giovedì 26 marzo 2015

“Le ambiguità che mordono” di Pino Boresta


I’m real artist


















Quando Keith Arnatt, noto artista degli anni ‘60 ’70, avvertì tutto il disagio di essere un artista non gli rimase altra possibilità se non quella di tornare alla sua prima e più grande passione? Parliamo della fotografia che molti dell’epoca consideravano un passo indietro rispetto all’arte concettuale, mentre le sue foto erano in realtà un passo in avanti. Keith Arnatt quando prese questa decisione aveva già esposto in molte delle sedi più prestigiose al mondo come la Tate Modern e il MoMA di New York, ed ecco come rispose in una intervista qualche tempo dopo il suo cambio di direzione: “Era difficile essere un artista in quel dato momento. Il vocabolario formale sembrava essere esaurito”. Fare una scelta del genere quando ancora la fotografia veniva considerata un arte minore è stata sicuramente una scelta coraggiosa, anche per lui che aveva capito l’importanza che rivestiva la fotografia come produzione e non come riproduzione, ma lui avrebbe fatto la stessa scelta anche se nessuno lo avesse mai compreso perché si sentiva fotografo e amava fare quello. Da qui il titolo, non polemico, a mio avviso, del suo libro “Sono un vero fotografo”. 


La bravura di Arnatt consiste nella capacità di mettere in discussione continuamente il mondo che lo circonda, riuscendo a dare nuovi significati a ciò che compare nelle sue foto svestendo la forma apparente a favore di contenuti che vanno ben oltre la semplice immagine. Ovunque lui fosse non dimenticava mai la sua missione, così, durante le sue passeggiate, nascono alcune delle sequenze fotografiche più famose, come quella dove cattura immagini di spazzatura o di escrementi di cane. Si tratta di opere seriali da cui sbocceranno altrettanti libri. Libri nei quali è possibile assaporare la leggerezza del suo umorismo ma anche le ambiguità sottili della vita che si insinuano dentro di noi e mordono. Arnatt è morto nel 2008, qualcuno sostiene senza il rispetto che meritava ma è stato sicuramente un vero artista non perché lo ha detto lui in una sua opera (quella dove indossa un cartello nel quale c’è scritto “I’m real artist”) ma perché in verità ci teneva molto meno di tanti altri ad essere cosi definito.































Serie Fotografica “Cani con padrone”









































Serie Fotografica “Rifiuti”




























Serie Fotografica “Rifiuti commestibili”
























Serie Fotografica “Post it”




Pubblicato su; “Juliet” n. 165 December 2013 – January 2014
In foto:
Performance di Keith Arnatt.
Una mia foto composizione del ritratto di Keith Arnatt.
Opera fotocomposizione della performance di Keith Arnatt.
Fotomposizioni di alcune serie fotografiche di Keith Arnatt. 

1 commento:

Scala Roberto ha detto...

Bravo complimenti ora dobbiamo organizzarci con tutte le nostre forze per esporre le nostre faccia alla prossima 57* Biennale D'Arte Contemporanea di Venezia cosa ne persi .?
prof. Roberto Scala