Omaggio a Vladimir Vysotskij |
Arte e/o Non Arte
Oggi sono stato a un vernissage dove si svolgeva una di quelle performance un po’ così, che se ti dovessi dire che mi ha emozionato, direi di no, che se ti dovessi dire che mi ha incuriosito, ti direi di no. Non è riuscita ad annoiarmi e neppure a innervosirmi. Insomma, una di quelle performance che ti lasciano in testa il nulla più totale perché non ti fanno riflettere su niente se non sulla loro inutilità. Mi chiedo a cosa servano queste forme di arte anestetizzanti che nulla creano e nulla distruggono, a cosa serve oggi questo tipo di arte che non temo definire, anestetica per non dire tediosa fino alla morte. A un certo punto ho pensato che sarei potuto entrare in scena io e schiacciare tutto e tutti, ma perfino questa volta non mi meritavano, tanto più che neanche ero irritato come spesso mi capita nel vedere certe cose. Ero stato anestetizzato a tradimento pure io dalla performance, per cui a un certo punto senza aspettare la fine di questa sorta di nulla imperante, chiamata da alcuni “performance”, o che tale pretendeva di essere, zitto, zitto, quatto, quatto, me ne sono andato, non senza domandarmi “Arte o non arte questo è il dilemma”. Eppure, come disse una volta il grande Carmelo Bene “Ma l’arte è tanto grande, e la vita così breve”.
pino boresta
Questo articolo pubblicato anche su Corriere del Web e Cagliari Art Magazine.
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