MascheraSmorfia
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"Perché mascherarvi con una smorfia? Avete mai pensato alle infinite possibilità di movimento che il nostro viso possiede o vi limitate ad usare le solite statiche espressioni: faccia seria, faccia snob, faccia intellettuale, faccia convenzionale, faccia imbronciata ecc.?"
Con queste domande Pino Boresta presenta le "Smorfie", grottesche deformazioni del suo stesso volto stampate su un cartoncino ritagliabile, da indossare semplicemente oppure da indossare semplicemente oppure da incollare sulla superficie curva di un barattolo di pomodori pelati. La "smorfia" è il codice linguistico scelto da Boresta
per evadere agli artificiali stereotipi della società di massa, dominata dal linguaggio asettico e disumano dei mass-media, sottilmente dissacrato dall’artista nei "consigli per gli acquisti" che accompagnano il kit di istruzioni per la costruzione della "maschera smorfia". "Bisogna indagare le possibilità espressive del nostro viso – spiega Boresta – perché queste possono risultare utili a noi come agli altri. Forse è questa la strada per buttare giù quel muro di indifferenza che in questa società si sta sempre più diffondendo…" 
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Ed ecco le "smorfie" impossessano lentamente dei luoghi espositivi prescelti dall’artista per le loro apparizioni: galleggiano sul pelo dell’acqua che riempie una serie di secchi di plastica blu nella mostra "H2O" alla galleria Spazio Oltre, si appoggiano su strati di terriccio, vengono imprigionate da piccoli sacchetti di plastica trasparente o incollate sulle superfici metalliche dei barattoli di pomodori pelati nella collettiva "Cose" al Politecnico oppure, ritornate nella loro sede originaria (il viso dell’artista) animano una performance al Caffè Latino durante la rasse
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Ludovico Pratesi
Testo scritto in occasione della personale alla Galleria Luigi di Sarro nel maggio 1995.
In foto; opera smorfia, Sbarattoliamo una Smorfia, una Smorfia Non Affoga mai, performance Preserviamoci, smorfia in, fontana del Bernini, George Grosz.
3 commenti:
Magari citare la ideatrice della rassegna al Caffè Latino, Donatella Cialoni, con Barbara Martuscello sarebbe stato corretto...
Questo è il comunicato stampa di Ludovico Pratesi riportato tale quale fu.
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