mercoledì 19 marzo 2008

2000 Tiziana Platzer


Rifiutindagine





Quell’indagine sui rifiuti al di sopra di ogni raccolta:

L’inizio è a caccia di "mini-rifiuti" Dal cerino, al mozzicone di sigaretta, la carta colorata, tutto quanto di piccolo passeggiando per via del Corso, sempre con il sacchettino di plastica alla mano, è riuscito a raccattare. Perché come altro si può dire quando uno, senza essere operatore ecologico con tanto di attrezzatura, si porta a casa la spazzatura sparsa? C’è l’alternativa: va in cerca di "R.A.U.", tradotto "Reperto Arteologico Urbano". Se l’è inventata Pino Boresta, chiamando così uno dei suoi primi interventi sui rifiuti, qualche tempo fa a Roma, la sua città. E lunedì 10 arriva a Torino, partecipazione della sezione "interventi metropolitani", e tanto per proseguire sulla linea animerà la performance pulitoria chiamata "Rifiutindagine". Incontro alle 10 in piazza Benefica, per proseguire poi nell’itinerario dell’Amiat, senza la cui collaborazione l’intervento non sarebbe stato possibile. "Lo seguirà il camion dell’Amiat su camioncino più piccolo fornito di un cubo di plexiglas" comincia a spiegare l’artista.
E cosa finirà dentro il cubo? "Un sacchetto di spazzatura a caso che prenderò da ciascun cassonetto dovrà essere svuotato. Ovviamente lo aprirò e lo svuoterò nel cubo a mia volta". All’indagine rispetto a zona e a consumi potrà partecipare anche il pubblico, invitato a seguire le operazioni da un autobus con cinepresa. Dopo i successivi esperimenti del 12 alle 10 in corso Svizzera e del 14 alle 18 in piazza Falchera. Pino Boresta fotograferà i tre cubi e con le gigantografie ottenute costruirà altrettanti mega-cubi da esporre. Ma perché mettere il naso proprio nei rifiuti? "Per semplice curiosità artistica, non ci sono motivazioni socio-scientifiche" E qui l’intervento metropolitano si compie.



Tiziana Platzer




Articolo pubblicato sulla "La Stampa" il 6 aprile 2000.




In foto: vari momenti della performance Rifiutindagine.

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