lunedì 28 aprile 2008

2002 Francesca Sprecacenere


Cappotto, Borsalino e una tazzina di?...












































(26 marzo 2002):
COME PINO BORESTA HA CONTAMINATO ARTISTICAMENTE LA NOSTRA GIORNATA




Lo scorso 26 marzo abbiamo incontrato Pino Boresta davanti ad un bar della Balduina. Cappotto, Borsalino verde, cartellina verde sgualcita. Allampanato e sorridente, il nostro artista ha partecipato all’incontro con curiosità e interesse. E ha finito col contaminare artisticamente la nostra giornata. Riportiamo qui di seguito domande e risposte:


Cos’e’ il Progetto Unghie Arte?
Quando vi tagliate le unghie, non vi è mai capitato di fermarvi sull'azione che state compiendo? Progetto Unghie Arte è un'opera d’arte che non potrebbe mai esistere senza la collaborazione del fruitore. E’ un’azione con la quale io, l’artista, invito le persone a tagliarsi le unghie e ad archiviarle in una bustina di plastica insieme ai loro – sommari - dati anagrafici. Le unghie, così archiviate, saranno esposte all’interno di una cornice, come un vero e proprio quadro. L’opera, tuttavia, non si esaurisce in questo elemento materico, nell’oggetto in sé. L’opera d’arte, secondo me, non consta di un oggetto di valore bensì in un’esperienza: nell’interazione tra artista e fruitore, che insieme fermano un atto insignificante dell’esistenza. L’opera d’arte, così intesa, prevale sull’oggetto in sé, destinato invece a trasformarsi, deperire, morire.

 























Esponendo le unghie in una cornice, non riconduce l’esperienza a degli elementi estetico formali?
Solo in funzione dell’allestimento della mostra. Cioè di uno scambio, in un determinato luogo e tempo, tra artista e fruitore. In un diverso e successivo allestimento potrei presentare la stessa idea, lo stesso progetto, in un altro modo. Quello che conta è l’esperienza che quest’idea è in grado di sollecitare in ognuno di noi.
L’attenzione al corpo e agli elementi di scarto, ai rifiuti, sono ricorrenti nella sua attività artistica?
Sono affascinato da tutto ciò che, soggetto ad una mutazione di stato, cambia. Il bello dell'arte è la sua naturale trasformazione nel tempo, la sua evoluzione.
E il significato muta?
In un’esperienza il significato è aperto, mutevole, molteplice. I situazionisti, di cui io mi sento figlio illegittimo, avevano già dimostrato con il "detournement" l’impossibilità di fissare una volta per tutte un unico significato.
Le unghie non possono anche essere considerate simbolo dell’aggressività che, in parte, regola i rapporti umani? o lo "scarto" di noi stessi, la parte di noi che vorremmo eliminare? Chiedere al fruitore di dare le proprie unghie, come parte di sé, non può evocare questi due aspetti?
Non l’ho mai sostenuto esplicitamente, ma se questo è ciò a cui avete pensato, in qualità di fruitori del Progetto Unghie Arte, vuol dire che l’opera ha suscitato in voi quello che io chiamo "il tempo psicologico della riflessione". Il fatto che una semplice azione quotidiana, compiuta di solito nella totale indifferenza, abbia sollecitato in voi delle considerazioni, fa di questa azione un’opera d’arte. Voi siete parte di quest’opera. Si è realizzata così una forma di comunicazione tra chi ha avuto l’idea e chi ne fruisce.

Francesca Sprecacenere




p.s.
Ah! Proposito conosci il film di fantascienza "Gattaca"? La trama è quella di un prossimo futuro dove l'ingegneria genetica prende il sopravvento, distinguendo gli esseri umani in "validi", concepiti in provetta col DNA modificato, e "non validi", concepiti tradizionalmente. Così, il protagonista Vincent Freeman, un non valido è costretto a falsificare la sua identità anagrafica per poter diventare un cosmonauta, interessante vero!
pino boresta


Testo scritto in occasione della mostra all’Associazione Futuro nel aprile 2002

In foto; Un mio autoritratto, Guy Debord, unghie in bustine donate per il progetto P.U.A. - Progetto Unghie Arte e cioè "Dammi le tue e io ti do le mie", due momenti di una performance riguardanti sempre lo stesso progetto, un manifesto del film Gattaca.

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