giovedì 18 febbraio 2010

2009 Daniele Capra


Pino contro i mulini a vento

Sventurata la terra che ha bisogni di eroi.

B.Brecht, Vita di Galileo

























Fantastica e coraggiosamente testarda l’operazione di Pino Boresta di chiedere di essere preso in considerazione per la madre di tutte le biennali, quella veneziana. A cavallo tra situazionismo, performance, happening, baraccata circense e operazione concettuale. Non proprio una spina nel fianco, ma un insistito solletico alla critica che - talvolta con la puzza sotto il naso - celebra, nella selezione degli artisti da invitare, il rito di affermazione delle proprie ambizioni intellettuali, se non, meno dignitosamente, quelle individuali. E di fatti, nonostante i tanti artisti che affollano la città lagunare (ma capita anche per Documenta o altre manifestazioni), siamo soliti ricordare la Biennale in base al curatore. Quella di Szeemann, di Bonito Oliva o di Bonami. E così faremo per quella di Birnbaum, o per le mostre dei commissari dell’italico Padiglione. Gli artisti, probabilmente soccomberanno alla critica.



Pare opportuno, inoltre, valutare se una presenza alla Biennale può incidere nella carriera di un artista. Ovviamente talvolta sì, talvolta no: cioè non sempre. Il che ci induce a dire che - forse - non è nemmeno così importante fare parte di quel carrozzone se poi non si mette in moto un circolo virtuoso. A contare è quindi, oltre alla qualità intrinseca del proprio lavoro, la capacità di saper approfittare dell’opportunità per mirare ad una critica ed un collezionismo internazionale, a un mercato ai vertici, piuttosto che alla farfallina veneziana nella propria collezione di mostre da sfoggiare. D’altro canto è facile, avere in mente degli artisti che hanno fatto successo che sono stati in biennale, ma dovremmo pure considerare le decine di schiappe che giacciono irrimediabilmente nel dimenticatoio!
























Diciamocelo, sembra una lotta contro i mulini a vento quella di Pino alla Biennale. Ma allora perché proporsi ed insistere, quasi eroicamente, con la propria candidatura, raccogliere firme, fare pubblicità, scrivere lettere, come da molto sta facendo con spirito battagliero? Essenzialmente per idealismo, per spirito gonadoclasta, per il piacere di rompere le palle, con finta ingenuità. Per discutere, divertirsi, incazzarsi. Per confrontarsi e possibilmente mettersi a soqquadro. Anche solo for art’s sake.


Daniele Capra


Testo scritto in occasione dell’incontro "Why not me to the Venice Biennial? ", tenutosi ad “ArtO’ International Art Fair” Palazzo dei Congressi, Roma il 3 aprile 2009.


In foto:
- Opera istallazione dal titolo “Pino Boresta contro i mulini a vento” i critici in foto sono Achille Bonito Oliva, Harald Szeemann, Francesco Bonami, Daniel Birnbaum.
- Doppia ritratto di Bertolt Brecht.
- Opera “Fuggendo dalla critica” di Pere Borrell Del Caso rivisitata.

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