I regali di Pino Boresta
Pino Boresta è un artista noto soprattutto ai romani per le sue continue scorrerie cartellonistiche, che lo vedono impegnato da anni in un intervento di sovrapposizione sui cartelli stradali e elettorali di fotocopie autoadesive riproducenti il suo faccione che fa smorfie, che invita a affrontare le contrarietà della quotidianità con la leggerezza di chi ha imparato a ignorare i diktat che ci bombardano da ogni dove.
Egli razzola nella foresta dei divieti come Robin Hood in quel di Sherwood con la consapevolezza che viviamo immersi nella società di Hollywood per cui è necessario fare un po’ di spettacolo per attirare l’attenzione dei distratti, degli assuefatti, e qualche volta perfino dei mentecatti che lo vorrebbero multare. Naomi Klein definisce queste operazioni come interferenze culturali, subvertising, sovversioni dell’ordine del discorso, che è anche il discorso delle forze dell’ordine. Sabato 27 ottobre 2001 Pino offre ai passanti due interessanti performance di intervento urbano dal risvolto umano molto umano.
Dalle ore 9,30 alle 12,30 si apposterà presso il semaforo situato all’incrocio tra lungotevere Gianicolense e Ponte Mazzini (giusto di fronte al carcere di Regina Coeli) e, con l’aiuto di un lavavetri professionista, detergerà gratuitamente i parabrezza delle auto ferme al rosso: a chi lo richiederà rilascerà un certificato firmato dell’avvenuta pulizia, l’eventuale ricavato verrà versato nelle casse dell’extracomunitario vulè vu lavà. Infaticabile come sempre dalle ore 15,30 alle 18,30, nella Galleria Colonna, sita tra via del Corso e l’omonima piazza stilita, allestirà un panchetto per la lucidatura della calzatura. Calatosi nei panni dell’ultimo sciuscià egli verrà coadiuvato da un vucumprà provetto, sotto l’occhio vigile del quale strofinerà a dovere e con sommo piacere ogni scarpa che verrà affidata alle sue cure di artista disinteressato al vile mercato e molto più intrigato dal selciato infangato e dalle nefaste conseguenze che una approssimativa manutenzione del lastricato produce sulla tomaia.
Le eventuali piccole offerte, anche sta volta saranno devolute all’assistente shoe shining man. Va da sé che coloro che si faranno firmare l’attestato della prestazione avranno ottenuto un’opera d’arte in carte e ossa. Donare per Pino significa restituire utilità al gesto artistico, vuol dire innescare un meccanismo di comunicazione diretta tra il creatore e il fruitore, tra il lustra scarpe e il camminatore impolverato, tra l’automobilista incazzato e il tergicristallo immigrato e senza fisso lavoro, è un modo per abbattere lo steccato che tiene prudentemente lontana l’arte dalla strada dove pochi capirebbero di che cappio si tratta.
Pablo Echaurren
Pubblicato sulla rivista "Carta" n.15 del 18/25 ottobre 2001 e anche on line su più siti.
In foto; Hollywood, Naomi Klein, U.D.S. - Ultimo Degli Sciuscià, L.N.P. – Lavavetri Not Profit.
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