Vi
faremo sapere
“È
tutto inutile nessuno è disposto a rischiare per sostenere te e il
tuo lavoro, non hai le credenziali necessarie, né i giusti
sostenitori e sponsor” Questo ho sentito
dire alla fiera d’arte di Bologna a un artista mentre seduto alle
sue spalle mangiavo e bevevo la mia spremuta di arancia costatomi al
bar un occhio della testa. Del resto lo ha detto pure la discografica
Mara Maionchi, quella di “X Factor” per intenderci, che i
Vertigo (gruppo musicale degli anni 80) sono stati da lei abbandonati
perché non si è trovato nessuna multinazionale che volesse
investire su di loro.
Allora mi domando quanti e quali artisti che
ora vanno per la maggiore hanno dietro delle multinazionali o
qualcos’altro? Quanti artisti hanno qualcuno che investe
pesantemente su di loro, quando non sono loro stessi a farlo? E
stiamo attenti che non siamo alla solita lamentela…. perché se a
lamentarsi sono critici, curatori, economisti siamo di fronte a un
analisi del sistema dell’arte, mentre se lo fanno gli artisti sono
dei piagnoni emarginati? Daniel Birnbaum curatore della 53° Biennale
di Venezia voleva guardare oltre i musei e le mostre d’arte ed
evitare le gerarchie dettate da interessi commerciali e dalla moda,
c’è riuscito? Allo stesso modo chi ha scritto che “bisogna
guardare altrove, finché ci resta un altrove sapendo che un altrove
in quanto tale non basta” l’ha
fatto? Dove sarà mai questo altrove visto le solite scelte scontate
che poi fanno loro? Che per “Altrove” si intenda dire “Solo chi
dirò io!”? E poi dov’è questo altrove? Forse tra chi
spogliandosi improvvisamente nudo durante una affollata inaugurazione
al MACRO di Roma grida “Viva l’Italia” senza destare tra i
presenti né scandalo né divertimento? Forse tra chi va in giro a
spalmare di merda la faccia di qualche suo collega? A questo punto
qualche domanda bisogna avere il coraggio farsela; Se fosse stata
nutella avrebbe avuto lo stesso successo e oggi staremo qui a
parlarne? Ma soprattutto se fosse stato solo un incidente di percorso
visto che in realtà lui (Alexander Brener) voleva soltanto tirarsi
giù i pantaloni cacarsi in una mano e spalmare la merda sulla
vetrina della galleria scrivendo “Dio”, saremmo disposti a
perdonarlo?
Ma allora come ha valutato Piccio Careri non è meglio
cacarsi addosso su un autobus di linea indossando uno di quei
pannoloni per gli incontinenti e poi mettere il tutto sottovuoto
come fece il sommo? Saremmo così più vicini allo spirito
provocatorio manzoniano e non correremmo il rischio di essere
linciati.
Pubblicato su;
"Juliet" n. 154 October – November 2011
In foto: Poster del complesso
musicale dei Bluvertigo, Mara Maionchi, Un azione dell’artista
Alexander Brener.
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