06/03/2021
Se il tovagliolo diventa un’opera d’arte con autografo
Un autografo sul tovagliolo ironia a tavola
Al centro
della galleria un banchetto e l'artista diventa cameriere ogni settimana è una
performance
L'arte è servita ma con sorpresa. Colpisce la magnifica tavola apparecchiata per quattro con servizio dei primi del Novecento della nonna della volitiva proprietaria Paola Valori. Ovvero La nipote di Paolo Panelli e Bice Valori che nella sua galleria di piazza Mazzini ospita un lunch al buio, parte dell'ambizioso progetto espositivo “Il Boresta che non ti aspetti”.
Sei episodi che ripercorrono nell'arco di sei mesi, la vicenda artistica dell’outsider tra gli outsider”, come lo stesso artista Pino Boresta ironicamente si autodefinisce. Sei mostre a cura del critico e curatore Raffaele Gavarro, organizzate con un itinerario decisamente fuori dagli schemi per approfondire quello che si può senz'altro definire come il precursore della “sticker art”. S’inizia con la personale dei tovaglioli dipinti a Londra dal titolo “Fronte-Retro” nel 1988. Quando nella capitale britannica, l'autore faceva il cameriere. E da qui curiosità, ironia e fantasia diventano altro, diventano arte. Settanta pezzi in tutto, che dominano questo originale pranzo a sorpresa. Al lunch d'eccezione ogni convivato scopre infatti il commensale sul posto e viene servito da un domestico d'eccezione: Boresta.
Man mano prendono posto. Il critico d'arte Ludovico Pratesi, Cecilia Casorati, direttrice dell'accademia di Belle Arti di Roma, il saggista Cesare Biasini Selvaggi e la stilista Tiziano Novena, consorte dell'artista.
Nel frattempo, nel retro della galleria, la chef Maura Pierangelini prepara un goloso menù a base di crostone di pane nero con ricotta e scarola, zuppetta di ceci e zucca, insalata di radicchio con noci e gruviera e panna cotta al cognac con crema di castagne. Piatti serviti dai dal professionista artista in impeccabile divisa. Il tutto accompagnato da vini selezionati dal sommelier Ettore Aimi e dai colori della florar design Marzia Taurino. Il gran finale è la firma apposta dal creativo sui tovaglioli degli invitati.
Poi la tavola, così allestita, autografi compresi, entra a far parte della rassegna come installazione work in progress. “Perché l'arte deve dialogare con il pubblico - commenta l'autore - ci deve essere più empatia tra spettatore ed opera. All'esperienza deve partecipare anche il visitatore”.
Agli
attoniti vip viene chiesto di apporre la firma sui propri tovaglioli autografato
dal protagonista, che servirà a tavola in galleria ogni venerdì, per tutto
marzo. Ogni volta con un appuntamento al buio: divertimento assicurato.
Lucilla Quaglia
Pubblicato sul "Il Messaggero"
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