La
ricchezza nella rinuncia
Assomiglia
come una goccia d’acqua all’attore Jack Nicholson ma lui fa
l’artista e vive a Roma. Si chiama Salvatore Pupillo. Quando l’ho
conosciuto mi ha raccontato che lavorava come impiegato in un
ministero, ma non riuscendo a fare entrambe le cose ha deciso di
licenziarsi per fare l’artista a tempo pieno, così ogni volta che
lo incontro a qualche vernissage questa è sempre la seconda cosa che
mi viene in mente, la prima è: “Cazzo! Come assomiglia a Jack Nicholson”.
Quando poi sorride con quelle sopracciglia che si sollevano diventa
praticamente spiccicato al famoso attore nel suo tipico ghigno. Tutte
le volte gli consiglio di sfruttare questa sua somiglianza in qualche
azione che promuova la sua opera di artista visivo, ma lui è
talmente timido che solo all’idea mostra sempre un visibile
imbarazzo. Salvatore è uno dei pochi puri dell’arte astratta che
ci sono rimasti, uno spadaccino della pittura del nulla o meglio del
quasi nulla.
Alcuni sui quadri che ricordo sono formati da flebili
segni gialli quasi invisibili sopra una tela anch’essa di gialli
sbiaditi come solo lui riesce a stendere e calibrare. Insomma un
incrocio tra gesti alla Georges Mathieu, ma molto molto più leggeri,
e delle sovrapposizioni dello stesso colore alla Kazimir Malevich ma
il tutto molto ma molto più rarefatto.
Opere le sue che non hanno
niente di ermetico e niente di intelligente: sono una sorta di
assenza una su l’altra che danno vita alla sua visione del tutto.
Pupillo non è un vero artista. Il mondo è pieno di veri artisti e
lui è un artista e basta: vive per quello che fa senza essere
assillato dalla ricerca del successo a tutti i costi. E chi sa forse
Salvatore ha capito che per avere successo l’unico vero modo è
avere uno stile di vita rarefatto quasi invisibile come quei soggetti
delle sue opere. Perché, come scrive Stefano Paolucci: “Un uomo è
tanto ricco non di tutto quello che può possedere o ottenere ma è
tanto più ricco quante sono le cose a cui può rinunciare.” E
Pupillo ne è l’esempio vivente.
Pubblicato
su; “Juliet”
n. 160 December 2012 – January 2013
In
foto: Jack
Nicholson, Georges Mathieu - Kazimir Malevich, tre quadri di Salvatore Pupillo.
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