Il gioco di squadra
Tutti hanno giocato da liberi e tornanti (buon terzino ma, a tratti con aspirazioni, e buone intuizioni, offensive).
Vorrei dedicare questa riflessione sull'arte calcistica a Silvano, indomabile portiere. Le squadre sono schierate al centro del campo, (del Cortile), le due porte sono già presidiate dai portieri (e chiuse dai vetri della reception e del salone), il pubblico impaziente attende solo il fischio dell'arbitro (che non c'è, o per meglio dire è tutti), gli inni non vengono suonati (ma molti cantano), le grandi luci (un dia-proiettore acceso) dello stadio (la foresteria di Palliano) già rischiarano i volti dei giocatori.
Sfoglio avidamente l'album delle figurine di Oreste e mi torna in mente una mitica notte nella quale si fece una partita di calcetto tutti contro tutti. La faccia di ogni figurina di Pino Boresta potrebbe essere di qualcuno che giocava (non mi ricordo neanche più bene chi fosse) o magari di qualcuno che tifava, non mi sembra che ci fosse differenza. Quella partitaccia (con alla fine non pochi euforici feriti, ma lievi) è per me Oreste. Il campo c'era, ma non era segnato, si sapevano le squadre, ma in realtà ognuno giocava con chi voleva, dei ruoli poi, non ne parliamo nemmeno.
L'idea di Pino di riproporre tutto Oreste in un album, che invece di essere un album di ricordi è un album di figurine dà a questa scena un sapore ancora più forte e significativo. Oreste è stato un grande gioco di squadra e l'album racconta questo. Non che non ci siano stati i singoli giocatori, il totale anonimato sarebbe stato come cancellare le individualità in un'unità che non mi piace.
Dall'album di Pino viene fuori proprio questo: ognuno è stato fotografato seguendo un po' il canone ieratico e santificante, delle classiche figurine Panini (cito loro perchè sono il solo vero unico mito, dopo di loro l'Apocalisse), però ovviamente, anche lasciando chiara traccia dell'impossibilità di essere solo seri e compenetrati, come sono i giocatori che sanno, in quel momento di diventare eterni. Sfogliate un album dei Calciatori, che so', del 1961, dove potete trovare la prima mitica Panini di Bruno "Maciste" Borghi, allora capitano dell'Inter, e provate a vedere se lui, allora, nel suo ritratto alla Lorenzo Lotto, non si sentiva vicino alla santità. Nelle foto di Pino c'è un po' più d'ironia. Comunque Boresta riforma le squadre, e fa battere tra loro, artisti, critici, amici, eccetera. Non che questo indichi dei ruoli perchè poi, nelle varie pagine, è difficile dire chi fa il portiere, chi il centrocampista e chi fa l'ala (magari tornante).
Ora Pino sa che, invitandomi a scrivere questo pezzo, ha toccato una delle mie più grandi passioni: il calcio. Credo che la sua scelta di fare un album di figurine sia quanto mai geniale, in relazione ad Oreste, proprio analizzando in parallelo i due mondi rappresentati: l'arte e il "pallone". Oreste ha dimostrato che il gioco di squadra è essenziale e il calcio è il più chiaro gioco di squadra (anche la pallavolo, ola pallacanestro voi direte, ma io amo sopra ogni cosa il calcio, quindi passatemela!). Si possono comprare campioni da miliardi (vedi Ronaldo) ma se la squadra non c'è, nel calcio si perde. Si parla del fantasista, di quello che inventa un goal dal nulla ma??.., ma se poi la difesa fa acqua o se il centrocampo va in palla al primo pressing, la squadra è morta.
Oreste ha avuto i sui fantasisti, e pino li ha pedinati con cura, ma è stato quel che è stato perchè qualcuno ha saputo crossare, qualcuno ci ha messo la testa quando la palla stava per entrare nel sette e il portiere era fuori dei pali, perchè c'è stato persino qualcuno che ha solo gridato "forza che ce la fate" dalla panchina. Nel calcio si sa, esistono gli schemi, si discute sul 4-4-2, sulle doppie punte, sul libero rientrante e così via ma, quello che conta è che ognuno sa di avere un ruolo, che può anche cambiare e che a volte cambia perchè serve alla squadra. Certo una differenza sostanziale c'è stata, in una squadra tutti rispondono al Mister, a Paliano no!
Tornando al nostro album,tempo fa sfogliavo a casa di mio cugino (di provata fede romanista, naturalmente) un album della sua collezione Panini del 1968 o forse 1969 e leggevo nomi che sono poi scomparsi, giocatori che hanno fatto una stagione in A, o magari in B perchè la loro squadra ha resistito per una stagione e poi è retrocessa. Ora nessuno dei ritratti di Pino potrà "retrocedere", però qualcuno sarà forse solo per caso passato di là, magari solo per un incontro fugace, avrà segnato un goal? Avrà fatto una parata in tuffo strepitosa? Non importa, è passato di là e l'album delle figurine ce lo restituisce in tutta la sua bellezza solenne.
Nell'album precedente di Oreste 0 zero ogni tanto le intestazioni delle pagine ci ricordano squadre che hanno partecipato al torneo, Bonge, Container, Cliostraat, Stalker, Net-Strike, Il Graffio, Piombinesi (squadra storica e titolata). Poi i giocatori veterani che emergono: Carla Accardi, Germano Celant. Alla fine foto del pubblico segnate dal titolo"mogli, compagne, madri, sorelle, amici, ecc. ecc. insomma quelli che hanno gridato (chi più, chi meno) a squarciagola dagli spalti. Tra questi devo ricordare, per affetto personale, un giovane sostenitore, Zeno, che ha tenuto la bandiera d’Oreste molto alta. L'album di Pino si chiude con due sezioni speciali, che forse i Panini, gli invidia: le espressioni e le smorfie. La faccia di Pino che fa una succulenta smorfia ha infettato tutto l'arredo urbano delle città italiane (e non solo, io sono testimone oculare a Kassel) insinuando questa sottile ironia del messaggio sgraziato nell'orgia dei messaggi rassicuranti, di comunicazione metropolitana.
Nell'album di Oreste 0 zero, Boresta, ci ha reso tutti partecipi della stessa insanabile voglia di essere irriverenti. Brutte facce, smorfie voraci, facce imbecilli, tutte allineate su quelle ultime pagine. Bene, proprio quelle pagine sono le più vicine alle immagini classiche dei calciatori: ognuno ha messo un impegno e una partecipazione nel mostrare il meglio di sé, che non trapela nelle foto "serie" nelle prime sezioni dello stesso Album. La quarta di copertina indica, con precisione, in che periodi i vari giocatori hanno "militato" nel campionato di Palliano, una settimana, qualche giorno, quasi un mese. Sulla copertina dell'Album c'è il frigorifero di Palliano, aperto sull'abbondanza di cibo che ha caratterizzato quella cucina sempre attiva, simbolo di una volontà di "fare"insieme,anche per il piacere, o anche solo appunto per giocare, magari in un modo che forse sarebbe piaciuto a Debord.
Viviana Gravano
Viviana Gravano
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