19/04/2021
Artisti Di-spiegati al Micro Arti Visive
Sulla patera d’argento firmano il tovagliolo e lo
condividono.
Siamo al tavolo con Pino Boresta e Flavio Favelli, i due
artisti che al Micro Arti visive di Roma hanno realizzato la performance “Fai
la tua domanda” con un pubblico ancora contingentato, e prenotato, per
intervenire con una domanda agli autori sul fondo delle loro opere. Quelle di
Favelli, 4 inedite, nell’ambito della mostra e performance d’arte contemporanea
Il Boresta che non ti aspetti – curata da Raffaele Gavarro, su progetto della
gallerista Paola Valori. Boresta con le sue innumerevoli opere realizzate su
tovaglioli di tessuto, Favelli aggregando nel suo stile artistico quelli in
carta già stampigliati.
Nel contesto inusuale della performance il gesto del
tovagliolo firmato e donato durante la consultazione colloca l’astante
all’interno dell’opera. Anzi nello spazio in cui osserva più opere mentre
l’artista offre simbolicamente quel supporto d’arte e al contempo feticcio
d’artista; così che nella comunicazione estemporanea – non è una vera e propria
intervista e dura solo un minuto – le parole formulano un nuovo livello di
comprensione, il dis-piegamento della sconnessione dall’arte, quella priva
della veracità dell’autore. Il lembo di tessuto si macchia di confessioni,
mentre l’arte è servita: “Serve! Boresta” – per ricapitolare i primi
appuntamenti apparecchiati all’interno della galleria e Boresta cameriere di un
menu ad arte.
L ’happening è confacente.
In questo momento, totalmente esclusi gli eventi, l’arte più
che deperire nell’attesa ha bisogno di escogitare, discutere ancora. In questo
l’idea di Paola Valori è geniale, invita non solo la ricercatezza di un quesito
ma all’arte di relazione. Ricorre non a caso il centenario di Joseph Beuys, il
suo plasmare l’opera uomo. Serve dunque as-servire l’arte che non sia anche un
progetto consapevole? O che non risvegli, come crea il vivace outsider Boresta
con l’amico artista Favelli, il senso del gran dono dell’arte, nel gesto.
Come ad interpellare un oracolo. Alla parola Libagione,
evocata, piuttosto che una domanda – una parola arcaica lontana da me che tra
mille non avrei mai pensato, e un passato che non passa mai nemmeno per il
paese, fermo al passato, dice Favelli; e la vocazione all’arte, oggi più che
sacrificale, ribatte Boresta – tu dici libagione io dico selvaggina, non
resta che la constatazione che la deposizione dell’inchiostro a firma sparso
sulla salvietta è libazione e poi cibo/nutrimento; frantuma l’arte in una epitome
di larga divulgazione. Invoca .
Dizzly
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Opere di Flavio Favelli |
Pubblicato su Blog.libero
Qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=4wJnqhnIaeQ
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