lunedì 27 gennaio 2025

Messaggio visivo

 01/06/2021

Messaggio visivo

Il corpo di Boresta

Secondo episodio del progetto “Il Boresta che non ti aspetti”

Pino e Titti



















Giovedì  27  maggio 2021, nello spazio espositivo Micro Arti Visive a Roma in viale Mazzini 1, è stata inaugurata la mostra “Il corpo di Boresta”, secondo episodio nell’ambito di un progetto della durata di sei mesi dal titolo “Il Boresta che non ti aspetti”, dedicato all’outsider Pino Boresta.

Sperma datato su tessuto 1999














L’artista continua a portare in scena la sua dimensione fuori dagli schemi, con l’esposizione dei propri “residui corporei”: unghie, capelli, sperma e sangue. Con tale lavoro il Boresta aveva già “volutamente” scioccato e scandalizzato la Bologna degli anni ’90, nel contesto della Galleria Il Graffio.

Sperma su tessuto 1995



















Nell’attuale contesto romano, dove il dibattito critico nel mondo dell’arte è spesso piuttosto cruento, la mostra è stata quindi allestita, nella continuità espositiva della galleria di Paola Valori, con la consapevolezza di probabili forti reazioni e turbamento, considerato che, tra questi documenti “scomodi” sono stati esposti anche profilattici usati e incollati all’interno di un allestimento white cube minimale composto da teli, pannelli, stoffe, tovaglioli, recipienti, barattoli e provette, quasi a ricalcare uno stile da laboratorio.

Sperma + relitti su tessuto



















Come sottolinea il curatore della mostra Raffaele Gavarro: “Se guardando i Residui Corporei di Boresta inevitabilmente viene in mente Manzoni, Acconci, o quanti nella storia dell’arte hanno usato materiale biologico per dare forma all’opera, o anche solo per ‘condirla’, aggiungerei un altro aspetto che è il tempo. Le tracce di sperma, i peli, le unghie e annessi vari, sono infatti un vero e proprio autoritratto di Boresta nel tempo. Meglio, un autoritratto essenziale, informe e disturbante, come del resto è tutto il suo lavoro.”

Sperma datati + relitti


















Ed è proprio il suo messaggio visivo “informe e disturbante” il punto di forza di questo artista che pone sé stesso come “materia prima” alla base di molte delle sue creazioni. 

Nella cornice dell’evento inaugurativo, Pino Boresta, sulla falsariga delle “sculture viventi” di Piero Manzoni, ha effettuato un taglio di ciocche di capelli e rilasciato ironicamente un certificato scritto e da lui firmato a chi, tra i partecipanti alla serata ha voluto lasciare una personale traccia da inserire nel “Progetto R.C.”, archivio di residui corporei dell’artista, veri e propri “reperti” di tracce umane. 


Per l’occasione, i visitatori sono stati fatti accomodare su un’elegante poltrona in sky rosso vintage anni ’70, dando per certi versi il senso di un’arte partecipata. Il giorno della chiusura della mostra, si assisterà invece alla performance nella quale saranno il curatore e la gallerista a tagliare tutti i capelli a Pino Boresta.

Lanugine di ombelico

La mostra è aperta al pubblico con ingresso libero, ma contingentato secondo le vigenti norme anti Covid.

Sabrina Mammarella Tosè *

Allestimento mostra

 















Tratto dal comunicato stampa e pubblicato su Palcovisioni.com


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