Matti
o artisti? di Pino Boresta
Bisogna
essere matti per fare gli artisti o si diventa matti facendo gli
artisti? Durante
un convegno ho ascoltato con interesse e attenzione tutto quello che
si è detto al riguardo del lavoro alienato e alienante di certi
malati mentali che a detta di alcuni studiosi dovrebbe essere
considerato come un vero e proprio lavoro artistico, evitando
etichette e riserve costituite per relegare l’interesse a una
visione esclusivamente antropologica. Avvolte, riflettendo sul mio
lavoro, mi è capitato di chiedermi quale sia il confine tra arte e
pazzia.
Come non parlare allora di uno degli artisti considerato tra
i più folli del secolo precedente Tehching Hsieh: un artista nato a
Taiwan, poi trasferitosi a New York dove in vent’anni (1978-1999)
esegue 5 performance della durata di un anno intero dal titolo, per
l’appunto, “One Years Performance”. La prima consistette nel
rinchiudersi in una gabbia di legno di circa 8 mq imponendosi di non
fare nulla di nulla se non respirare, mangiare, defecare e urinare.
Il tutto avveniva sotto il controllo di un legale che sul posto
notificava il corretto svolgimento dell’evento. Durante la seconda
si impose di timbrare un cartellino ad ogni ora al suono di un
segnale acustico. Nella terza divenne una sorta di barbone in giro
per la città di New York proibendosi di entrare in qualsiasi posto
al coperto. La quarta è l’unica azione nella quale Hsieh
coinvolse un’altra persona, la performer Linda Montano. I due
artisti (che non si erano mai conosciuti prima) vissero come gemelli
siamesi legati da una corda alla vita lunga solo 2,5 metri. Per la
quinta si ripropose di evitare di creare o godere di arte in alcun
modo, un azione paradossale che ci rivela che si può fare arte non
facendo arte. Per giustificare poi la durata dei 20 anni di attività
di Tehching Hsieh bisogna aggiungere alle cinque azioni di un anno
intero sopra brevemente descritte una 6° ed ultima che durò
addirittura 13 anni. Una performance incominciata ufficialmente il 31
dicembre 1986 dichiarando che ne avrebbe svelato modalità e
contenuto solo al termine fissato per 31 dicembre 1999, cosa che fece
poi il 1 gennaio del 2000 leggendo un documento che diceva “Io
Tehching Hsieh sono sopravvissuto”. E se per Hsieh la regola
della sua ultima azione fu quella di rimanere in vita per qualche
altro artista potrebbe essere quella di suicidarsi.
Prima
performance:
Seconda
performance:
Terza
performance:
Quarta
performance:
Quinta
performance:
Sesta
ed ultima performance:
Pubblicato
su; "Juliet"
n. 162 April – May 2013
In
foto; Un doppio ritratto di Tehching
Hsieh, foto di Tehching Hsieh, seguono in ordine delle foto
documentazioni delle sei performance di Tehching Hsieh descritte nel
testo.
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