Qualcuno
ha scritto che esiste un’influenza negativa, quasi malefica, che le
persone stupide possono avere su quelle più intelligenti. Pertanto
da più parti viene caldamente consigliato di non sottovalutare il
pericolo che la frequentazione e vicinanza di uno stolto può
rappresentare. Ho riflettuto sulla questione cercando di capire a
quale delle due categorie io appartenessi, ma in tutta sincerità
devo confessare che non ho ancora risolto la questione. Credo in ogni
caso che un artista nel corso della sua vita, più che dagli ottusi,
debba tenersi alla larga dai tanti infingardi, imbroglioni e
lestofanti che infestano il mondo dell’arte, anche se la cosa non è
facile e in alcuni casi appare quasi impossibile. È possibile però
imparare come evitare stupidaggini e passi falsi. Infatti, le più
recenti ricerche scientifiche sul cervello hanno scoperto che il
nostro sistema di neuroni non è fisso e immutabile come si pensava.
I ricercatori hanno dimostrato che, grazie alla dotazione di cellule
staminali di cui il nostro cervello è dotato, con il passare del
tempo non aumentano solo le sinapsi ma abbiamo anche l’opportunità
di rigenerare il nostro encefalo diventando più intelligenti.
Bisogna però fare attenzione dato che potremmo anche peggiorare le
nostre capacità se la mente non venisse intellettualmente nutrita
adeguatamente. Pertanto io credo che uno dei compiti dell’arte
dovrebbe essere quello di avere la presunzione di pensare che proprio
grazie a lei sia possibile non dico diventare tutti più
intelligenti, ma un po’ meno stupidi forse si. Perché una
complessa e sfaccettata capacità di analisi critica in ogni
direzione è utile ed aiuta a costruirsi parametri esistenziali
capaci di superare le difficoltà e le prove della vita con
comportamenti non autodistruttivi ed autolesionisti.
Ma anche tutto
questo non ci mette al sicuro da possibili difficili situazioni che
la vita potrebbe portarci ad incontrare, per cui potrebbe avere
ragione Charles Bukowski quando dice: «Non cerco mai di migliorarmi
o di imparare qualcosa, rimango esattamente come sono. Non sono uno
che impara, sono uno che evita. Non ho voglia di imparare, mi sento
perfettamente normale nel mio mondo pazzo; non voglio diventare come
gli altri».
Pubblicato
su;
"Juliet"
n. 167 April – May 2014
In
foto:
Radiografie
di sinapsi e neuroni.
Un
vero cervello umano, e un immagine al computer riguardante lo studio
della attività celebrali.
Una
mia fotocomposizione del ritratto di Charles
Bukowski.
Due
citazioni da Artribune di Michel Gondry e Louise Bourgeois.
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