Cercasi editore per l’opera di pino boresta
L’opera di Pino Boresta, super attivo artista romano, si caratterizza per la sua capacità di affrontare temi che, pur nella loro complessità, si riferiscono e si rispecchiano nella quotidianità di ciascuno di noi. Intento dichiarato dell’arte di Boresta è infatti proprio quello di comunicare, interessare e coinvolgere il maggior numero di persone possibili, nel tentativo di realizzare delle operazioni artistiche che escano dal circuito chiuso all’interno del quale vive l’arte contemporanea, per rivolgersi ad un pubblico più ampio, non necessariamente preparato ed interessato all’arte.
Così come già per i situazionisti, il suo ambito privilegiato di intervento è la vita di tutti i giorni di tutti gli uomini e le donne non illustri: nelle sue operazioni artistiche Boresta pone in risalto alcuni aspetti e situazioni della vita quotidiana che vengono normalmente dati per scontati, e sulle quali egli mira invece a farci riflettere. L’obbiettivo è quello di scardinare luoghi comuni, abitudini e convenzioni sociali, per inserire una piccola crepa nel tessuto delle nostre azioni quotidiane, ormai ripetute e meccaniche, e pertanto non più pensate. La maggior parte degli interventi di Boresta ha luogo all’interno dello spazio urbano, dove più evidenti si fanno i meccanismi coercitivi del quotidiano: con la sua opera Boresta ci sprona a sperimentare interazioni sociali differenti, a modificare la nostra percezione dello spazio urbano, a vivere diversamente la città. Nel suo progetto "i Magnifici 65", ad esempio, Boresta costruisce un album di figurine personalizzato, da compilarsi lentamente, nell’arco di una vita, e che soprattutto non dovrà contenere calciatori o personaggi famosi, ma fototessere di gente comune, raggruppate secondo diverse caratteristiche, fisiche, anagrafiche o caratteriali. Nelle indicazioni per la realizzazione dell’album, l’artista invita a mescolarne la compilazione con le esperienze vissute, alla ricerca di nuove possibilità di incontro e diverse modalità di relazione (ad esempio chiedendo al macellaio una fototessera anziché un etto di carne). Un effetto "disordinante" vuole avere invece un progetto come "Cerca e Usa la Smorfia": Boresta dissemina per la città (sui segnali stradali, sui manifesti pubblicitari, sui pali dei semafori) riproduzioni adesive del proprio volto contratto in varie smorfie, con un’operazione che mentre ci propone una diversa percezione della città, è allo stesso tempo un invito alla leggerezza, al sorriso, uno scampolo di infanzia che occhieggia dai segnali stradali. Con interventi come "Rifiutindagine" e "Reperti Arteologici Urbani" l’artista ci offre una diversa chiave di lettura della città: con il primo, partendo dall’analisi dei rifiuti, risale alle differenze di ceto e di stili di vita degli abitanti dei diversi quartieri; con il secondo, invece, Boresta ci invita a scoprire un modo diverso di percorrere le vie del centro di Roma, coinvolgendoci in un gioco collettivo che presuppone un nuovo modo di intendere l’arte: non più relegata alle gallerie, ai musei e agli spazi istituzionali, la troviamo per strada o, addirittura, nei cassonetti! Per questo Boresta punta in ogni suo intervento a coinvolgere il maggior numero possibile di persone, perché da spettatori e fruitori passivi dell’arte possano diventarne protagonisti, riscoprendo così che l’arte contemporanea non è qualcosa solo per gli addetto ai lavori, ma che anzi può e deve comunicare con il maggior numero di persone possibile. Far scatenare in chi partecipa o assiste il tempo psicologico della riflessione, indurre al ripensamento alla messa in dubbio anche dei gesti più semplici e banali, in una parola, più scontati.
Il libro intendere raccontare dettagliatamente una selezione dei progetti artistici realizzati da Boresta, con l’accompagnamento della relativa documentazione (fotografie e materiali prodotti nel corso degli interventi).
Vi saranno inoltre alcuni saggi critici che permetteranno di individuare le radici e le consonanze artistiche dell’opera di Boresta (dai Situazionisti a Fluxus, ad esempio), oltre ad una estesa individuazione ed analisi critica delle tematiche principali del suo operare artistico.
Silvia Biagi
Testo introduttivo scritto nel 2004 per la pubblicazione di un libro non realizzato.
In foto: Io in vari momenti performativi e non, azione situazionista e copertina fluxus
(credito foto Giovanni Bai)
Testo introduttivo scritto nel 2004 per la pubblicazione di un libro non realizzato.
In foto: Io in vari momenti performativi e non, azione situazionista e copertina fluxus
(credito foto Giovanni Bai)
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