06/03/2021
Ogni venerdì di marzo al Micro di Viale Mazzini, andranno in scena le performance dell’eclettico artista Pino Boresta, il quale, in veste di vero e proprio cameriere – da qui il titolo “Serve! Boresta” - servirà il pranzo a quattro personaggi del mondo dell’arte e della cultura, estratti a sorte per l’occasione.
Un vero e proprio “appuntamento al
buio”, dove i commensali, che avranno preventivamente ricevuto un invito
cartaceo nominativo al proprio indirizzo, scopriranno gli altri partecipanti
solo al cospetto dell’artista La performance è inserita nel ciclo di mostre “Il
Boresta che non ti aspetti”, curate del critico e curatore Raffaele
Gavarro, che sono iniziate lo scorso 2 marzo e termineranno il 30 novembre
2021.
Il pranzo preparato dalla chef Maura
Pierangelini, sarà un viaggio sensoriale accompagnato dal sommelier Ettore
Aimi e dagli allestimenti della floral designer Marilyn Floral Art.
L'evento è a porte chiuse e il pubblico potrà seguire l’evento in diretta
Facebook, al termine del pranzo performativo i tovaglioli degli ospiti
diverranno, a loro volta, delle opere d'arte firmate da Pino Boresta.
Abbiamo assistito alla prima puntata di questo nuovo format #apranzoingalleria che ha unito arte e cibo, alla quale hanno partecipato: Cecilia Casorati, Direttrice Accademia delle Belle Arti di Roma, Ludovico Pratesi critico e curatore d’arte, Cesare Biasini Selvaggi Direttore Editoriale di Exibart e Tiziana Novena, stilista di moda e moglie dell’artista.
Una performance nuova e originale di cui abbiamo chiesto maggiori informazioni a Paola Valori, fondatrice di Micro:
“E’ un’idea nata da Pino
Boresta, una performance vera e propria, in un momento come questo, dove
bisogna essere attenti a tutto, agli ingressi contingentati, alle distanze, è
un modo per far visitare la mostra a personaggi del settore, in intimità, in tranquillità,
facendoli mangiare, la cosa carina ed originalissima è la formula
dell’appuntamento al buio, nessuno dei commensali sa chi sarà l’altro, perché
vengono estratti a sorte. Questo è lo spirito di tutto l’evento che oggi è alla
sua prima data, del ciclo di quattro, e siamo tutti molto emozionati! Il
connubio arte e cibo funziona sempre, perché il cibo è arte, è convivialità, è
un modo alternativo di vedere la mostra e di vedere Pino Boresta all’opera,
perché alla fine del pranzo Pino trasformerà i tovaglioli, che diventeranno
delle opere d’arte.”
Abbiamo chiesto direttamente a
Pino Boresta di questa sua performance, visto che a Londra negli anni ’80,
l’artista ha fatto veramente il cameriere (una sua divisa è esposta all’interno
del Micro):
“Per me è un flashback, dal
1986 fino al 1991 per lunghi periodi sono stato a Londra e ho cominciato a fare
dei lavori sui tovaglioli che trovavo negli hotel, nei club, nei ristoranti
dove lavoravo, perché le tele erano molto costose, così come i colori. Ho
cominciato con queste serie di tovaglioli che ho continuato anche quando sono
tornato a Roma. Facendo questa mostra ho pensato che potesse essere una buona
idea fare una performance con i tovaglioli. Molto spesso, durante le mie
mostre, faccio azioni e performance artistiche. Allora ho pensato di invitare
quattro personaggi del mondo dell’arte e della cultura, in questo momento,
causa Covid, solo romani, ma mi piacerebbe allargare gli inviti a tutta Italia.
Gli inviti sono stati fatti in maniera cartacea, personale, nominativa, con
consegna a casa, non in via digitale, con il famoso RSVP. Alla fine del pranzo,
invece, “ruberò” i tovaglioli dei commensali che diventeranno altrettante
opere, ma non vi voglio svelare nulla in anticipo”.
La prima ad arrivare è stata
Cecilia Casorati, Direttrice dell’Accademia delle Belle Arti di Roma, dallo
scorso novembre, a cui rivolgo alcune domande.
Quant’è importante la
gestione di una donna nell’arte ed in particolare nell’Accademia di Belle Arti
di Roma?
Credo che sia importante che in
qualche modo ci siano delle donne che ricoprono ruoli di comando e
responsabilità, perché bisogna prescindere dal sesso, e guardare anche e,
soprattutto, alle qualità. Le donne penso abbiano una sensibilità diversa,
spesso sembra che ci manchi la praticità ma, in realtà, siamo molto capaci di
avere un’idea organizzativa vincente. Poi per il settore nel quale lavoro, ora
che sono anch’io organizzativa e razionale, mi piace l’idea che l’arte debba
andare contro un metodo, questo è fondamentale per dirigere un’Accademia,
ovviamente non andare contro le regole, bensì contro il metodo.
L’Accademia, in questo
momento, svolge attività in presenza?
Io ho iniziato a novembre, e
abbiamo subito aperto i laboratori in presenza, ovviamente contingentata, è
impossibile pensare di sostituire tutto con la didattica a distanza, bisogna
aiutare gli studenti a fare esperienza, l’arte è esperienza. Ora abbiamo
parecchi laboratori aperti, facciamo il possibile, e poi tante iniziative a
supporto, tentando di farli riflettere di più…
C’è un connubio stretto tra
cibo ed arte?
È una combinazione che
attraversa i secoli, resta sempre qualcosa da guardare, di fronte al quale
essere stimolati. Ci sono opere talmente ben fatte che sono praticamente uguali
al reale e fanno venire voglia di mangiare. Il bello poi nella contemporaneità
è che il cibo diventa presenza, trasformazione, il rapporto vero con il cibo
che qui ritroviamo al pieno ed è un’esperienza da fare assolutamente, non solo
da guardare.
Gli altri due ospiti Ludovico
Pratesi e Cesare Biasini Selvaggi, arrivati nel frattempo, decidono di fare una
dichiarazione al termine della performance. La performance di Pino Boresta è
stata accompagnato dal menu, creato per l’occasione, dalla Chef “a domicilio”
Maura Pierangelini: si inizia con un crostone di pane nero con ricotta di
bufala e scarola alla mediterranea, per proseguire con una zuppa di ceci e
zucca con funghi porcini, poi insalata di radicchio, gruyère e noci e, per
terminare, panna cotta alla crema di castagne. A questo goloso e sfizioso menù
il sommelier Ettore Aimi ha abbinato per le prime tre portate un Pecorino
d’Abruzzo dell’azienda Barone Valforte, mentre per il dolce ha scelto un
Moscato d’Alessandria, dell’azienda Kabir, Isola di Pantelleria. Scelta fatta
per essere perfettamente in equilibrio con l’abbinamento cibo/vino. È un’arte
anche degustare un buon vino… Le decorazioni floreali della tavola sono state affidate
a Marzia Taurino di Marilyn Floral Art che ha scelto dei fiori molto
eclettici e dai colori vivaci, insoliti e tropicali, come l’australiano
Anigozanthos e delle orchidee, ispirandosi alle opere e all’arte di Pino
Boresta.
Al termine della performance
abbiamo chiesto delle impressioni “a caldo” al critico e curatore d’arte
Ludovico Pratesi:
“Impressioni eccellente, sia
per il pranzo che per i commensali, un’idea molto creativa, Pino ha fatto
un’azione nel suo stile, ho avuto il piacere di conoscere anche la gallerista,
che non conoscevo, molto carina. Veramente un’idea molto molto ben congeniata,
ottima energia”.
Mentre ha dichiarato Cesare
Biasini Selvaggi, Direttore Editoriale di Exibart:
“Un’impressione molto positiva,
io non ero sicuro che fosse un “pranzo reale”, trattandosi di un artista come
Pino Boresta per me poteva essere un qualcosa di assolutamente diverso, con un
approccio performativo differente. Poi il format dell’appuntamento al buio,
senza sapere chi fossero gli altri commensali, mi è molto piaciuto. In realtà
poi noi ci conosciamo tutti, perché il nostro mondo è un ‘microcosmo’, però la
cosa interessante, che abbiamo appurato alla fine, che mi ha fatto molto
piacere, è che siamo stati sorteggiati. E che la sorte abbia fatto incontrare,
in un periodo storico come questo, particolare, nel quale non ci si incontra,
persone che non vedevo da molto tempo o, che non avevo mai visto, ma che
conoscevo di firma, come Cecilia Casorati, è stato un incontro imprevisto e
come tutte gli incontri imprevisti, è risultano essere il migliore.”
I quattro
tovaglioli, firmati artisticamente dai quattro commensali e dall’artista, ora
fanno parte delle opere geniali di Pino Boresta. Prossimo appuntamento venerdì
12 marzo con una nuova puntata di #apranzoingalleria al Micro.
Stefania Vaghi
Pubblicato su Unfolding:
Qui il video di questo primo pranzo ed appuntamento:
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