La ricerca di Boresta prende forma in quello che si definisce il "laboratorio del quotidiano" con un riferimento alla teoria situazionista. A quella "vita quotidiana" che per i situazionisti costituiva, "la misura di tutto", e di conseguenza "delle ricerche dell’arte". In questo solco il rifiuto del carattere specialistico della pratica artistica, della sua prerogativa di momento separato dell’esistenza, segna le premesse del percorso di Boresta nella dimensione operativa dell’azione partecipata. Sostanzialmente Boresta predispone strumenti finalizzati ad una riqualificazione della sfera quotidiana. La sua operazione più pervasiva, "Cerca e Usa la Smorfia", che porta avanti da anni contaminando la strada con riproduzioni grottesche della sua faccia, è uno strumento per sdrammatizzare i microproblemi individuali. Usando l’affissione in chiave di détounemente, Boresta introduce elementi di disturbo all’interno dei codici linguistici urbani, finalizzati ad aprire varchi dialogici nello spazio deputato alla comunicazione univoca, quella pubblicitaria, invitando così i potenti interlocutori delle sue operazioni a diventare coproduttori o artefici tout-court. È questo il caso delle "istruzioni per l’uso" ironicamente pleonastiche con le quali Boresta suggerisce di contaminare artisticamente la vita di tutti i giorni, e di conservare la memoria sotto forma di reperti "autenticati". Il parametro dell’artisticità, che sostiene l’attribuzione di un valore aggiunto, appartiene alla strategia con cui Boresta ci induce a dedicare un’inedita attenzione agli aspetti ordinari dell’esistenza.
Non senza intenti sperimentali. Quando si cala nei panni di "L’ultimo Degli Sciuscià", com’è accaduto al Link, Boresta si avventura "nel tentativo di una ricerca d’arte che oggi sia realmente sociale" smantellando ogni residuo retaggio romantico legato alla figura dell’artista. Si pone "al servizio" dell’occasionale pubblico, pulendo gratuitamente le scarpe a chi ne faccia richiesta. Boresta genera così, con un semplice gesto di relazione, sanciti e avvalorati dall’emissione di un certificato. Uno dei tanti che apparentemente insignificanti, Boresta sottrae alla routine trasformandoli nei dispositivi essenziali, comprensibili e condivisibili da tutti, per ridefinire i confini dell’esperienza artistica.
Francesca Comisso e Luisa Perlo
In foto; Gruppo di Situazionisti, Segnale Stradale Rettificato, Manifesto Pubblicitario Rettificato, Ultimo Degli Sciuscià, Smorfia.
Testo scritto a seguito della partecipazione alla rassegna "Incursioni" curata da Luca Vitone al Link di Bologna nel gennaio 1999.
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