27/05/2021
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graphic Paola Valori |
Da giovedì 27 maggio 2021 nello spazio Micro
Arti Visive prende il via la mostra “Il corpo di Boresta” secondo episodio
di un lungo progetto di sei mesi – “Il Boresta che non ti aspetti” – dedicato all’outsider Pino
Boresta.
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Installazione |
L’evento, che inaugura alle ore 18,00, segna da un lato, la continuità espositiva e la forza dirompente della galleria di Paola Valori da tempo attiva sul territorio, e dall’altro, rappresenta l’ennesima provocazione di Pino Boresta, artista che ancora una volta porta in scena una dimensione fuori dalle righe del suo linguaggio artistico, con l’esposizione dei propri “residui” corporei: sperma, unghie, capelli, sangue.
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Sperma su tessuto 1995 |
Scioccante e volutamente “sconveniente”, il lavoro di Pino Boresta (classe 1962) che aveva già scandalizzato la Bologna degli anni ‘90 nel contesto della galleria Il Graffio – allora con il testo critico di un giovanissimo Bartolomeo Pietromarchi – oggi, continua a far parlare di sé esponendo anche i profilattici usati e incollati, all’interno di un allestimento white cube minimale composto da teli, pannelli, stoffe e tovaglioli bianchi, diversi oggetti, recipienti e barattoli che ricalcano lo stile di un laboratorio, con provette e contenitori, superfici con chiazze di sangue, tutto per documentare quasi con piglio ossessivo, lo scorrere del tempo, del suo tempo.
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Sperma su tessuto 1995 - 1996 |
Rispetto ad altri lavori, il senso
della ricerca di Boresta sta nella “raccolta del tempo”, lo sottolinea il
curatore Raffaele Gavarro, contestualizzando Boresta nell’alveo
delle esperienze degli anni ’70:
“Se guardando i Residui
corporei di Boresta inevitabilmente viene in mente Manzoni, Acconci, o quanti
nella storia dell’arte hanno usato materiale biologico per dare forma
all’opera, o anche solo per ‘condirla’, aggiungerei un altro aspetto che è il
tempo. Le tracce di sperma, i peli, le unghie e annessi vari, sono infatti un
vero e proprio autoritratto di Boresta nel tempo. Meglio, un autoritratto
essenziale, informe e disturbante, come del resto è tutto il suo lavoro”
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Sperma su tessuto 1999 |
Allora, se rispetto agli artisti di quegli anni, il senso
del suo linguaggio vuole essere certificare la propria presenza, sono le
testimonianze che lascia come traccia a documentarne l’essenza; documenti
“scomodi”, maleodoranti e sudici di una realtà sempre in dissolvenza che è
quella umana e anche la sua. Non è un caso, quindi, se il prossimo episodio del
progetto, per un totale di sei passaggi in galleria (no a dicembre 2021), sarà
dedicato al tema del “Testamento di Boresta”, e non è accidentale se
nella performance della vernice di giovedì 27 maggio, l’artista, sulla
falsariga delle “sculture viventi” di Manzoni, rilascerà ironicamente un
certificato scritto a chi dei partecipanti alla serata vorrà, a sua volta,
lasciare una traccia di sé donando una ciocca di capelli, pronta ad essere
incorniciata e inserita nell’archivio del Progetto R.C. – residui
corporei dell’artista, veri e propri “reperti” di tracce umane.
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Sperma su tessuto 1997 - 2000 |
Per l’occasione l’artista ribadisce il suo interesse per
l’Arte Relazionale, è così che il “barbiere” Boresta farà accomodare i
visitatori su un trono, una elegante poltrona in sky rosso vintage anni ’70, e
dall’alto di quella posizione, opererà un taglio, raccogliendo così anche il
tempo e la traccia dei capelli altrui: un’operazione questa, che per certi
versi ha anche il sapore di un’arte partecipata. Il giorno del finissage si
assisterà alla performance nella quale saranno invece il curatore e la gallerista
a tagliare tutti i capelli all’artista.
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Sperma + relitti su tessuto |
Diversamente da ciò che accadde
nel 1998 in occasione della mostra a Bologna. Questo quello che scrisse Bartolomeo Pietromarchi:
“Con questa serie di
lavori, Boresta sospende il lavoro “relazionale” per esporsi direttamente
ponendoci di fronte alla sua sfera più personale, siamo introdotti nella sua
sfera privata, violandone quelli che sono considerati i limiti oltre i quali
non è permesso introdursi. Attraverso questa operazione veniamo trasformati in
voyeurismi non di una singola azione ma di una intera esistenza, posti di
fronte ad una cruda rappresentazione documentaria delle azioni e ad uno spoglio
feticismo del residuo”.
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Sperma + relitti su tessuto 1999 -2005 |
Dopo Bologna, quindi, è la volta di Roma, una città dove il dibattito artistico e critico è spesso infuocato e dove siamo pronti anche a reazioni forti e di turbamento. Misurando la temperatura di Roma, la mostra farà ancora una volta discutere? Dividerà la città tra le critiche degli esperti e quelle dell’opinione pubblica, come già è successo con il provocatorio grido “Io vivrò” di Boresta durante la conferenza stampa della Biennale di Venezia nell’edizione del 2013? Cosa vuole dirci ancora Boresta?
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Sperma + relitti su tessuto |
È ancora l’arte l’unico mezzo in grado di destare le coscienze?
Sono esattamente questi gli interrogativi che si propone un’operazione come
questa, e tutti stanno al centro dell’indagine della galleria Micro Arti
Visive, uno spazio romano ormai forte della sua esperienza di lungo corso che
non soltanto non si tira indietro ma anzi, spinge avanti la ricerca di Boresta:
così come è successo nella prima esposizione con i pranzi in galleria
performativi, invitando curatori, critici e giornalisti serviti dallo stesso
artista, che anche questa volta rompe gli schemi.
Paola Valori
Comunicato stampa pubblicato su Arte-news.it e sul sito della galleria Micro Arti Visive e varie altre testate online.
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