lunedì 22 ottobre 2007

5° BLOCCO


PROGETTI 20-21-22-23-24




20. Dove Vanno Spermatozoi – D.V.S.
Where Spermatozoa Go – W.S.G.
Netart, Marzo 1999.


21. Album Oreste Uno – A.O.U.
Album Oreste One – A.O.O.
Intervento Editoriale, Luglio 1999.


22. Emozione Oro – E.O.
Gold Emotions – G.E.
Performance, Settembre 1999.


23. Rifiutindagine – Rifiut.
Trashinvestigation – Trash.
Intervento Urbano, Aprile 2000.


24. Disordinazioni Kassel – D.K. 97
Kassel Disorder 97 – K.D.97
Intervento Urbano, Aprile 2000.




20° Project
Pino Boresta, è allo stesso tempo un joker ed un artista che vuole pirateggiare il senso comune del pensare utilizzando il detournament in rete con progetti di webart e percorrendo la teoria del critico della Società dello spettacolo Guy Debord. Come mi ha detto lui stesso è affascinato da questo sistema di comunicazione così nuovo e democratico come il web e la netart. Pino è on line con due criptici e cinici progetti come è giusto aspettarsi da uomo cibernetico. "Dove Vanno Spermatozoi?" o meglio "Dove Vanno a finire gli Spermatozoi quando non raggiungono l’ovulo?" e "Hey!…My friend, what’s the matter?" Lo scopo è in primo luogo quello di rendere pubblico attraverso la rete Internet gli eventi della propria esistenza, creando di fatto un'unione romantica tra vita ed arte. Una situazione dove Boresta fabbrica per se stesso uno spettacolare scherzo senza limiti, dando vita ad una sorta di corto circuito secondo una linea di pensiero che sostiene che qualsiasi cosa può essere arte, esattamente come dal punto di vista Punk dove ognuno può percorrere e rivedere tutte le personali relazioni della propria esistenza in virtù di una connessione virtuale con la realtà per mezzo della propria macchina. Quindi, in accordo con il seguente punto di vista ed esperimento, lui mette in rete con il suddetto progetto, le sue fotografie quelle di suo figlio di suo padre di sua moglie ed una clinica prospettiva paranoide di un lavoro dove Boresta ha calcolato e trasformato tutti i suoi orgasmi in ore di vita. Tutto ciò ha qualcosa in comune con la creazione di una situazione che si può accostare all’humour noir e forse per questo attrae la popolazione di Internet che sta chattando via e-mail dando vita ad un lavoro in progress che non finisce mai.
Francesca De Nicolò

Qui il link del progetto: http://www.arteutile.net/boresta/boresta2.htm






21° Project
Il progetto dei due Album di Oreste Uno e Oreste Zero nasce all’interno delle omonime residenze per artisti (luglio 1998 e luglio 1997), luoghi d’incontro dove poter realizzare un’esperienza di scambio, di ricerca e di lavoro comuni. Organizzate da un gruppo di artisti comprendente, oltre a Boresta, anche Cesare Pietroiusti, Salvatore Falci, Lorenzo Benedetti, Claudia Colasanti, Bruna Esposito, Giancarlo Norese e Luca Vitone, ed in collaborazione con il Comune di Paliano e con l’Associazione Zerynthia, entrambe le edizioni di Oreste si sono tenute nella Foresteria Comunale di Paliano nel mese di luglio. Ad esse hanno partecipato quasi 300 persone, in prevalenza artisti italiani e stranieri (ma erano presenti anche alcuni critici e galleristi), ciascuno dei quali era invitato a presentare il proprio lavoro, a fornire spunti critici e di dibattito, nel tentativo di creare uno spazio di approfondimento e riflessione critica sull’arte e sul suo ruolo, e di favorire la nascita di gruppi di lavoro e di progetti collettivi. I due album di Oreste diventano quindi, pur attraverso l’approccio ludico scelto da Boresta, un modo per documentare e testimoniare quest’esperienze, per riviverle, sia attraverso le foto dei partecipanti, sia attraverso il diario delle residenze scritto in collaborazione con Cesare Pietroiusti, Giancarlo Norese e Salvatore Falci per la prima edizione e Claudia Colasanti, Viviana Gravano e Cesare Pietroiusti per la seconda. Il gioco proposto da Boresta è semplice: gli album sono organizzati come un normale album di figurine, salvo che sotto i riquadri vuoti, anziché nomi di calciatori, si trovano i nomi dei partecipanti di Oreste. Questi sono suddivisi in varie sezioni, a seconda della città di provenienza, del gruppo di appartenenza, del sesso o della professione. Fra una sezione e l’altra è inserito il diario – pressoché quotidiano – delle residenze: con lo stesso tono leggero che caratterizza tutto il progetto, sono raccontati gli eventi delle varie giornate, passando dagli aspetti più scherzosi e goliardici alle riflessioni su quanto è emerso nelle discussioni e nei dibattiti nati nel corso delle varie serate. È lo stesso Boresta l’autore di tutte le foto dei due album, foto che lui stesso ha fotocopiato, ritagliato ed inserito in buste in tutto e per tutto simili a quelle delle normali figurine e che ogni giorno, nel corso delle due residenze estive, ha distribuito (venduto) a tutti i compilatori dell’album – ovvero agli stessi partecipanti alle due edizioni Oreste. Non è la prima volta che Boresta utilizza le "figurine" come strumento di espressione artistica: lo aveva già fatto con progetti come Figurine Arte e i Magnifici 65, seppure declinandolo secondo modalità differenti. Attraverso l’utilizzo di questo strumento, così "leggero", ed allo stesso tempo presente nella memoria collettiva di ciascuno di noi, Boresta riesce ad affrontare anche temi di per sé "pesanti", seri: con i Magnifici 65 spinge ciascuno dei partecipanti a ripercorrere alcuni momenti della propria esistenza, a documentare eventi ed incontri privati; con Figurine Arte, invece, si confronta criticamente anche se giocosamente addirittura con il "sistema dell’arte", invitando i partecipanti a giocare con le riproduzione di alcune delle più celebri opere di arte contemporanea, scegliendole o scartandole o anche mescolandole l’uno con l’altra per creare nuove opere. C’è però un altro aspetto del gioco delle figurine che forse per Boresta è ancora più importante: esso, infatti, consente ed anzi invita all’interazione fra i partecipanti, costringendoli ad essere parte attiva e propositiva nel gioco stesso. In occasione della partecipazione del gruppo Oreste alla Biennale di Venezia, nel 1999, l’Album di Oreste Uno è stato presentato in un incontro tenutosi alla Libreria Patagonia di Venezia. In occasione delle due residenze è stato inoltre realizzato, in collaborazione con
www.undo.net, un sito dedicato al Gruppo Oreste, consultabile all’indirizzo www.undo.net/oreste.
Silvia Biagi

Qui il link con i nomi dei partecipanti:






22° Project
…questo studio sulla smorfia ha dato il via ad una serie di progetti culminati nella performance Emozione Oro (Gold Emotion), realizzata nel 1999 nell’ambito di Oreste 2, in cui grazie ad una forte capacità espressiva, l’artista ha attraversato tutti i propri stati emotivi fino ad irrompere in un pianto catartico.
Giulia Franchi


Pino Boresta nella performance Ecce Smorfia propone una sequenza di smorfie, tanto più strane e grottesche, quanto sembrano rispecchiare, esasperati, i nostri stati emotivi, le nostre vicende interiori, che restano incompiutamente manifeste nelle nostre espressioni contenute, decorose, ma purtroppo, spesso ipocrite. Boresta ci invita a lasciar esplodere le smorfie che si formano e ci deformano intimamente, a liberarle sfogando le nostre verità, ristabilendo, così, dialoghi più autentici con la società con cui ci si confronta quotidianamente. Al termine della performance il buffo si crina, il sorriso si spezza e progressivamente si stravolge in pianto profondo, desolato (è questo il 3° atto della performance chiamato per l’appunto Gold Emotion): è la più tragica delle tante possibili smorfie che dobbiamo imparare a usare e a leggere nei volti dell’universo cittadino, dimensione spersonalizzante, da ri-umanizzare attraverso il recupero delle consapevolezza che l’essere persona passa anche attraverso il recupero della consapevolezza che l’essere persona passa anche attraverso il grottesco, l’esasperato, il tenero, il ridicolo, il sofferente esprimersi di sentimenti tramite le smorfie che, per lo più inconsapevolmente, facciamo.
Maria Francesca Zeuli


Qui il link ulteriori info:

http://www.carthusia.net/limen/previous/2003/boresta.htm











23° Project
Rifiutindagine è una performance realizzata nell'ambito della manifestazione BIG Torino 2000 il 10, 12, 14 Aprile 2000. Con questa performance Boresta vuole proporre una ricerca che sia artistica e non scientifica, un modo diverso di avvicinarsi ai nostri scarti: nell'ambito della Biennale Arte Giovane di Torino Boresta ha realizzato, in tre diversi momenti, tre diverse indagini nei rifiuti di alcune zone del capoluogo piemontese. Con la collaborazione dell'AMIAT (Azienda Multiservizi Igiene Ambiente Torino) che forniva uomini e mezzi, Boresta ha scandagliato i cassonetti dei rifiuti di 3 zone socialmente ed economicamente differenti di Torino, accompagnato ogni volta da un gruppo di spettatori in pullman che seguivano l'evento in diretta attraverso una videocamera. Nel corso dell'intervento Boresta ha esplorato, analizzato e selezionato i rifiuti, conversando con i passanti e gli uomini dell'AMIAT, via commentando e confrontando i vari ritrovamenti. Una parte di questi è stata raccolta all’interno di cubi di plexiglas, le cui riproduzioni fotografiche, a dimensioni naturali, sono state poi esposte durante la presentazione con una conferenza stampa tenutasi al termine dei tre giorni alla Biennale Giovani. L’operazione artistica richiama indubbiamente alcuni aspetti già presenti in R.A.U. - Ritrovamenti Arteologici Urbani (anche in questo caso ad esempio alcuni microrifiuti sono stati incollati ed esposti su appositi raccoglitori), ma se ne differenzia per l'approccio "sociologico", esplicitato nella scelta di tre zone socialmente differenti della città. In questa performance, infatti, l’analisi dei rifiuti viene effettuata tenendo conto di queste differenze, e confrontando i ritrovamenti di una zona con quelli delle altre. Ne emergono dettagli ed aspetti curiosi che ci permettono di osservare da un punto di vista insolito le differenze di classe. L’intervento artistico di Boresta, infatti, va a vedere e scoprire cose che altrimenti resterebbero nascoste, storie che altrimenti nessuno racconterebbe, e, prendendo come punto di partenza quello che gli altri scartano, opera un ribaltamento delle prospettive usuali. Di questo "ribaltamento" fa parte, in un certo senso, anche il coinvolgimento attivo degli spazzini dell’AMIAT all’interno del progetto: è l’incontro fra due professioni, due vite, quella del netturbino e quella dell’artista, che normalmente hanno ben poco in comune, e che difficilmente si incontrano. Invece, nel corso delle tre "Rifiutindagini", Boresta, vestito da netturbino, fa parlare di arte gli uomini dell’AMIAT, interrogandoli nel contempo sul loro lavoro. Oppure si ferma a discutere con i passanti che lo osservano incuriositi e un po’ diffidenti, cercando di raccogliere la loro opinione sull’intervento: "Secondo lei questa cos'è?". Risposta: "Roba di rifiuti". Dalla riprese effettuate nel corso dei tre interventi è stato tratto anche un bel video di 15’.
Silvia Biagi


Qui il link per ulteriori info:

http://www.comune.torino.it/gioart/big/oldmaterial/oldsite/artisti/boresta.htm






24° Project
Per Disordinazioni ( e Disordinazioni Kassel 97 ) si intendono, secondo la definizione datane dallo stesso Boresta, "azioni estranianti e spaesanti, nelle quali il pubblico, involontariamente partecipante, si trova a confrontarsi con una situazione estranea agli schemi prestabiliti dell’abitudine". Il fine delle Disordinazioni è pertanto quello di portare alla messa in questione delle regole prestabilite, al ripensamento dell’ovvio, o, sempre per dirla con Boresta, alla "destrutturazione delle abitudini interattive, con gli altri e con l’ambiente". L’iniziativa fu avviata da Giuliano Lombardo già dal 1994, con l’intento di promuovere "azioni urbane non codificate", che vengono poi documentate attraverso i Bollettini di DisordinAzioni. Boresta partecipa al progetto di Lombardo, declinandolo però secondo la propria sensibilità e le proprie modalità operative (già sperimentate, ad esempio, in C.U.S. e D.U.R.): con Disordinazioni Kassel Boresta interviene all’interno della X Edizione di Documenta (giugno 1997), applicando in vari punti negli spazi della mostra le proprie "smorfie". Le ritroviamo sopra le didascalie delle opere, nel giardino del Fredericianum Museum, persino vicino alle opere di Gerard Richter (Boresta commenta giustamente: "posso dire di aver esposto accanto al grande artista tedesco"). E’ evidente che in questo tipo di operazione è implicita una forte critica sul mondo stesso dell’arte, autoincensante ed autoreferenziale, volutamente ermetico per i non addetti. Con il suo modo scanzonato ed ironico, Boresta compie un’azione dissacrante all’interno di uno dei massimi templi riconosciuti dell’arte contemporanea, laddove si dettano mode ed indirizzi e si condizionano scelte ed artisti.
Silvia Biagi




Esposizioni:



20. Dove Vanno gli Spermatozoi
Pubblicato sul libro "Oreste Uno", libri Zerynthia edizioni Charta 1998.
Presentazione ad "Oreste alla Biennale", Venezia 1999.
Pubblicato on-line sul sito Arteutile, Internet 2002.
Pubblicato sul libro "Teoria e tecnica dell’artista di merda", edizioni Valter Casini 2004.



21. Album Oreste Uno
Residenza artisti "Progetto Oreste Zero", con l’Ass. Zerynthia, Paliano (Roma) 1997.
Residenza artisti "Progetto Oreste Uno", con l’Ass. Zerynthia, Paliano (Roma) 1998.
Presentazioni "Progetto Oreste" tra il 1998 ed il 1999; Opera Paese a Roma, Percorso Vita a Bologna, Archivio via Farini a Milano.
Presentazione ad "Oreste alla Biennale", libreria Patagonia, Venezia 1999.
Residenza artisti "Oreste Due", Abbazia dei Cappuccini di Motescaglioso (Matera) 1999.
Collettiva "Icone Russe", Centro Sociale Leoncavallo, Milano 1999.
Residenza artisti "Oreste Tre", Abbazia dei Cappuccini di Motescaglioso (Matera) 2000.



22. Emozione d'Oro
Personale, "Una smorfia per vivere meglio", Libreria Grandmelò, Roma 1994.
Collettiva "Mascherazioni", Galleria Campioli, Monterotondo, (Roma) 1995.
Residenza artisti "Oreste Due", Abbazia dei Cappuccini di Motescaglioso (Matera) 1999.
Collettiva "Città Di-Continua", Certosa di Potignano, Siena 2003.
Collettiva "Biennale di Porto Ercole", Forte Stella, Porto Ercole (Grosseto) 2003.
Collettiva "Guardami in faccia", Torretta Valadier, Roma 2004.



23. Rifiutindagine
Intervento Urbano Autorizzato "Big Torino 2000", Torino 2000.
Collettiva video "Contemporanea 05", Casa Masaccio, S. Giovanni Valdarno (Arezzo) 2005



24. Disordinazioni Kassel 97
Intervento Urbano Clandestino a Documenta X, Kassel 1997.
Pubblicato sul libro "Oreste alla Biennale", edizioni Charta 2000.


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