigrato di origine indiana portava una maglietta identica, salvo la scritta: "lavavetri con offerta". L’attenzione verso il sociale è, in queste due operazioni, più evidente che altrove: non solo e non tanto perché le eventuali offerte venivano devolute a dei giovani immigrati che lo seguivano nelle operazioni, ma soprattutto per la volontà di identificarsi con quello che viene visto come uno dei livelli più "bassi" della scala sociale, operando allo stesso tempo un ribaltamento di prospettive: due professioni come quelle di lavavetri e lustrascarpe, considerate tra le più umili, vengono "promosse" allo status di "intervento artistico". Boresta ha eseguito "Lavavetri no profit" una sola volta: l’incontro-scontro con una realtà non protetta, al di fuori delle rassicuranti mura di un centro espositivo, si è rivelato infatti estremamente pesante sul piano psicologico: l’indagine personale e sociale si è trasformata in un’esperienza tanto intensa e formativa, quanto scomoda e dolorosa. Ritorna qui in maniera ancora più esplicita che in altre operazioni borestiane, il desiderio di intervenire attivamente su alcuni aspetti del vivere urbano, per avere un incontro reale con un pubblico più ampio possibile: come egli stesso annota nelle osservazioni scritte a proposito dell’intervento, nonostante alcuni automobilisti sembrassero infastiditi dagli approcci suoi e del suo compagno d’avventura, altri si dimostravano invece più disponibili e più interessati a comprendere il significato dell’operazione, e soddisfatti di questo inaspettato detournament della loro giornata. Ritroviamo dunque in entrambe queste performance, due principi ricorrenti all’interno dell’agire artistico di Boresta: da un lato lo scardinamento delle regole, delle aspettative, dell’ordine costituito, dall’altro di nuovo l’inserimento del principio di gratuità, laddove ci si aspetterebbe invece un movente esclusivamente economico. Oltre che in vari punti delle strade di Roma, Boresta ha eseguito le sue performance anche nell’ambito delle seguenti esposizioni "Scarpe d’artista", al Palazzo delle Esposizioni di Roma, ed al Link, di Bologna per "Incursioni".
Silvia Biagi
Qui il link ulteriori info:
http://www.mentelocale.it/arte/contenuti/index_html/id_contenuti_varint_4147
17° Project
Con Figurine Arte Boresta vuole proporre, ancora una volta attraverso le modalità del gioco collettivo, una riflessione sulla circolazione eccessiva di immagini e riproduzioni di opere d’arte, spesso completamente decontestualizzate. Presentata nell’ambito di due mostre collettive, Arte X Tutti (Palazzo Soave, Codogno, 1997) e Fuori Uso (ex Colonia Stella Maris, Montesilvano, 1997), l’installazione prevedeva che il pubblico potesse intervenire direttamente nella realizzazione dell’opera stessa. Su diversi tavoli erano disposte migliaia di riproduzioni di opere d’arte ritagliate da riviste e giornali specializzati, fra i quali i presenti erano invitati a selezionarne alcune, che ritenessero particolarmente belle, interessanti o significative. Le immagini scelte, a seconda delle loro caratteristiche e del giudizio individuale, potevano essere quindi incollate su una serie di tabelloni recanti diciture come "Le più belle", "Le più commerciali", "Le più stimolanti", "Le più significative" e così via. Oppure, si poteva decidere di applicarle su schede ed album messi a disposizione per questo scopo, scrivendo accanto all’immagine un commento personale. Oppure ancora, le Istruzioni per l’Uso prevedevano anche la possibilità di portarsi semplicemente via l’immagine, con l’impegno, però, di incollarla in un punto qualunque della città. In un ulteriore sviluppo dello stesso progetto, Boresta ha poi trasformato l’installazione in un gioco di società, invitando il pubblico a replicarlo autonomamente, coinvolgendovi amici e conoscenti. Attraverso queste azioni Boresta vuole spingere ad una riappropriazione del valore dell’opera d’arte, ponendo in evidenza la svalutazione a cui essa va incontro nel momento in cui viene decontestualizzata ed abusata. Contesta in questo modo l’eccessivo peso che viene dato all’opera, al manufatto (e di conseguenza all’immagine di essa), a ciò che nell’arte è valutabile e quantificabile, ovvero materiale. Ma è anche un invito a giudicare e commentare in prima persona l’arte stessa, per toglierla dal piedistallo che ne allontana tutto il pubblico non specializzato, lasciando la possibilità di esprimere un giudizio solo a pochi critici riconosciuti. In questo senso va interpretato anche l’invito ad applicare le riproduzioni artistiche per le vie della città, che nella ricerca di nuovi contesti per l’arte contemporanea, diviene una sorta di pubblicità all’arte stessa, nel tentativo di avvicinare ad essa anche quelle persone che ne sono altrimenti tenute a distanza.
Silvia Biagi
18° Project
Boresta ha realizzato Nove Domande ad Arte in occasione della rassegna Paesaggi Passaggi.
L’11 dicembre 1997 dalle ore 17,30 alle 19,30 nel sottopassaggio che collega la stazione della metropolitana di Piramide, a Roma, con il terminal della Stazione Ostiense, appostandosi all’inizio di un lungo tapis roulant dove ha distribuito ai passanti un cartoncino rigido, una penna ed un foglietto contenente una delle seguenti nove domande:
Cos’è l’arte?
Dov’è l’arte?
Chi è l’arte?
Com’è l’arte?
Qual è l’arte?
Quant’è arte?
Quand’è arte?
Perché è arte?
Quanto è arte?
Ai passanti era richiesto, nel breve spazio del sottopassaggio, di rispondere alla domanda, il risultato veniva poi ritirato al termine del tapis roulant. Altre etichette, contenenti le domande ed un breve spazio per scrivere erano incollate sopra il corrimano, anche queste sono state poi staccate e raccolte. Il risultato dell’operazione è sorprendente: le risposte sono via curiose, ingenue, scherzose, impegnative, profonde, poetiche, mai inutili. Leggendole, scorrendole insieme emerge la sensazione che realmente la necessità di chiarire e chiarirsi cosa sia arte, e perché e come e quanto non appartenga solo a Boresta o a chi, come lui, eserciti la professione di artista, ma sia un bisogno profondamente radicato in tutti, artisti e non…E’ forse questa la scoperta più interessante dell’operazione di Boresta: l’esigenza di dare e ricevere risposte, di porsi domande, di discutere su un argomento che troppo spesso rimane appannaggio di pochi eletti, mentre invece, almeno a giudicare dalle risposte ricevute da Boresta, sembra appartenere ed interessare un po’ tutti.
Tipico "esperimento" di Boresta: per il tentativo di coinvolgere tutti, di abbattere i muri che, non solo metaforicamente, segregano l’arte dalla vita di tutti i giorni, trasformando un momento banale, un’azione ripetuta magari tutti i giorni, come quella di attraversare una stazione per prendere un treno, in un momento di riflessione, nonché in un’operazione artistica.
S.B.
19° Project
Con questa serie di lavori, Boresta sospende il lavoro "relazionale" per esporsi direttamente ponendoci di fronte alla sua sfera più personale. Con i Residui Corporei del proprio corpo (capelli, unghie, ombelico e sperma) meticolosamente raccolti nell’arco di un lungo periodo di tempo, documentati con le foto o il video delle azioni che li hanno prodotti ed esposti in ordinata sequenza in maniera quasi asettica, siamo introdotti nella sua sfera privata, violandone quelli che sono considerati i limiti oltre i quali non è permesso introdursi. Attraverso questa operazione veniamo trasformati in voyeurismi non di una singola azione ma di una intera esistenza, posti di fronte ad una cruda rappresentazione documentaria delle azioni e ad uno spoglio feticismo del residuo.
Bartolomeo Pietromarchi
Esposizioni:
16. L’ultimo Degli Sciuscià – U.D.S.
Collettiva "Scarpe d’artista", Palazzo delle Esposizioni, Roma 1996.
Collettiva "Incursioni", Link, Bologna 1999.
Intervento Urbano "Scuscià No Profit", Galleria Colonna, Roma 2001.
27. Lavavetri No Profit – L.N.P.
Intervento Urbano "Lavavetri No Profit", semaforo Di Ponte Mazzini, Roma 2001.
Collettiva "Interventi urbani", MLAC dell’Università La Sapienza, Roma 2004.
17. Figurine Arte – F.A.
Collettiva "Arte X Tutti", Palazzo Soave, Codogno, Lodi, 1997.
Collettiva "Fuori Uso" Giovani, ex colonia Stella Maris, Montesilvano (Pescara) 1997.
18. Nove Domande Arte – N.D.A.
Evento "Sotto il cielo di Roma e Berlino", Stazione Ostiense, Roma 1997.
19. Residui Corporei – R.C.
Personale "Residui corporei" Galleria il Graffio, Bologna 1998.
Collettiva "Zone di visibilità", Ass. Culturale Zone, Castel S. Pietro Terme, (Bologna)1999.
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